A Jerez de la Frontera c'è una mostra che celebra l'80° anniversario della Generación del 27, il movimento culturale che portò nella Spagna della Seconda Repubblica le inquietudini estetiche e letterarie dell'Europa dell'epoca. E' la generazione che riunisce Federico Garcia Lorca e Rafael Alberti, Luis Cernuda e Jorge Guillen, che guardavano ai compatrioti Pablo Picasso e Salvador Dali come esempi di rinnovamento nelle arti. Poche volte nella storia succede di trovare in una stessa generazione tanto genio letterario e culturale, in Spagna successe negli anni inquieti della Seconda Repubblica, che portarono poi alla Guerra Civile e, per molti sopravvissuti, alla diaspora dell'esilio. La mostra di Jerez saluta soprattutto Rafael Alberti, nato a El Puerto de Santa Maria nel 1902, 38 anni di esilio tra Francia, Argentina e Italia, una sola compagna di tutta una vita, la scrittrice Maria Teresa León, che lo ha accompagnato nelle speranze della Repubblica, nelle lotte della Guerra Civile e nelle malinconie dell'esilio (alla sua morte, dopo il ritorno in Spagna, lui ha sposato Maria Asunción Mateo), il pensiero per la Spagna e per la libertà in tutta la sua opera. Una vita davvero avventurosa e intensa, di cui la mostra dà alcune tracce e che parla della coerenza come bene da non perdere mai. Tornato in Spagna nel 1977, durante la Transición, Alberti, fieramente comunista (fu eletto deputato per Cadice per il Partito Comunista Spagnolo), disse: "Me ne sono andato con il pugno chiuso e torno con la mano aperta in segno di concordia tra tutti gli spagnoli". Un'immagine di pace e di tolleranza, in armonia con le speranze e le euforie della Transición. La mostra raccoglie alcuni versi del poeta e scrittore andaluso in grandi cartelloni colorati. Parlano soprattutto delle nostalgie di questo intellettuale, morto nel 1999, amato e rispettato dal proprio Paese, in quel Puerto che ha vagheggiato per tutta una vita in esilio. C'è una poesia che parla delle amarezze dell'esilio, che mi ha ricordato moltissimo il "Tu proverai sì come sa di sale lo pane altrui, e come è duro calle lo scendere e 'l salir per l'altrui scale" di Dante. Purtroppo su Internet non riesco a trovarla. Ho ritrovato invece questi versi dedicati ai bambini dell'Estremadura e al mare gaditano. Mi sono molto piaciuti e le traduzioni non sono ovviamente poetiche
Los niños de Extremadura
Los niños de Extremaduravan descalzos.
¿Quién les robó los zapatos?
Les hiere el calor y el frío.
¿Quién les rompió los vestidos?
La lluvia
les moja el sueño y la cama.
¿Quién les derribó la casa?
No saben
los nombres de las estrellas.
¿Quién les cerró las escuelas?
Los niños de Extremadura
son serios.
¿Quién fue el ladrón de sus juegos?
I bambini dell'Estremadura
I bambini dell'Estremadura
vanno scalzi
chi ha rubato loro le scarpe?
Li feriscono il caldo e il freddo
chi ha rotto loro i vestiti?
La pioggia
bagna loro il sonno e il letto
chi ha distrutt loro la casa?
Non sanno
i nomi delle stelle
Chi ha chiuso loro le scuole?
I bambini dell'Estremadura
sono seri
Chi è il ladro dei loro giochi?
El mar. La mar.
El mar. ¡Sólo la mar!
¿Por qué me trajiste, padre,
a la ciudad?
¿Por qué me desenterraste
del mar?
En sueños, la marejada
me tira del corazón.
Se lo quisiera llevar.
Padre, ¿por qué me trajiste acá?
Il mare
Il mare. Solo il mare!
Perché mi hai portato, padre,
in città?
Perché mi hai allontanato
dal mare?
Nei sogni la mareggiata
mi tira il cuore
Se lo vorrebbe portare via
Padre, perché mi hai portato qui?
Canción n.5
Hoy las nubes me trajeron,
volando, el mapa de España.
¡Qué pequeño sobre el río,
y qué grande sobre el pasto
la sombra que proyectaba!
Se le llenó de caballos
la sombra que proyectaba.
Yo, a caballo, por su sombra
busqué mi pueblo y mi casa.
Entré en el patio que un día
fuera una fuente con agua.
Aunque no estaba la fuente,
la fuente siempre sonaba.
Y el agua que no corría
volvió para darme agua.
Canzone n.5
Oggi le nuvole mi hanno portato
volando, la cartina della Spagna
Che piccolo sul fiume
e che grande sul pascolo
l'ombra che proiettava!
Si è riempita di cavalli,
l'ombra che proiettava
Io, a cavallo, nella sua ombra
ho cercato il mio paese e la mia casa
sono entrato nel cortile che un giorno
era una fontana d'acqua
anche se non c'era la fonte
la fonte suonava ancora
E l'acqua che non correva
è tornata per darmi acqua