domenica 18 agosto 2013

Rosalía Mera, la fondatrice di Zara, e la responsabilità sociale degli imprenditori

Sono molti gli articoli che in questi giorni stanno uscendo sulla stampa spagnola su Rosalía Mera, uno dei quattro fondatori di Inditex e Zara, morta per un ictus a 69 anni, mentre era in vacanza a Mahón, nell'isola di Minorca, alle Baleari. Uscita da Inditex dopo il divorzio da Amancio Ortega e con un patrimonio sapientemente reinvestito e valutato oggi intorno ai 6,1 miliardi di euro, era la donna più ricca di Spagna. Ma i media tendono a sottolineare non solo le sue qualità di imprenditrice, quanto le sue inclinazioni sociali, l'impegno a investire il suo capitale per offrire pari opportunità. Oltre alla Fondazione Paideia, i cui progetti hanno aiutato molti giovani disabili psichici ad avere la propria indipendenza e le proprie relazioni sociali, c'erano i suoi interventi di sostegno ai piccoli imprenditori galiziani. Mi ha colpito che qualche anno fa, quando nella zona di A Coruña sono stati vinti vari milioni di euro con una delle lotterie nazionali, lei sia andata a trovare i neo-milionari con i propri consulenti, affinché la somma vinta non fosse sprecata in auto di lusso e frivoli status-symbols da arricchito, ma fosse investita in modo saggio, così da garantire una vita agiata. 
Non temeva i politici né la politica ed esprimeva la propria opinione contro la guerra in Iraq o contro i tagli sociali, grazie alla libertà che le dava il denaro guadagnato come self made woman, che niente deve alla casta né ai suoi favori. Non tutto era luce nella sua azione imprenditoriale, ovviamente: per alcuni dei suoi progetti chiedeva anche sovvenzioni pubbliche, senza averne bisogno e togliendo così risorse ad altri possibili interventi. 
Carlos Sanchez, autore del libro Dinero Fresco, in cui raccoglie la prima intervista concessa da Mera, la ricorda oggi nel suo blog di elconfidencial.com. Le sue parole sull'impegno sociale degli imprenditori, che per Rosalía Mera era parte del suo lavoro, mi hanno fatto pensare ad Adriano Olivetti. 
"Sapeva, e ripeteva costantemente, da dove veniva e quale mondo aveva lasciato alle spalle, e per questo pensava, al contrario delle grandi fortune spagnole, che l'impegno sociale passa per la liberazione delle coscienze e chi tace davanti alle ingiustizia, anche se dona fondi a musei e centri culturali o assiste ad banali atti benefici che cercano solo il riconoscimento personale, è solo complice dell'alienazione.
Rosalía Mera rivendicava la responsabilità sociale e civile dell'imprenditore, che non ha a che vedere solo (e in Spagna sarebbe già abbastanza) con pagare le tasse o creare posti di lavoro. Consiste anche nel procurare uguaglianza di opportunità e mettere in funzionamento gli ascensori sociali, che permettano a un diseredato di realizzare i propri sogni. Al contrario di quelli che vanno periodicamente alla Moncloa a portare i propri omaggi, e che in buona misura sono complici di assurde politiche economiche che hanno portato il Paese sull'orlo dell'abisso. Nessuno (o quasi nessuno) ha detto niente, a suo tempo, sul fatto che il modello di crescita portava alla rovina, senza dubbio perché i suoi risultati dipendevano dalla convivenza con tanto orrore.
Per questo Rosalía Mera non era capace di capire che i i ricchi, che non avevano niente da perdere, grazie alle loro immense fortune, non alzassero la voce davanti a tanti errori. Lo attribuiva al fatto che la società tende ad adattarsi con grande facilità e invece di cercare il cambio, regna il conformismo. Rosalía Mera, di fatto, sosteneva che non serviva quasi a niente dare lavoro a una donna della Galizia rurale, se questo programma di aiuti non si inscriveva in un processo di emancipazione personale. Destinò anche molto denaro affinché i disabili psichici, come suo figlio Marcos, avessero diritti al momento dell'eredità, arrivando a chiamare esperti giuristi, con buoni risultati, per cambiare le leggi. Le donne sono state educate per la riproduzione, non per produrre, usava dire, e dietro questo commento mostrava la durezza del mondo che era toccato vivere ai suoi".