Nessun membro della Casa Reale spagnola assisterà al matrimonio della
principessa Madeleine di Svezia, terzogenita dei sovrani Carl Gustav e Silvia,
con il finanziere statunitense Chris O'Neill, in programma a Stoccolma l'8
giugno. A dare l'annuncio del forfait dei Borbone, hola.com, il sito web del settimanale Hola, considerato il portavoce ufficioso della Zarzuela; sarebbe interessante
trovare una nota ufficiale nel sito della Casa Reale, ma la cosa finora non è riuscita: il sito web non è di uso così intuitivo come dovrebbe. Però se Hola annuncia che la Casa Reale spagnola non sarà
presente, basta e avanza.
E perché Juan Carlos ha pensato bene di non mandare nessun membro della sua
famiglia a quello che è considerato il matrimonio dell'anno, che è pur sempre
il matrimonio di un figlio del re di Svezia e che, per essere frivoli, è pur
sempre il matrimonio della principessa di sangue più bella d'Europa? La ragione
che fornisce Hola, pur con il suo linguaggio zuccheroso, è quanto meno
sorprendente: "Si tratta di un matrimonio di rango minore, dato che non è
quello di una principessa erede al trono". Quindi, per godere della presenza di un membro della Famiglia Reale spagnola o si sposa l'erede al trono o nada de nada. Non sarà ai massimi livelli di popolarità in patria, ma quanto a superbia e arroganza, non si può dire che la Casa Reale spagnola sia facilmente battibile.
Facciamo velocemente mente
locale: se tutti ragionassero come Juan Carlos e soci, al matrimonio del Duca di
York e di Sarah Ferguson sarebbero dovuti andare solo Elisabetta d'Inghilterra e
i suoi corgi, dato che Andrew non era l'erede al trono. E al matrimonio di
Elena o Cristina di Spagna, figlie di Juan Carlos e Sofia, idem. E piantiamola di aspettare
con ansia il matrimonio di Harry d'Inghilterra: al non essere il futuro re,
ragionando come la Casa Reale spagnola, ci dovrebbero essere solo nonna
Elisabeth e parentela varia e britannica. Invece, giusto per.
Una breve ricerca su Google, per vedere come le altre Case Reali hanno trattato
la Casa Reale spagnola in occasione delle nozze di Cristina di Spagna, terza,
tra i figli di Juan Carlos, nella linea di successione al trono, come Madeleine,
e si finisce di nuovo su hola.com. "Al matrimonio erano rappresentate dieci
monarchie regnanti: Belgio, Olanda, Lussemburgo, Svezia, Norvegia, Liechtenstein,
Monaco e, ovviamente, Spagna; c'erano la regina Noor di Giordania e re Letisie
III del Lesotho, l'imperatrice Farah Diba e suo figlio Reza II, i rappresentanti
delle dinastie italiane (Savoia e Aosta), Romania, Bulgaria, Prussia, Brasile,
Russia, Francia, Grecia, Portogallo, Yugoslavia, Marocco, Kuwait, Brunei,
Cambogia, Bahrein, Giappone, così come rappresentanti degli Asburgo, Hannover,
Würtenberg, Due Sicilie, Borbone-Parma, Modena, Essen, Lowenstein."
Insomma, per essere un matrimonio di 'rango minore', il matrimonio di Cristina
di Spagna è stato molto ben trattato dalle altre Case regnanti.
Perché, dunque, questa espantá, questa offesa, dei Borbone ai Bernadotte?
Perché se le monarchie scandinave si presentano ovviamente in forze, se la
regina Elisabetta ha confermato che invierà i conti di Wessex, come ha fatto a
tutti i matrimoni reali degli ultimi anni? Per dare un segnale
del rango minore del matrimonio di Madeleine rispetto a quello di un erede al
trono, potevano mandare l'Infanta Elena, al posto dei Principi delle Asturie:
non solo Elena avrebbe finalmente ripreso i contatti con le altre Case Reali,
non solo i Borboni non avrebbero fatto la pessima figura fatta in tutti gli
ultimi appuntamenti reali, a cui hanno preso parte i Principi Felipe e Letizia,
sempre con la neve in tasca, sempre ultimi ad arrivare e primi ad andarsene, ma
anche noi ci saremmo divertiti molto di più, con i suoi outfits sempre
originali, fantasiosi e improbabili addosso a chiunque, meno che a lei, con il
suo fiero portamento castigliano. Si può dire senza timore: si ha molta
nostalgia dei Caprile e dei Lacroix spagnolizzanti di Elena. Invece.
