martedì 11 febbraio 2014

A Valencia, dove la colorata e ribelle street-art si oppone alla pittura grigia delle autorità

Molte città utilizzano i grandi murales per rendere più gradevoli gli angoli ciechi dei loro edifici e ottengono così veri e propri Musei d'Arte a cielo aperto, in grado di affascinare i turisti.
A Valencia, la presenza della street-art, spesso non ufficiale, non perde il suo significato di ribellione politica, oltre a offrire itinerari alternativi al turismo in città. Lo racconta Sergio Bang in elasombrario.com. Ci sono pereti che "parlano dei problemi e delle inquietudini della società valenciana (e spagnola) o che, semplicemente, danno vita e colore agli angoli più degradati della città" spiega. Alcune opere sono fatte con il consenso dei proprietari delle pareti, ma altre sono illegali e, pertanto, "esposte al cosiddetto gris-Rita". Rita Barberá è l'inamovibile sindaco di Valencia; è uno dei dirigenti più importanti del PP, coinvolta in qualche scandalo di corruzione, compreso quello che ha per protagonista Iñaki Urdangarín, è stata regolarmente rieletta dai valenciani (non solo in Italia si rieleggono a grande maggioranza persone con qualche problema con la Giustizia, la Comunitat Valenciana potrebbe dare lezioni sull'argomento). Il grigio-Rita è il colore della pittura con cui gli operai del Comune eliminano "le opere che considerano fuori luogo. Cosa che, d'altro canto, permette che artisti e paesaggi cittadino evolvano costantemente".
Tutti gli artisti, spiega Bang, "sono uniti dall'idea unanime dell'uso dello spazio pubblico come luogo per mostrare le loro opere e da un certo carattere riconoscibile, tanto che è nata l'ipotesi dell'esistenza di uno stile valenciano, all'interno della street-art". Lo si legge e ci si sente già nelle atmosfere di El francotirador paciente, l'ultimo libro di Arturo Pérez Reverte, dedicato proprio all'arte urbana e ai suoi writers.
I quartieri in cui gli artisti dipingono i loro murales sono soprattutto i centrali El Carmen e Russafa (a portata di turisti, dunque). "Non sono solo nomi nazionali, la città è già nella lista internazionale della street-art per la qualità e la quantità dei suoi artisti e delle opere ce vengono a dipingere qui. Un appuntamento imprescindibile per gli artisti di tutto il mondo, che non dubitano nel lasciare la loro opera in murales impressionanti, come quelli creati da Blu, Erica il Cane o Inti, in pieno quartiere di El Carmen". Non sorprende, dunque, che Valencia ospiti uno dei Festival più apprezzati del settore, il Festival de Arte Urbano della Universidad Politécnica de Valencia, il Poliniza (questo il suo sito web).
"Valencia è una città di contraddizioni. In cui un'opera di Escif, Lolo o Deih ci può lasciare tanto stupefatti quanto le milionarie costruzioni di Calatrava. In cui il linguaggio della cultura urbana è una costante che la maggior parte dei valenciani sa apprezzare e curare come forma di abbellimento delle proprie strade e in cui la lotta contro il grigio, che irrita, ha tutto il senso del mondo" conclude Bang.
In visita a Valencia, ecco un'attrazione turistica, gratuita e dal profondo significato, anche politico.
Una foto della street-art valenciana, tratta dalla galleria di immagini di elasombrario.com, al link già indicato.