mercoledì 8 agosto 2007

A Sanlúcar de Barrameda, dove i fantini sfidano il tramonto sulla spiaggia


Come Felipe González e José Maria Aznar prima di lui, anche José Luis Rodriguez Zapatero ha ceduto all'encanto del Parque de Doñana, nell'Andalusia atlantica, e vi passerà le sue vacanze. Ieri ha attraversato il Guadalquivir con la moglie Sonsoles per raggiungere Sanlúcar de Barrameda, dove si è concesso un bagno di folla e una tortilla di calamari in uno dei numerosi ristoranti affacciati sulla spiaggia. Sanlúcar è una deliziosa cittadina famosa per la manzanilla: ci sono bodegas e pubblicità relative ovunque. 
La prima volta che ci sono andata è stato con una crociera turistica da Siviglia. Sabato mattina di giugno, partenza alle 8.30 e arrivo previsto alle 12.30. Con me giovani coppie spagnole pronte a un pomeriggio di sole e di mare, turisti anglosassoni e giapponesi e un gruppo di sivigliani che a un certo punto si è messo a improvvisare alcuni passi di sevillanas. La crociera è consigliabile solo perché è un viaggio nell'Andalusia che non ti aspetti. Per esempio, da Siviglia fino all'estuario non ci sono più ponti, la presenza del Parque de Doñana  lo impedisce: capita di incontrare sulle rive del grande fiume gruppi di famiglie ai lati dell'auto, in attesa di essere caricate su antiche barche piatte, per attraversare il fiume e riprendere il viaggio. Cose che sanno di Polesine del dopoguerra. Poi il paesaggio si fa piatto e noioso, ogni tanto qualche fila di alberi con qualche nido tra i rami e l'attesa per Sanlúcar che non arriva mai si fa lunghissima. 
Quando finalmente si arriva, ben oltre le 12.30, diciamo anche un'ora dopo, si sbarca alla Fabrica de Hielo, dove fino a qualche decennio fa si fabbricava il ghiaccio e oggi si organizzano i viaggi al Parque de Doñana, sull'altro lato della riva. In realtà la cittadina richiede molto di più di un pomeriggio per essere scoperta e apprezzata. Ma questo l'ho realizzato solo poco tempo fa, quando andarci è diventata una consuetudine. 
Come la maggior parte delle cittadine costiere andaluse, Sanlúcar de Barrameda non guarda al mare: il suo centro storico si è sviluppato all'interno, ai piedi del Castillo de Santiago di memoria araba, situato su una collina, a controllare il territorio. Da lì si possono vedere le colline che portano a Jerez de la Frontera, l'immenso Parque de Doñana e il faro di Chipiona, il più alto di Spagna e il terzo d'Europa. La posizione strategica di Sanlúcar, proprio sull'estuario del Guadalquivir, è sempre stata chiara sin dall'antichità, ed è causa del suo splendore e della sua disgrazia: da una parte era una cittadina dai vivaci commerci, primo porto per i velieri provenienti dalle colonie americane e diretti a Siviglia, dall'altra era obiettivo di pirati di ogni bandiera, proprio perché vivacemente commerciale. Il suo castello, costruito dagli arabi e ristrutturato dai re cristiani, grazie anche al contributo di architetti italiani, apparteneva a una specie di rete di controllo del territorio, dal Guadalquivir fino a Cadice, passando per El Puerto de Santa Maria, già nella Bahia gaditana, che doveva proteggere l'opulenta ricchezza della piana di Jerez de la Frontera, ancora oggi motore economico dell'area. Dal Castillo, così perfetto nella sua concezione militare da aver ispirato anche il forte di Cartagena de las Indias, in Colombia, si può ammirare la città moderna, con la sua cintura verde, che segna quella che era l'antica riva del fiume. Lungo questa linea sorgono i magnifici giardini della città, in primis quelli del Palacio de Borbón Orleans, residenza estiva in stile mudéjar dei duchi Antonio e Maria Luisa Fernanda de Montpensier. Si trova nella Cuesta de Belén, che unisce la città alta, più antica, a quella moderna, sulle rive del fiume. A poca distanza, c'è il Palacio dei duchi di Medina Sidonia, che rivaleggiano con Casa d'Alba per l'estensione dei latifondi in Andalusia e che consentono di visitare solo i giardini della propria residenza (magnifici, ma non quanto quelli degli Orleans). Ai duques de Montpensier e alla loro raffinata corte la città deve buona parte della sua fama, furono infatti loro a trasformarla in città alla moda: con gli altri due santi, San Sebastian e Santander, nei Paesi Baschi e in Cantabria, Sanlúcar costituiva la triade del turismo d'élite della Belle Epoque. Parte di questo antico splendore si può ancora cogliere nel centro storico, che si sviluppa intorno alla plaza del Cabildo. Qui non mancano i bar con i tavolini all'aperto, le tapas che si innaffiano con la manzanilla e il profumo intenso dei fiori. Le viuzze sono un dedalo strettissimo che si apre solo lungo la calle Ancha, con il suo impianto ancora andaluso, ma modernamente ristrutturata con tiendas delle grandi catene d'abbigliamento spagnole; sopravvivono solo deliziose pasticcerie, le uniche tra le tante provate in Andalusia, che valgono davvero la pena. 
Per andare al mare c'è la lunghissima Calzada del Ejercito, un viale alberato che unisce la città antica alla moderna. Così sviluppata che, arrivati al fiume, rende invisibile il Castillo de Santiago un tempo minaccioso e incombente. Il lungofiume è una delle passeggiate preferite dai sanluqueños e c'è da capirli: la calma piatta di Doñana, sull'altro lato, regala una grande serenità, così come i gabbiani in volo e il sole che lentamente tramonta sull'Oceano. A volte vado a Sanlúcar solo per vivere questi momenti di dolce malinconia dell'ora che volge il disio. 
E' su queste spiagge che ogni anno, proprio in questi giorni, i migliori fantini si sfidano nelle carreras de caballos. Uno degli spettacoli più antichi e più selvaggi d'Andalusia: pare siano corse a cavallo nate come sfide tra i pescatori per vedere chi portava prima il pesce al mercato. Col tempo hanno coinvolto fantini e allevatori e si sono trasformate in una delle attrazioni turistiche più importanti di Sanlúcar. Come dicono i locali, sono le uniche corse in cui invece di allontanare il pubblico lo si vuole sul terreno di gara. E accorrono a migliaia da tutto il mondo, per vedere questi abilissimi fantino sfidarsi sul filo dell'acqua, verso il magnifico tramonto sull'Oceano.