I Borboni hanno deciso di non mandare proprio nessuno. C'è chi cerca di
giustificare questa scelta con la crisi economica spagnola: con migliaia di
famiglie che non arrivano a fine mese, non si può mandare un membro della Famiglia Reale a una festa di nozze, che parlerà di allegria, di stili di vita
eleganti e lussuosi. Ma allora non si sarebbero dovuti mandare neanche Felipe e
Letizia all'investitura di Willem Alexander dei Paesi Bassi, neanche un mese fa:
anche ad Amsterdam c'è stata una grande festa, che ha mostrato ricchezza, lusso
ed eleganza. E, anche in piena crisi economica, è bene non confondere lo spreco e l'inutilità con i rapporti istituzionali e internazionali: è ridicolo e ipocrita pretendere che la
Famiglia Reale viva, si comporti e abbia rapporti come una delle migliaia di
famiglie di disoccupati.
C'è anche chi pensa all'impopolarità della Famiglia Reale: con Juan Carlos che non ama matrimoni e funerali all'estero e approfitta degli acciacchi dell'età per tirarsene fuori, con Sofia che non viene più inviata da sola per non farle fare la figura della vedova bianca in occasione dei balli post-matrimoniali, con Felipe e Letizia che sono più veloci del Giulio Cesare di veni vidi vici, pur di liberarsi della croce degli incontri con i loro omologhi, con l'Infanta Cristina immersa negli scandali di corruzione del marito, con Elena divorziata e single, c'è poco da scialacquare. Nessun membro è realmente spendibile sul piano internazionale, ma è anche vero che la Famiglia Reale spagnola si sta comportando piuttosto male con le sue omologhe da tempo.
C'è anche chi pensa all'impopolarità della Famiglia Reale: con Juan Carlos che non ama matrimoni e funerali all'estero e approfitta degli acciacchi dell'età per tirarsene fuori, con Sofia che non viene più inviata da sola per non farle fare la figura della vedova bianca in occasione dei balli post-matrimoniali, con Felipe e Letizia che sono più veloci del Giulio Cesare di veni vidi vici, pur di liberarsi della croce degli incontri con i loro omologhi, con l'Infanta Cristina immersa negli scandali di corruzione del marito, con Elena divorziata e single, c'è poco da scialacquare. Nessun membro è realmente spendibile sul piano internazionale, ma è anche vero che la Famiglia Reale spagnola si sta comportando piuttosto male con le sue omologhe da tempo.
I Borbone non hanno mandato nessuno neanche al matrimonio di Albert e Charlene di Monaco, risultando allora l'unica Famiglia
Reale europea assente alle nozze; il Governo ha fatto saltare all'ultimo momento, per questioni politiche, la presenza della regina Sofia al Giubileo di Elisabetta; ancora Sofia, al matrimonio dei Duchi di Cambridge, ha dovuto tappare la pessima immagine di Felipe e Letizia, tornati velocemente a Madrid per celebrare il compleanno della loro secondogenita; da un pezzo il Principe e le Infante non appaiono
rilassati e contenti di disfrutar, di godersi il momento, a un appuntamento con
le altre Case Reali. Perché? La spiegazione non possono essere né la crisi economica, né la sostanziale impresentabilità di molti membri della Famiglia, né le agende inconciliabili. Esiste un savoir fair ed esistono rapporti personali e internazionali che la Famiglia Reale spagnola ha perso e sta perdendo nel suo stesso disinteresse. E, volendo, anche questo è un segno della decadenza della Spagna e della sua scarsa rilevanza sulla scena europea, pur se aristocratica: un giorno nessuno inviterà più Felipe e Letizia, o chi per loro, e nessuno si accorgerà della loro assenza.
Ma il miglior commento è arrivato ieri sera, subito dopo aver appreso la notizia: "Meglio che non vada nessuno, almeno non ci faranno fare figuracce e potremo spettegolare in santa pace". Non servono neanche per spettegolare in un innocente matrimonio reale, insomma. Ma io un Caprile di Elena, l'avrei visto volentieri, l'8 giugno, a Stoccolma.
Ma il miglior commento è arrivato ieri sera, subito dopo aver appreso la notizia: "Meglio che non vada nessuno, almeno non ci faranno fare figuracce e potremo spettegolare in santa pace". Non servono neanche per spettegolare in un innocente matrimonio reale, insomma. Ma io un Caprile di Elena, l'avrei visto volentieri, l'8 giugno, a Stoccolma.