mercoledì 11 dicembre 2013

E la RAI vuole adattare la serie spagnola Gran Hotel, invece di trasmettere la versione originale

Vanitatis.com riporta oggi che la RAI ha acquistato i diritti per l'adattamento di Gran Hotel e sottolinea che sarà la prima tv ad adattare la serie, essendo stata già acquistata la versione originale sia nel Regno Unito che negli Stati Uniti.
Gran Hotel è stata uno dei grandi successi televisivi di Antena 3 negli ultimi anni, la prova che si possono fare serie di qualità anche con budget limitati. Quando è stata presentata al pubblico, i media l'hanno subito definita la risposta spagnola a Downton Abbey, con cui condivide l'epoca, i primi anni del XX secolo, e la descrizione dei rapporti tra le classi sociali più ricche e i loro servitori.
L'azione si svolge in Cantabria, sulle rive dell'Oceano Atlantico, nel prestigioso Gran Hotel, prediletto dall'aristocrazia per le proprie vacanze, e retto con pugno di ferro da doña Teresa Alarcón, vedova e madre di tre figli, anch'essi controllati con energia e freddezza: la primogenita Sofia, sposata con il marchese Alfredo de Vergara, il superficiale e svagato Javie e la volitiva Alicia, che all'idea di un matrimonio per rispettare le regole sociali, non sembra entusiasmarsi, nonostante sia stata fidanzata dalla madre a Diego, l'ambizioso direttore dell'albergo. Tutto inizia quando arriva al Gran Hotel il giovane e umile Julio Olmedo, alla ricerca della sorella Cristina, una cameriera che da mesi non dà più notizie di sé alla famiglia. Il fatto che nel Gran Hotel stiano aspettando un cameriere, facilita a Julio l'ingresso nello staff di servizio e l'inizio delle sue indagini per scoprire che fine ha fatto la sorella. Lo aiutano il cameriere Andrés, il figlio gentile e mansueto della severissima governante dell'albergo, Angela, e, a sorpresa, Alicia, che non solo non ama le regole sociali che la vogliono imprigionare, ma non apprezza neanche le ingiustizie.
Ovviamente la vicinanza e la scoperta di tanti misteri e tanti segreti, che si muovono dietro alla perfezione aristocratica del Gran Hotel, fanno sì che Alicia e Julio si innamorino di quegli amori testardi e impossibili che piacciono non solo ai romantici. Il loro difficile rapporto diventa uno dei motivi di interesse della serie, insieme alle loro indagini, alle altre storie di contorno e alle rivelazioni di una società ipocrita, che nasconde dietro al perbenismo le proprie miserie. Ci si innamora di Alicia e di Julio, si diventa fans del paziente  e sornione commissario Ayala e del suo fedele secondo, Hernando, complici sempre sul filo della legalità della coppia protagonista, ci si diverte con le trovate e le incapacità di Javier, che passa con grande convinzione da un amore all'altro, si seguono con passione amori, personaggi, cattiverie, ambizioni, lotte per ascendere nella chiusa, snob e aristocratica società della Belle Epoque.
Gran Hotel è una delle migliori serie spagnole che ho visto negli ultimi anni. E' stata realizzata con una sceneggiatura coerente, che non perde mai tempo, e con grande cura per i dettagli: si ammirano buona parte degli outfits delle signore della buona società, Alicia e Sofia in primis, e delle loro acconciature (che invidia, quegli chignon di inizio secolo!); l'arredamento degli interni del Gran Hotel, con l'eleganza delle camere per i clienti e la povertà delle stanze del personale, agli ultimi piani, denuncia le grandi differenze sociali e la durezza del trattamento riservato ai lavoratori in quegli anni.
I protagonisti sono Amaia Salamanca e Yon González, diventati famosi grazie a due serie molto amate dai giovanissimi: Sin tetas no hay paraiso lei ed El Internado lui. Rischiavano di rimanere bruciati da Catalina e da Iván, ma Gran Hotel li ha salvati, regalando loro due bei personaggi. Li accompagna un grande cast, che è stato una delle ragioni per cui Gran Hotel è stato un appuntamento imperdibile per tre stagioni, tutti i giovedì: Adriana Ozores, la durissima donna Teresa, Concha Velasco, la severa Angela, Eloy Azarin, il divertente Javier, Fele Martinez, il frustrato e ambizioso Alfredo, Pedro Alonso, il direttore e vera anima nera del Gran Hotel Diego, e citarli tutti è impossibile. Ma non si può non ricordare la deliziosa Asunción Balaguer, che interpreta l'ottuagenaria e fedele cliente Lady, la prima a capire che Julio non era affatto un cameriere e che era innamorato di Alicia, e a tacere, per romanticismo e curiosità. 
Una pena che la RAI non abbia scelto di trasmettere questa serie e abbia deciso di adattarla al pubblico italiano. Per caso Downton Abbey è stata rifatta e adattata? Risulta incomprensibile la mania italiana di maltrattare in questo modo le produzioni ispaniche e l'insistenza all'adattamento, quando è stato chiarissimo il fallimento dei precedenti tentativi: sono andate malissimo Le due facce dell'amore, da Sin tetas no hay paraiso, e Tutti per Bruno, da Los hombres de Paco, non ha entusiasmato Un amore e una vendetta, dall'argentina Montecristo, non parliamo di Sette vite, da Siete vidas. Vanno bene le versioni originali, prima Tierra de lobos e adesso El secreto titolo italiano di El secreto del Puente Viejo, che sta addirittura sta spopolando nei pomeriggi di Canale 5.
Il messaggio non è chiaro? Le serie spagnole e ispaniche sono un successo se vengono proposte nella versione originale, falliscono se sono adattamenti. Una tristezza che il pubblico italiano non potrà innamorarsi dei modi aristocratici di Amaia Salamanca e della fredda rabbia di Yon Gonzalez ed è una tristezza che non potrà rimanere affascinato dal magnifico Palacio de la Magdalena di Santander, che nella serie ospita il Gran Hotel e che in realtà fu residenza estiva della Famiglia Reale spagnola, nei primi anni del XX secolo. E' diventato la principale meta turistica di Santander, grazie al successo di Gran Hotel.