martedì 9 dicembre 2014

Chiesti 19 anni di carcere per Iñaki Urdangarin. Salva l'Infanta

La Procura Anti Corruzione di Palma di Maiorca ha rinviato a giudizio Iñaki Urdangarin e ha salvato l'Infanta Cristina. Per il Duca di Palma chiede 19 anni e mezzo di carcere, per il suo socio Diego Torres 16 anni e mezzo; il totale degli anni richiesti, per i 14 imputati, è di 103 anni. Sono richieste severissime, arrivate sul tavolo del giudice istruttore José Castro dal Procuratore Pedro Horrach. Del resto, Iñaki per il quale sono state richieste le pene più alte, è già stato ampiamente condannato dai media e, di conseguenza, dall'opinione pubblica, ancora prima di qualunque processo. E sarà molto difficile per l'opinione pubblica accettare una sentenza che preveda un numero minore di anni di carcere: gli animi sono talmente esacerbati che non si parlerà di Giustizia, ma di favoritismo e difesa dei privilegi, all'essere Iñaki genero di re Juan Carlos. La linea sottile tra Giustizia, rancore, vendetta è molto sottile, in tutta questa fosca e losca vicenda.

Secondo Horrach, l'Instituto Noos era una struttura vuota di un contenuto reale, che i soci Urdangarin e Torres gestirono a loro piacimento, al servizio dei loro interessi commerciali (i due soci avrebbero così tradito anche la definizione di Noos, registrata come ente senza fine di lucro). Attraverso Noos, il Duca e il suo socio ottennero denaro pubblico, che poi trasferirono all'estero, utilizzando altre società mercantili di loro proprietà, tra cui Aizoon, di cui Iñaki era co-proprietario al 50% con la moglie Cristina. Ed è qui che iniziano i guai dell'Infanta: Cristina possedeva, e ha utilizzato anche per spese familiari, le carte di credito di Aizoon, e, secondo il giudice Castro non poteva non conoscere le attività illegali del marito. Non la pensa così Horrach, che sostiene non ci siano prove contro l'Infanta e che i sospetti contro di lei, non sostenuti da prove, la lasciano in una posizione indifesa. A Cristina potrebbe essere applicata da Castro la doctrina Botin, che evita il processo all'eventuale imputato in mancanza di accuse promosse dalla Procura (non vale che ci siano, come in questo caso, solo azioni promosse dalla società civile, nel caso di Cristina, dal sindacato di ultra destra Manos Limpias, impegnato a vederla andare a processo sin dall'inizio della vicenda). Horrach compie però un gesto polemico al salvare Cristina e ad accusare Ana Maria Tejeiro, la moglie di Diego Torres, di riciclaggio, chiedendo per lei una condanna di 3 anni: Ana Maria sapeva e Cristina no?

Per l'Infanta, Horrach ha chiesto una multa di 600mila euro, che il suo avvocato ha già fatto sapere sarà pagata 'immediatamente'; pena pecuniaria anche per Urdangarin, che dovrà versare 3,5 milioni di euro.

Il Duca di Palma è accusato di numerosi reati: malversazione, frode all'amministrazione, truffa, riciclaggio, evasione fiscale. Ma 19 anni sembrano essere tanti per un reato fiscale: "Sembra un reato di sangue, no?" è stato il commento a caldo del suo avvocato. Mentre in qualche forum qualcuno si chiedeva se, essendo queste le richieste per chi ha proposto alle autorità pubbliche servizi ed eventi a prezzi esagerati, l'ergastolo sarebbe la pena giusta per le autorità che quelle proposte hanno accettato. L'impressione che, nella durezza delle richieste, abbia contribuito anche l'essere Iñaki chi è, è difficile da scacciare.

Conosciute le richieste del fiscale, toccherà adesso a Castro decidere con quali richieste di pene rinviare a giudizio gli imputati. A causa di questo scandalo, che ha scosso le basi della Monarchia, causandole la più grave crisi da quando è stata ristabilita in Spagna, re Felipe VI ha vietato ai membri della Famiglia Reale di avere alcun lavoro al di là della rappresentanza istituzionale.