L'Infanta Cristina è stata interrogata ieri dal giudice José Castro, che
indaga sullo scandalo dell'Instituto Noos, un ente senza scopo di lucro, di
cui era presidente suo marito Iñaki, che si è intascato vari milioni di euro in
denaro pubblico per eventi mai organizzati o con fatture gonfiate per spiegare
le somme ottenute (Rotta a Sud Ovest sta seguendo l'evolversi di queste indagini sin dal loro inizio, potete leggere i post nella sezione Scandali). La secondogenita di re Juan Carlos e della regina Sofia è
indagata per riciclaggio di denaro e frode fiscale: è coproprietaria al 50% con il marito di Azoon, una
società attraverso la quale sono transitati centinaia di migliaia di euro,
provenienti da Noos, per essere usati in spese familiari o per essere
trasferiti all'estero, senza essere dichiarati al fisco spagnolo.
All'Infanta sono state presntate decine di fatture, sono state mostrate le sue
spese, sono state poste domande precise, pare varie centinaia, e lei la maggior
parte delle volte ha cercato di cavarsela con "non so, non ricordo, non mi
risulta", così come riporta anche la stampa italiana. L'Infanta sembra aver perso il controllo di sé solo in due occasioni, secondo i media spagnoli: quando le è stato chiesto del prestito di re Juan Carlos, 1,2 milioni di euro, per comprare la palazzina di Pedralbes in cui ha vissuto con la sua famiglia fino al trasferimento in Svizzera, e quando le è stato chiesto se non si è mai resa conto di essere stata usata come 'scudo fiscale' (cosa che lei ha negato, nel senso che non si è mai sentita utilizzata in questo senso).
La strategia di difesa di Cristina è chiara e si basa sull'amore: lei non sapeva, si fidava ciecamente del marito e firmava tutto quello che c'era da firmare senza leggere, perché glielo chiedeva lui, l'amatissimo Iñaki. I media mostrano indignazione, sostenendo che questa strategia denigra la donna. E sarà anche vero, ma quante donne, onestamente, non fanno la stessa cosa per evitarsi la fatica di approfondire, per disinteresse verso gli argomenti economici "perché tanto se ne occupa lui", per fiducia verso il compagno, più esperto e più attento? Che Cristina abbia fatto la stessa cosa è del tutto plausibile e persino comprensibile, proprio perché si tratta di un atteggiamento diffuso tra molte donne di tutte le generazioni. Non è affatto accettabile né giustificabile che lo abbia fatto un'Infanta di Spagna, settima nella linea di successione al trono.
La strategia di difesa di Cristina è chiara e si basa sull'amore: lei non sapeva, si fidava ciecamente del marito e firmava tutto quello che c'era da firmare senza leggere, perché glielo chiedeva lui, l'amatissimo Iñaki. I media mostrano indignazione, sostenendo che questa strategia denigra la donna. E sarà anche vero, ma quante donne, onestamente, non fanno la stessa cosa per evitarsi la fatica di approfondire, per disinteresse verso gli argomenti economici "perché tanto se ne occupa lui", per fiducia verso il compagno, più esperto e più attento? Che Cristina abbia fatto la stessa cosa è del tutto plausibile e persino comprensibile, proprio perché si tratta di un atteggiamento diffuso tra molte donne di tutte le generazioni. Non è affatto accettabile né giustificabile che lo abbia fatto un'Infanta di Spagna, settima nella linea di successione al trono.
Come membro della Famiglia Reale spagnola, Cristina avrebbe dovuto vegliare che
ogni suo atto, ogni sua firma, sotto qualunque documento, fosse inattaccabile e
irreprensibile da un punto di vista etico, morale e legale. Il fatto che abbia
delegato ogni decisione dell'economia familiare al marito, così come lascia
percepire la sua strategia di difesa, dimostra che non è all'altezza del suo
ruolo di membro della Famiglia Reale in linea di successione del trono. Ergo,
sarebbe bene che Cristina iniziasse a pensare seriamente alla rinuncia dei suoi
diritti dinastici.
In questi mesi si è molto discusso della necessità di separare l'Infanta dalla
Famiglia Reale, in modo da salvare la Monarchia e dimostrare che sa farsi
carico delle sue mele marce e sa presentarsi davanti all'opinione pubblica
come un'istituzione davvero esemplare. Dalla Zarzuela hanno fatto sapere
ripetutamente di non aver mai esercitato pressioni su Cristina né per il
divorzio da Urdangarin né per la sua rinuncia ai diritti dinastici. E la
Duchessa sta dimostrando la sua mediocrità, il suo egoismo e, sostanzialmente,
la sua inadeguatezza, al non presentare spontaneamente e di propria volontà la
sua rinuncia.
Ma la cosa che non è davvero andata giù all'opinione pubblica, è il sorriso con
cui Cristina si è presentata all'interrogatorio. E' scesa verso la porta del
Tribunale in auto, evitandosi la discesa sotto i flash e le telecamere di tutto
il mondo, ha percorso undici passi, ha sorriso e dato il buongiorno ai presenti,
ha stretto la mano a uno dei suoi avvocati, che l'aspettavano sulla soglia, ed è
entrata. Indossava un sobrio tailleur pantalone ed era struccata, così come è
tendenzialmente il suo gusto personale. Cinque ore dopo, è uscita con lo stesso
sorriso, dicono un po' più sollevato, ha stretto le mani alle guardie di sicurezza,
ha ripercorso i suoi undici passi fino all'auto e si è allontanata.
Se non avessimo saputo che il suo era un appuntamento con un giudice che la
indaga, avremmo pensato che l'Infanta stava inaugurando qualche orfanotrofio, così come ha fatto fino a pochi anni fa, quando lo scandalo l'ha allontanata
dagli atti ufficiali della Famiglia Reale, commenta El Mundo. Era il caso di sorridere? Cosa aveva
da sorridere, Cristina, primo membro della Casa Reale spagnola a essere indagato
e a essere interrogato dai giudici? Si chiedono oggi un po' tutti.
E' chiaro che l'Infanta voleva dimostrare sicurezza e tranquillità e trasmettere
un messaggio di fiducia e di innocenza. Ma il sorriso è risultato essere qualcosa
di troppo, di fastidioso, ancora una volta di inadeguato alle circostanze.
Dalla Zarzuela, nessun commento sulla deposizione di Cristina, sulle foto 'rubate'
del suo interrogatorio, registrato solo per audio e non per video, e pubblicate
oggi su El Mundo (ma Castro ha già avviato un'indagine per sapere chi sia l'autore del video da cui è stato tratto il fotogramma pubblicato da El Mundo), sulla presenza della stampa internazionale a Palma di Maiorca.
L'Infanta è stata abbandonata al suo destino, almeno all'apparenza. E sarebbe
meglio che la Casa Reale iniziasse a esigerle la rinuncia ai titoli e ai diritti
di successione, così da placare l'opinione pubblica e da dimostrare che sì, la Monarchia
può essere un'altra cosa e può essere esemplare anche in questo momento storico,
in cui la Spagna deve liberarsi delle sue mele marce, della sua dirigenza corrotta,
per aprire un nuovo capitolo.