lunedì 2 settembre 2013

La settimana decisiva di Madrid 2020: il Principe Felipe a Buenos Aires per l'assegnazione dei Giochi

Inizia oggi a Buenos Aires la settimana decisiva per l'assegnazione dell'organizzazione dei Giochi Olimpici del 2020. In gara ci sono Istanbul, Madrid e Tokyo e la decisione del Comitato Olimpico Internazionale (COI) verrà annunciata il 7 settembre. 
Nella capitale argentina sono atterrate oggi le delegazioni delle tre città, per gli ultimi lavori di lobbying
A guidare la delegazione spagnola c'è il Principe delle Asturie, che riappare dopo le polemiche e misteriose vacanze estive, di cui ci sarà occasione di parlare su Rotta a Sud Ovest. A Felipe è affidato un compito delicatissimo: quello di convincere i membri del COI che Madrid, al suo terzo tentativo consecutivo di ottenere i Giochi, è in grado di organizzare il più importante evento sportivo internazionale, nonostante le crisi economica e il declino spagnolo.
Le autorità locali insistono molto sul fatto che buona parte delle infrastrutture sia stata già costruita e che si darà grande importanza all'ambiente e alla facilità dei trasporti. Olimpiadi low-cost e green? Madrid ci crede, anche se non mancano i dubbi circa l'uso dei fondi pubblici che si farà in un Paese divorato dalla corruzione. E ci sono dubbi come quelli lanciati qualche tempo fa da un prestigioso quotidiano finanziario anglo-sassone, che si chiedeva come si possa aspirare all'organizzazione del più importante evento sportivo mondiale, dopo aver chiesto all'Europa un salvataggio del sistema finanziario da 42 miliardi di euro.
Madrid, ha sottolineato il direttore di El Mundo Pedro J. Ramirez in un bell'articolo di qualche settimana fa, è l'unica capitale occidentale a non aver mai ospitato i Giochi Olimpici. Dalla sua parte ha il 50% delle strutture richieste già costruite e con una futura destinazione d'uso e ha un notevole sostegno cittadino: del resto, date agli spagnoli un'occasione per splendere davanti al mondo e non rimarrete delusi, a dimostrarlo ci sono alcuni dei più importanti eventi internazionali, dai Mondiali di calcio del 1982 ai Mondiali di nuoto del 2013, passando per l'indimenticabile 1992, con l'Expo di Siviglia e le Olimpiadi di Barcellona. E non solo. Alle Olimpiadi madrilene hanno dato il loro sostegno alcuni dei più famosi atleti spagnoli, alcuni dei quali catalani: il cestista Pau Gasol, la nuotatrice Mireia Belmonte, il pilota Fernando Alonso, il tennista Rafael Nadal e persino il Barcelona campione di tutto nel calcio. Tutti d'accordo, dimenticando rivalità storiche e pensando allo sport e alla grande occasione di riscatto per la Spagna, nel volere le Olimpiadi di nuovo nella Piel de Toro, quasi 30 anni dopo lo spettacolo di Barcellona 1992.
La Spagna del 2013, che vuole le Olimpiadi del 2020, non è la Spagna che ha organizzato i Giochi del 1992. La Madrid indebitata dalla costruzione delle moderne infrastrutture del 2013 non è la Barcellona in cerca di identità del 1992: "Il capoluogo catalano era allora una città industriale, che approfitto dell'opportunità per trasformarsi in un centro di turismo e servizi. Quelli furono i Giochi dell'ottimismo, della presentazione davanti al mondo del miracolo spagnolo. Questi i presentano con orgoglio come i Giochi low-cost" riflette El Pais
A Buenos Aires il Principe Felipe guida una delegazione ad altissimo livello. Ci sono già il presidente del Comitato Organizzatore di Madrid 2020, Alejandro Blanco, e il sindaco della capitale, Ana Botella. Nei prossimi giorni arriveranno anche il Presidente del Governo Mariano Rajoy e la Principessa delle Asturie, sperando che l'arrivo di quest'ultima non distragga l'attenzione dei media dall'obiettivo della visita e lo concentri sullo stato del matrimonio dei futuri sovrani, considerato da quest'estate a forte rischio di divorzio.
Il programma dell'ultima presentazione di Madrid 2020 davanti al COI prevede un intervento di Juan Antonio Samaranch, quindi prenderà la parola Mariano Rajoy e infine chiuderà i lavori il Principe Felipe. Saranno dunque le parole dell'erede al trono che rimarranno di più nella memoria dei membri del COI e saranno quelle che dovranno risultare più convincenti di tutte. Il Principe ha preso molto sul serio il suo compito: sa che si gioca parte del suo prestigio anche come futuro monarca, grazie al carisma e alla credibilità che dovrà spendere a Buenos Aires, in tempi difficili per la monarchia spagnola.
Madrid 2020 arriva a Buenos Aires con la miglior valutazione: ha ottenuto dal COI un 8,08, rispetto all'8,02 di Tokyo e al 6,98 di Istanbul. Il quotidiano di Buenos Aires Clarin sottolineava ieri come le tre città aspirino a essere sede dei Giochi Olimpici, nonostante i gravi problemi che si trovano a vivere i loro Paesi: Istanbul è stata teatro, nei mesi scorsi, di gravi disordini pubblici, per le proteste contro le politiche economiche e sociali del Governo; Tokyo deve fare i conti con il fantasma delle disastrose conseguenze del terremoto e dello tsunami del 2011; Madrid è la capitale indebitata di un Paese sull'orlo del collasso economico e sociale, rappresentato da 6 milioni di disoccupati. "Eppure vogliono essere sede" conclude Clarin.
E che Buenos Aires sia gentile con Madrid, che, al suo terzo tentativo, non merita di continuare a essere l'unica grande capitale occidentale che non ha mai organizzato i Giochi. Date una chance a Madrid!