A Barcellona ci sono circa 500 orti urbani: 13 li gestisce
direttamente il Comune, attraverso un programma specifico, oltre 200 si trovano
all'interno delle scuole, attraverso il programma didattico Agenda 21 Escolar,
8 sono gestiti da entità sociali e altri sono nati da iniziative degli
indignados e delle piattaforme che ad essi fanno riferimento. Lo riporta El
Periódico de Catalunya, che racconta una Barcellona inedita e inaspettata,
nascosta dietro le vetrine del turismo internazionale e dell'avanguardia
architettonica.
"Ogni orto è un mondo" assicura il quotidiano catalano "con una
sola caratteristica in comune: in tutti le insalate crescono a pochi metri
da una fermata di metropolitana. E un'altra in più: la gran parte sono orti
ecologici. In quelli del Comune per obbligo, non si permette agli utenti di
usare alcun tipo di pesticida, nella maggior parte degli orti autogestiti per
convinzione".
E che ogni orto sia un mondo è vero. Per esempio, in uno
degli orti degli indignados, l'Hort Indignat gestito dall'Assemblea Social de
Poblenou, oltre agli ortaggi si coltiva la mente, con incontri e letture. "Queste piante sono così
belle perché ascoltano poesia. Qui si sono recitati i versi di Miguel
Hernandez" dice il coltivatore Pep a El Periódico "Le piante sono
belle perché le trattiamo con affetto".
Dal 1997 il Comune di Barcellona offre circa 350 parcelle
coltivabili, in una rete di 13 orti urbani; sono la delizia dei pensionati e
degli anziani, che qui ritrovano il contatto con la terra e con la campagna, in
piena città; le parcelle vengono assegnate a estrazione e l'assegnazione dura
cinque anni, non rinnovabili, perché ci sono lunghe code di attesa. I primi
orti urbani sono precedenti a quest'esperienza: nel 1994 crollò la casa del
custode del Parque Güell e i residenti della zona, per evitare occupazioni
illegali dell'area, chiesero i terreni per coltivarli, in orti che sono ancora
esistenti.
Se gli anziani ritrovano negli orti sia i legami con la
terra che le opportunità di socializzazione, attraverso lo scambio di
esperienze e di libri da cui apprendere nuove tecniche e le ultime novità della
coltivazione, i più giovani scoprono la natura e i suoi cicli negli orti delle
scuole barcellonesi. Sono 320 le scuole che partecipano al progetto Agenda 21
Escolar, un processo educativo, spiega El Periódico de Catalunya, che "comprende
una serie di obiettivi, azioni e risorse per ottenere lo sviluppo della coscienza
e dei valori che rendano in grado di impegnarsi nei confronti dello Sviluppo
Sostenibile". 213 scuole hanno un orto vero e proprio e grazie a questo "sono
sempre meno i bambini che ignorano che le patate nascono sottoterra e i piselli
in baccelli e non nelle buste dei congelatori dei supermercati".
PS Gli orti urbani sono un fenomeno in espansione anche in Italia; se ne
parla in un bel documentario di Dario Cicchero, Ortiloquiando: dell'orto
e delle sue declinazioni, che dedica ampio spazio all'esperienza torinese (la visione del documentario è ampiamente consigliabile a chiunque sia curioso, anche se non ha idea di cosa sia un orto urbano; su Rotta su Torino, un'intervista a Dario Cicchero e il video di Ortiloquiando).