mercoledì 6 giugno 2007

Telenovelas made in Miami: così gli USA cambiano il genere e lo globalizzano

In Spagna si potrebbero guardare telenovelas dalla mattina alla sera. Si inizia su Localia, un network di tv locali, che trasmette in mattinata vari serial sudamericani tra cui la venezuelana Amor a palos (prodotta da RCTV, la tv spenta da Chavez) e le colombiane La ex e Luna, la heredera. Su Canal Sur verso ora di pranzo c'è Gata salvaje. Quindi scendono in campo i colossi: TVE trasmette La viuda de Blanco, prodotta a Miami dalla colombiana RTI per Telemundo, e l'appena iniziata Destilando amor, ennesima versione messicana della colombiana Mujer con aroma de café (in Italia Aroma de Cafè); Antena 3 punta su El Zorro la Espada y la Rosa, che sta lanciando come il serial dell'estate, sperando di ripetere il successo di Pasión de Gavilanes, arrivata al 32% di share un paio di anni fa (ma prima deve aspettare la conclusione di Yo soy Bea, versione spagnola di Betty la fea, che monopolizza al momento le attenzioni dei telespettatori).
Uno sguardo a queste telenovelas permette di notare l'evoluzione del genere negli ultimi anni e il ruolo sempre maggiore che Miami sta assumendo nella loro produzione e trasmissione. Le produzioni sono molto più raffinate, con molte scene all'aperto e uno standard simile a quello nordamericano. La messicana Televisa, la più grande produttrice di telenovelas e principale fornitrice di Univisión, punta su trame classiche e, in una crisi di idee sempre più evidente, sui remake, che i messicani chiamano refritos, dei grandi successi del passato o degli altri Paesi (Destilando amor è solo l'ultimo esempio di questo fenomeno).
Telemundo, che si rivolge alla comunità ispanica degli Stati Uniti, fortemente messicanizzata, produce telenovelas che hanno standard tecnici anglosassoni e storie un po' meno prevedibili, a volte con tocchi di humor e mistery, ma che sono un curioso misto tex-mex, nonostante siano realizzate in Colombia o in Florida. Per esempio. Le sceneggiature sono quasi sempre opera di autori colombiani, gli scenari sono quasi sempre colombiani o della Florida, gli attori protagonisti arrivano da Cuba, Perù, Messico, Venezuela, Porto Rico, Colombia. Ma non è mai chiaro il Paese in cui si svolge la storia. Perché? Perché c'è il desiderio di dare una certa aura di "messicanità" che avvicini la folta comunità messicana degli USA alla storia. In La viuda de Blanco, La tormenta o Pasión de Gavilanes, solo per citare le telenovelas di Telemundo più amate, i protagonisti vivono sempre in paesini dai nomi generici, tipo Trinidad o San Andrés; non vanno mai a Bogotà o a Miami, vanno sempre "alla capitale" o "in città". Gli attori parlano con un curioso accento messicanizzato, ma può anche capitare di ascoltare una colombiana figlia di un argentino, rivale di una venezuelana per l'amore di un portoricano. Il che ha il suo fascino: è attraverso le telenovelas di Miami che sta nascendo l'idea di una comunità, di una identità ispanica comune, dalla Florida alla Terra del Fuoco. A Miami e a Bogotà si frequentano e lavorano attori, tecnici e maestranze provenienti da tutta l'America Latina, in una sorta di melting pot che sta creando un nuovo gusto e che fa delle telenovelas il primo prodotto con un'identità non più nazionale, ma latina. E' la globalizzazione del genere, si potrebbe dire ed è singolare che questo processo avvenga non per volontà latinoamericana, ma per necessità e suggerimento di Miami. Non a caso considerata da molti latinos la vera capitale morale del subcontinente.
E' comunque insolito che le produzioni colombiane per gli USA debbano essere ambientate in luoghi indefiniti e con accenti tex-mex. Come se fosse una cultura messicanizzante quella in cui possono riconoscersi non solo gli ispanici degli USA, ma anche quelli dell'America Latina. Questa tendenza infastidisce non poco i colombiani, che mettono pur sempre a disposizione scenari incantevoli, staff tecnici di grande professionalità e attori preparati, destinati però quasi sempre ai ruoli secondari. I protagonisti sono infatti gli attori più noti di tutto il subcontinente: Pasión de Gavilanes ha per protagonisti un cubano, un venezuelano e un argentino, El cuerpo del deseo un cubano e una messicana, Tierra de pasiones un messicano e una venezuelana, La viuda de Blanco, un cubano e una messicana, La tormenta e La ex un peruviano e una venezuelana (non gli stessi), ecc. L'unica eccezione sembra essere per ora la bella Danna Garcia, star fissa di molte telenovelas di Telemundo; la compatriota Paola Rey, per esempio, è stata scartata per il ruolo di protagonista di El Zorro la Espada y la Rosa in favore della messicana Marlene Favela. E ovviamente i colombiani non apprezzano che i loro attori vengano sacrificati, mentre Bogotà si trasforma nella nuova Mecca delle novelas.
Le telenovelas di Miami puntano anche su attori molto belli e molto guardabili e innegabilmente bianchi (i mestizos e i nativos nelle telenovelas non hanno mai spazio, nonostante costituiscano la maggioranza dei latinos). In questo senso il gusto è molto americano e propone gli stereotipi nordamericani sui latinos. Un esempio è Mario Cimarro, il cubano diventato sex symbol continentale in Gata salvaje, Pasión de Gavilanes ed El Cuerpo del Deseo; atletico, sguardo tenebroso e labbra imbronciate, proprio come le americane si immaginano un amante latino, è l'attore che forse più volte si è fatto la doccia su un set: praticamente quando è tormentato o sta pensando, sia quale sia la telenovela, si infila nella doccia, per la gioia delle telespettatrici. In La viuda de Blanco il bel Francisco Gattorno, anche lui cubano, ma con una carriera più articolata di Cimarro (è stato tra i protagonisti di Fragola e cioccolato), cavalca a torso nudo, però gli hanno risparmiato le docce, riservate all'argentino Martin Karpan, specializzato in questo tipo di scene (quasi come Cimarro). Ne El Zorro la Espada y la Rosa Christian Meier e Osvaldo Rios, padre e figlio nel copione, anche se hanno solo una decina d'anni di differenza nella realtà, fanno a gara a mostrare i bicipiti, per la delizia delle telespettatrici. 
In un pomeriggio di troppo caldo e di zapping tra Destilando amor ed El Zorro la Espada y la Rosa, aspettando La viuda de Blanco, al momento la più fascinosa delle tre, ci si rende conto di come la concorrenza sia davvero il motore dell'evoluzione. E di come la potente Televisa possa perdere il treno della telenovela "gobalizzata", se non si rinnova e non ritrova creatività e schemi meno ripetitivi.
E la cosa che più colpisce nelle telenovelas pomeridiane è che sì, continuano ad avere un sottofondo machista e a proporre una morale sostanzialmente ipocrita, ma i protagonisti non mettono più le corna alle proprie belle con qualunque cosa si muova: Sebastián de La viuda de Blanco, Diego di El Zorro la Espada y la Rosa e Rodrigo di Destilando Amor, non vedono nessun'altra donna che quella di cui sono innamorati. Anche se la telenovela li costringe a puntate e puntate di lontananza. E in un pomeriggio di troppo caldo e di zapping, la cosa dà soddisfazione.