venerdì 29 novembre 2013

Polemiche su Zapatero: pubblica nel suo libro la lettera della BCE negata al Parlamento

El dilema, il libro di memorie in cui José Luis Rodriguez Zapatero racconta i suoi ultimi 600 giorni al potere e le dure decisioni prese allora per evitare l'intervento dell'Unione Europea sul sistema finanziario spagnolo, sta suscitando vivaci polemiche. L'ex Presidente del Governo ha infatti pubblicato nel libro la lettera inviatagli dall'allora presidente della Banca Centrale Europea Jean-Claude Trichet, con tutte le riforme richieste per evitare il rescate della Spagna, e all'epoca negata da Zapatero al Parlamento che voleva conoscerne i dettagli. 
Il 5 agosto 2011, la Banca Centrale Europea inviò due lettere, una diretta a Silvio Berlusconi e l'altra a José Luis Rodriguez Zapatero, la prima firmata, oltre che da Trichet,  anche da Mario Draghi, allora Governatore della Banca d'Italia, e la seconda anche da Miguel Angel Fernández Ordoñez, Governatore della Banca di Spagna. Nella lettera per il premier italiano si parlava della necessità di inserire il fiscal drag nella Costituzione, cosa che Berlusconi annunciò che avrebbe fatto subito dopo. Della lettera per Zapatero non c'è stata prova fino alla sua pubblicazione nel libro, anche se tutti ne parlavano e assicuravano la sua esistenza. 
"Sul lato dei contenuti, la BCE supera i limiti del suo mandato, e, per "restituire credibilità alla Spagna davanti ai mercati", invita il Governo ad abbassare i salari, facilitare i licenziamenti, indebolire i sindacati, limitare per legge la spesa pubblica o anche, approfittando della congiuntura, liberalizzare il mercato degli affitti" scrive El Pais. Il 23 agosto 2011, mentre il Parlamento approvava il Decreto-Legge che recepiva buona parte delle indicazioni della Banca Centrale Europea, Zapatero si negò a rispondere alle domande circa l'esistenza della lettera e, dunque, dei condizionamenti europei alle politiche spagnole e, in ultima istanza, alla sovranità di Madrid. "Se abbiamo saputo allora che esisteva un vincolo tra le riforme e l'acquisto di debito, è dovuto al fatto che in Italia qualcuno ebbe la decenza di filtrare al Correre della Sera" la lettera inviata al Governo italiano, lamenta El Pais.
Perché Zapatero si rifiutò di rispondere davanti al Parlamento sull'esistenza della lettera? E perché ne parla invece nel suo libro? Le risposte alle due domande stanno suscitando un vivace dibattito in Spagna e stanno ancora una volta gettando al suolo l'immagine dell'ex Presidente. "Sarò molto chiaro. Se non ne ho parlato all'epoca è stato perché metteva a rischio la stabilità della Spagna. La mia idea fu che sarebbe stato più responsabile non farlo. Si è detto tante volte che la BCE ha imposto la riforma della Costituzione. Adesso ho deciso che sia pubblica perché dovevo spiegare a fondo che era uno scambio di intenzioni" ha detto Zapatero in una delle tante interviste di questi giorni.  
Il PSOE ha difeso il suo ex Segretario Generale in Parlamento, sostenendo che, al rifiutarsi di rispondere a precise domande sull'esistenza della lettera, Zapatero non ha mai mentito. Izquierda Unida, la formazione più dura con l'ex Presidente, ha criticato Zapatero per aver reso pubblico il contenuto della lettera nel suo libro di memorie e di averlo negato al Parlamento. Durissimo anche El Pais, che si augura che Zapatero "doni le quantità di denaro ricevute per El dilema al Patrimonio Nazionale o, nel caso, a qualche ONG", dato che sono guadagni ottenuti "appropriandosi del patrimonio pubblico di documenti. E nota il lato più inquietante di tutta questa vicenda: il contenuto della lettera: "la politica economica, l'ingerenza delle Banche Centrali nei Governi della UE, la sottomissione di questi... sono tutte questioni  che ricevono nuova luce e bisognerà ridiscuterle".
"Che Zapatero nascondesse al Congresso la lettera di Merkel e adesso la utilizzi per guadagnarci con il suo libro, è un'azione miserabile, che lo ritratta" ha scritto su Twitter il coordinatore generale di Izquierda Unida Cayo Lara. L'immagine dell'ex Presidente di nuovo al suolo, nel ritorno sulla scena pubblica.