venerdì 16 agosto 2013

E' morta Rosalía Mera, la mamma di Zara e di Inditex. Milionaria e progressista

Può una milionaria essere di sinistra? Fa bene pensare che i valori di una persona, l'idea della società in cui vuole vivere e far crescere i propri figli, non dipendano dalla sua dichiarazione dei redditi. Quei valori Rosalía Mera, la donna più ricca di Spagna, portata via ieri sera da un'emorragia cerebrale, mentre era in vacanza a Mahón, a Minorca, non li ha mai traditi. Anche se aveva una fortuna valutata intorno ai 6,1 miliardi di euro. 
Rosalía Mera, per gli amici Rosi, appariva sui giornali meno dell'ex marito, Amancio Ortega, con cui negli anni 60 ha fondato GOA, la sartoria da cui sarebbero nati Zara e l'impero Inditex. Il che, visto che di Amancio non si avevano neanche fotografie fino a una decina di anni fa, dice tutto sulla riservatezza della mamma di Zara. 
Nata in una famiglia di umili origini, Rosi lasciò la scuola a 11 anni e iniziò immediatamente a lavorare come sartina. Fu in La Maja, il negozio di moda  in cui era entrata prima come sarta, e quindi come commessa, che incontrò Amancio Ortega, pure lui impiegato in una casa di moda di A Coruña, la loro città. Si sposarono giovanissimi e di lì a poco Rosi lasciò il lavoro per essere, in un sotterraneo della calle de San Rosendo, la prima sarta di quella che sarebbe diventata Zara: con il marito Amancio e con i cognati, Antonio e Primitiva Ortega, aveva fondato un nuovo laboratorio, GOA, nella tradizione galiziana della moda (visto il successo di Inditex, di Adolfo Dominguez e della moda infantile, bisognerà un giorno dedicare più attenzione alla Galizia, terra di sarti, eccellenze e tendenze nell'abbigliamento made in Spain). 
Cosa poi sia diventato quel laboratorio, lo sappiamo tutti: Zara, Massimo Dutti, Oysho, Bershka, Uterque, sono solo alcuni dei marchi dell'abbigliamento che dalla Galizia hanno conquistato il mondo, sotto il tetto di Inditex. Mentre lavorava, Mera divenne madre prima di Sandra e quindi di Marcos; la prima, psicologa, è stata la sua più fedele consigliera ed è l'erede della sua fortuna (considerando che erediterà anche parte della fortuna di Amancio, i quotidiani spagnoli non faticano a definirla oggi la donna più ricca di Spagna), il secondo, nato con una paralisi cerebrale, è stato la prima ragione del suo radicale cambio di vita. E' stato per Marcos che ha creato la Fondazione Paideia, dedicata ai bambini disabili; ed era quando parlava di questa sua Fondazione e dei sacrifici che implicava alle famiglie avere un bambino disabile, che veniva fuori la sua anima progressista: "Io sono fortunata perché ho le risorse economiche, ma cosa succede alle famiglie che non le hanno?" si chiedeva. La sua risposta è stata Paideia, a cui dedicava tutte le sue energie. 
A metà degli anni 80 ha divorziato dal marito Amancio e, all'uscita da Inditex, da cui si è mano a mano allontanata (ha lasciato il CdA nel 2004), ha ottenuto circa 4 miliardi di euro. Avrebbe potuto dedicarsi a spendere e sprecare il suo patrimonio. Lo ha abilmente investito e diversificato, diventando azionista di imprese in settori così lontani come il farmaceutico, il tessile o l'immobiliare. Attraverso Rosp Corunna controllava il terzo pacchetto d'azioni più importante di Inditex, con il 5,05% del capitale; era anche azionista al 5% della compagnia biotecnologica Zeltia (il suo pacchetto è valutato 28 milioni di euro) e, riporta elconfidencial.com, "era una ferma sostenitrice del noto farmaco antitumorale yondelis e sperava che la sua commercializzazione fosse un successo negli USA"; controllava il secondo pacchetto più importante, con il 30% del capitale, della catena alberghiera Room Mate; aveva partecipazioni in varie imprese, soprattutto galiziane e impegnate nei settori più diversi. Nel 2004 aveva fondato il Centro Mars, che seguiva soprattutto progetti tecnologici e culturali e che era dotato di uno studio in cui registravano musicisti cubani e grandi orchestre sinfoniche; attraverso Paideia, seguiva Deloa, un'associazione con cui sosteneva varie imprese turistiche attive nella provincia di A Coruña. Non solo ha saputo amministrare e diversificare il suo patrimonio, ma lo ha anche usato per tornare a studiare, per conoscersi e per migliorarsi, anche attraverso la psicoanalisi. 
La sua storia, che ha sempre attratto i media spagnoli meno di quella del marito, nonostante, in fondo, sia stata lei a fondare Zara, con la sua macchina da cucire e il suo lavoro nel sotterraneo, è assolutamente affascinante. Non solo perché è stata una self-made-woman che non si è tirata indietro e non si è scoraggiata dopo la nascita di un bambino che non sarebbe mai stato indipendente e dopo un divorzio arrivato perché il marito si era innamorato di un'altra. Ma anche perché Rosi non ha mai perso di vista le sue origini, ha continuato a vivere secondo i valori imparati da bambina, continuando a frequentare mercati, tabernas e amici di sempre, ha difeso la propria privacy dal successo di Zara. Odiava che la definissero Cenerentola, perché, in fondo, la sua storia era la stessa di Amancio Ortega e nessuno ha mai definito Cenerentolo l'uomo più ricco di Spagna. "La mia storia è stata quella di molte donne di questo Paese: mi sono sposata innamorata, ho lavorato da quando ho l'uso della ragione, abbiamo montato un'impresa che il tempo, lo sforzo e un po' di fortuna hanno trasformato in quello che è oggi. Non ho avuto un giorno libero e conciliare la vita con quella dei miei figli è stato complicato" diceva nelle rare interviste concesse. 
L'ultima volta che i media hanno parlato di lei è stata qualche mese fa, quando aveva attaccato il Governo per i tagli alla Sanità e all'Educazione. Da ragazza 69enne, che credeva nello sforzo e nel lavoro come sistema per l'ascesa sociale, difendeva la parità delle condizioni di partenza: "I tagli nella Sanità e nell'Educazione, fanno un pessimo favore alla società; non si può scegliere la cosa più facile e fare tagli in basso, siamo in una barca, per cui o ci salviamo insieme o non possiamo buttare gente in mare". I giornali si erano divertiti a definire la donna più ricca di Spagna come un'ulteriore indignada di una società stufa di inconcludenti tagli sociali e aumenti delle tasse. E lei stessa, quando le chiedevano, consolidava la leggenda: "Naturalmente, sono di sinistra. Per ragioni ovvie. So dove sono nata e so molto bene da dove vengo. E quello che sono oggi ha molto a che vedere con le mie origini. Per questo non posso pensare le cose da un altro punto di vista". Que descanses en paz, Rosi.