Il 2014 inizia con una buona notizia per il PP, che è pessima per il PSOE. 
Secondo il sondaggio realizzato da Sigma Dos per il quotidiano El Mundo, se oggi 
si votasse in Spagna, il PP raccoglierebbe il 33,3% dei voti, 11 punti in meno 
dal 44,6% delle elezioni del 2011, e il PSOE scenderebbe al 24,4%, il suo 
livello più basso da quando è stata instaurata la democrazia. 
Tra i due principali partiti di Spagna, la distanza torna a essere superiore agli 
8 punti. 
Il risultato suona sorprendente, considerando la restrizione dei diritti in 
corso in Spagna, ma El Mundo dà una propria interpretazione, sostenendo che 
"i nove punti di vantaggio non serviranno al PP per confermare la 
maggioranza assoluta, ma dimostrano che i primi dati positivi dell'economia e, 
soprattutto, la convinzione che si trasmette dal Governo sull'imminenza della 
ripresa economica, agiscono come una potente calamita per un elettorato 
sfiancato dalla crisi e ansioso di vedere un'uscita".
Ancora una volta la fuga di voti dai grandi partiti favorisce il centrista UPyD, 
che passa dal 4,7% del 2011 al 9,8% che otterrebbe oggi, e l'alleanza 
di sinistra IU, che raggiunge il 14,7% dal 6,9% del 2011. Rispetto all'analogo 
sondaggio di novembre, è IU, più di UPyD, che si avvantaggia del crollo dei 
due principali partiti, raccogliendo gli elettori delusi dal PSOE: IU ottiene 
infatti 1,3 punti in più, mentre UPyD, che era arrivato a ottenere il 10% a 
febbraio 2013 e 10,1% a novembre, perde tre decimi. 
I partiti nazionalisti, sia baschi che catalani, mantengono sostanzialmente le 
posizioni, con cambiamenti poco significativi. 
Se si andasse al voto oggi, la Spagna, come già riflettevano le intenzioni di 
voto di novembre, sarebbe ingovernabile. L'unica opzione possibile sarebbe una 
grande coalizione PP-PSOE, oggi politicamente impensabile. Tutte le altre 
opzioni sarebbero coalizioni di troppi partiti per garantire la stabilità. 
Rispetto al sondaggio di novembre, il PP ottiene 2,7 punti in più. Secondo El 
Mundo, è stato aiutato nella ripresa dal contesto: a dicembre aumentato le 
contrattazioni, in vista dello shopping natalizio, sono state restituite le 
tredicesime ai funzionari: è il clima adatto per "un sentimento di 
riconciliazione con il PP" commenta il quotidiano madrileno. La cosa più 
sorprendente è, però, che "guardando al fianco più conservatore, è 
possibile pensare a una reazione, almeno inizialmente favorevole, alla proposta 
di riforma della legge dell'aborto, più restrittiva di quella del 1985".
Il sostegno al PP, continua El Mundo, sembra più che altro frutto delle 
circostanze, più che delle convinzioni: "Il 63% dei cittadini continua a 
definire come cattiva o molto cattiva l'immagine di Rajoy, cosa che condivide 
il 29% degli elettori del PP. E peggio ancora è la valutazione dei membri del 
Governo: il 68,9% dei cittadini la considera cattiva o molto cattiva, contro un 
esigue 8,6% che ne ha un'immagine buona o molto buona".
Il crollo del PSOE è per il quotidiano quasi "come una malattia 
strutturale". "La sua Conferenza Politica di novembre, lontana dal 
creare speranza, è costata una nuova fuga di voti, forse perché i suoi elettori 
vedono allontanarsi ancora una volta il momento del rilievo dei dirigenti. 
Guardano al futuro e non vedono il leader e, di conseguenza, non vedono neanche 
una nuova offerta del partito". E, dunque, conclude El Mundo, i socialisti 
delusi, si rifugiano in territori più nitidi. "Tutto indica che il terreno 
che vedono più propizio è quello offerto da IU". Non bisogna essere dei 
geni per arrivarci, cari dirigenti del PSOE.