giovedì 25 luglio 2013

500 orti urbani a Barcellona: un fenomeno in crescita tra poesia, didattica e autogestione

A Barcellona ci sono circa 500 orti urbani: 13 li gestisce direttamente il Comune, attraverso un programma specifico, oltre 200 si trovano all'interno delle scuole, attraverso il programma didattico Agenda 21 Escolar, 8 sono gestiti da entità sociali e altri sono nati da iniziative degli indignados e delle piattaforme che ad essi fanno riferimento. Lo riporta El Periódico de Catalunya, che racconta una Barcellona inedita e inaspettata, nascosta dietro le vetrine del turismo internazionale e dell'avanguardia architettonica. 
"Ogni orto è un mondo" assicura il quotidiano catalano "con una sola caratteristica in comune: in tutti le insalate crescono a pochi metri da una fermata di metropolitana. E un'altra in più: la gran parte sono orti ecologici. In quelli del Comune per obbligo, non si permette agli utenti di usare alcun tipo di pesticida, nella maggior parte degli orti autogestiti per convinzione".
E che ogni orto sia un mondo è vero. Per esempio, in uno degli orti degli indignados, l'Hort Indignat gestito dall'Assemblea Social de Poblenou, oltre agli ortaggi si coltiva la mente, con incontri e letture. "Queste piante sono così belle perché ascoltano poesia. Qui si sono recitati i versi di Miguel Hernandez" dice il coltivatore Pep a El Periódico "Le piante sono belle perché le trattiamo con affetto".
Dal 1997 il Comune di Barcellona offre circa 350 parcelle coltivabili, in una rete di 13 orti urbani; sono la delizia dei pensionati e degli anziani, che qui ritrovano il contatto con la terra e con la campagna, in piena città; le parcelle vengono assegnate a estrazione e l'assegnazione dura cinque anni, non rinnovabili, perché ci sono lunghe code di attesa. I primi orti urbani sono precedenti a quest'esperienza: nel 1994 crollò la casa del custode del Parque Güell e i residenti della zona, per evitare occupazioni illegali dell'area, chiesero i terreni per coltivarli, in orti che sono ancora esistenti.
Se gli anziani ritrovano negli orti sia i legami con la terra che le opportunità di socializzazione, attraverso lo scambio di esperienze e di libri da cui apprendere nuove tecniche e le ultime novità della coltivazione, i più giovani scoprono la natura e i suoi cicli negli orti delle scuole barcellonesi. Sono 320 le scuole che partecipano al progetto Agenda 21 Escolar, un processo educativo, spiega El Periódico de Catalunya, che "comprende una serie di obiettivi, azioni e risorse per ottenere lo sviluppo della coscienza e dei valori che rendano in grado di impegnarsi nei confronti dello Sviluppo Sostenibile". 213 scuole hanno un orto vero e proprio e grazie a questo "sono sempre meno i bambini che ignorano che le patate nascono sottoterra e i piselli in baccelli e non nelle buste dei congelatori dei supermercati".
PS Gli orti urbani sono un fenomeno in espansione anche in Italia; se ne parla in un bel documentario di Dario Cicchero, Ortiloquiando: dell'orto e delle sue declinazioni, che dedica ampio spazio all'esperienza torinese (la visione del documentario è ampiamente consigliabile a chiunque sia curioso, anche se non ha idea di cosa sia un orto urbano; su Rotta su Torino, un'intervista a Dario Cicchero e il video di Ortiloquiando).