Con una campagna elettorale che parla più delle
vicende interne che delle questioni europee, anche la Spagna si
prepara al voto europeo del 25 maggio. L'Europa sembra interessare
poco a politici, media, tradizionali e non, e opinione pubblica. PP e
PSOE si rilanciano stucchevolmente le accuse sulla crisi economica;
pochi giorni fa c'è stato un dibattito tra la socialista Elena
Valenciano e il popolare Miguel Arias Cañete
e nessuno dei due ha parlato d'Europa, entrambi si sono lanciati
accuse sulla crisi economica, sulle controriforme del Governo, in
primis quella dell'aborto. Probabilmente il dibattito passerà alla
storia per una frase di Cañete,
detta il giorno dopo: "Discutere con una donna è complicato,
quando hai una superiorità intellettuale e la mostri rischi di
sembrare maschilista e di infierire su una donna indifesa".
Il
desencanto dell'opinione pubblica verso l'Europa è notevole e i
politici inutilmente si sforzano di sottolineare quanto sia
importante andare a votare e votare affinché si difenda la propria
idea d'Europa.
Gli ultimi sondaggi sembrano parlare più di
soddisfazioni e insoddisfazioni per la politica locale, sembrano un
referendum sul Governo di Mariano Rajoy, più che un'idea d'Europa
che si vuole vedere a Bruxelles.
Oggi l'ABC pubblica un sondaggio di GAD3, realizzato dopo il dibattito tra Elena Valenciano e Miguel
Arias Cañete, secondo il quale aumenta la distanza tra il PP e il
PSOE e si stabilisce intorno ai 6 punti, con il PP che si assicura 21
o 22 deputati dei 54 che toccano alla Spagna a Bruxelles, e con il
PSOE che otterrebbe 17-18 deputati. Alle scorse elezioni il PP aveva
ottenuto un deputato in più dei socialisti.
L'ABC presenta i
risultati del sondaggio come un sostegno alla incipiente ripresa
economica: tra gennaio e marzo il PIL è cresciuto dello 0,4%, più
che in Francia, Portogallo, Italia, Olanda e Finlandia, come ha
sottolineato Mariano Rajoy in questi giorni. Essendo la situazione economica in miglioramento, per il quotidiano conservatore il
messaggio più pessimista del PSOE e del suo leader, Alfredo Pérez
Rubalcaba, è meno convincente anche per il suo stesso elettorato,
dato che "solo il 31,5% degli elettori socialisti pensa che tra un
anno si starà peggio. E nell'insieme della popolazione il suo
discorso è chiaramente minoritario: il 18,6% vede il futuro
nero".
Insomma, la Spagna inizia ad essere ottimista. E una
conferma arriva anche dalla frenata di Izquierda Unida e UPyD, che
nei mesi scorsi avevano approfittato della crisi economica e della
crisi del bipartitismo, arrivando a raddoppiare, quando non
a triplicare i risultati nelle intenzioni di voto: IU otterrebbe 5
deputati europei, 3 in più rispetto alle elezioni del 2009, ma 1 in
meno rispetto al sondaggio di aprile; UPyD otterrebbe 3 deputati, 1
meno rispetto al sondaggio di aprile.