mercoledì 22 maggio 2013

Escursioni dalla Costa del Sol: i pueblos blancos, da Casares a Ronda (e ci sono anche i Puffi)

Se passerete le vostre vacanze sulla Costa del Sol e vorrete prendervi una pausa dalle spiagge affollate e dalla costa, questa può essere una buona idea per scoprire l'entroterra dei pueblos blancos, i villaggi bianchi, inerpicati sulle pendici delle colline, con le loro viuzze strette e lastricate, le pareti bianchissime, i patios fioriti, i gerani rossi ai balconi di ferro battuto, e l'inevitabile campanile che suona le ore. 
C'è un grande contrasto, tra la Costa del Sol cosmopolita e moderna e il suo entroterra, a volte selvaggio, con dirupi e boschi mediterranei solitari; ricorda vagamente l'entroterra ligure, anch'esso con boschi di macchia mediterranea e paesaggi selvaggi, da far pensare che non doveva essere tanto diverso allo sguardo del primo uomo che ha attraversato quelle valli. Poi, all'improvviso dietro una curva, appare un paesino con il suo impianto arabo, la sua chiesa costruita su una moschea, le sue viste mozzafiato, e si capisce che di solitario e selvaggio, niente. Qui l'uomo è presente da migliaia di anni: queste terre sono state l'ultimo rifugio dei Neanderthal, il passaggio obbligato per l'homo sapiens in arrivo dall'Africa, il territorio esplorato dai Fenici alla ricerca della fine del mondo e di nuove coste da colonizzare. L'entroterra di Málaga si inerpica sulla Sierra alla ricerca di Ronda e della strada per Granada e regala ai turisti giornate di relax, con il profumo del jazmin, il gelsomino, la brezza che arriva dal Mediterraneo, lontano dalla pazza folla delle spiagge, ma non dai popoli nordici, dato che tedeschi, scandinavi e britannici si sono spesso inventati una seconda vita proprio qui, ristrutturando case, antichi cortijos (cascine) o, addirittura, colonizzando interi paesini. 
Dalla Costa del Sol, risalendo da Estepona, Marbella o dalla stessa Málaga verso Ronda, sono molti i paesini da scoprire e da vedere. Si può iniziare da Casares, che appare a sorpresa dietro una curva. Le sue origini risalgono ai Fenici e anche qui sono passati proprio tutti, dai Romani ai Mori e ai Cristiani; il risultato è un castello del XII secolo, costruito dagli arabi e rimaneggiato dai Cristiani, che domina il paesino; la chiesa più importante, quella dell'Incarnazione è del XVI secolo ed è costruita sull'antica moschea del villaggio; tra gli altri monumenti che rendono Casares molto interessante ci sono i Baños de la Hedionda, che la leggenda vuole abbiano guarito addirittura Giulio Cesare da un herpes con le loro acque, ottenendo così fama imperitura tra i romani, e la casa natale di Blas Infante, l'intellettuale e politico ucciso durante la Guerra Civile, che diede agli andalusi il senso della loro identità e dell'orgoglio della loro patria andalusa. Se avete la fortuna di visitare Casares in una giornata limpida, dalle mura  arabe, all'orizzonte, potrete intravedere il profilo dell'Africa.
Proseguendo verso Ronda si incontra Gaucín; anche questo paesino è sorto intorno a un castello di origine araba, situato in posizione strategica per controllare la valle del Genal, lungo la quale si sono uccisi per secoli Cristiani e Arabi; il castillo del Águila, questo il suo nome spagnolo, deve il suo attuale aspetto a un'esplosione, nel 1843, che lo danneggiò gravemente, senza più essere restaurato; sebbene in rovina, continua a dare un'idea della sua possenza e, soprattutto, regala viste grandiose su Gaucín e i dintorni. All'interno del castello c'è l'Ermita del Santo Niño, costruita nel XVII secolo; e al Bambin Santo in essa venerato è dedicata la festa più importante del paese; la chiesa di San Sebastián è uno dei migliori esempi di architettura barocca dell'area e conserva una bella scultura della Vergine delle Nevi; ancora stile barocco, questa volta nella plaza de la Farola, per la Fontana delle Sei Canne, con il frontone diviso in sei spazi, su cui si trovano i sei volti, oggi non identificabili, anche a causa dell'erosione, che danno il nome alla fontana. 
Lasciando per un attimo la strada che sale a Ronda, si può deviare verso oriente, fino a raggiungere Júzcar, paesino di 250 abitanti della Valle del Genear, che ha scelto liberamente un paio di anni fa di non essere più un pueblo blanco. Le sue case sono tutte dipinte di turchese: la Sony Pictures Releasing lo ha scelto nel 2011 per la presentazione mondiale de  I Puffi 3D, trasformandolo nel villaggio dei Puffi. E da allora visto il successo anche turistico, Júzcar ha scelto di mantenere il nuovo colore e di continuare a essere il villaggio dei Puffi. Dalla Costa del Sol continuano ad arrivare migliaia di turisti, incuriositi dalla trovata: non capita tutti i giorni di trovarsi un pueblo blanco tutto turchese, in piena Andalusia. 
Ronda è a poco meno di due ore dalla Costa del Sol ed è una delle cittadine andaluse che rimangono più nel cuore. Merito del Puente Nuevo, l'audace ponte che unisce le due parti della città, superando la gola sul fiume Guadalevín; della sua plaza de toros, la più antica di Spagna, una di quelle che meritano davvero una visita, data la fascinosa architettura interna, con la doppia galleria affacciata sull'arena; dei suoi Baños Árabes, costruiti nel XIII secolo, i meglio conservati della regione e recentemente riaperti al pubblico. Ma anche a Ronda, come in tutti i pueblos blancos, e come in buona parte dell'Andalusia, non è solo questione di monumenti, di tracce romane, di castelli arabi e di cucina andalusi. E' soprattutto questione di colori, di profumi, di suggestioni, di scorci, di panorami, di luci, di un patio che si apre all'improvviso e un suono d'acqua fa immaginare che, di una serie di azulejos all'ombra di una chiesa che fu moschea che fa pensare ma, del mare intravisto nella lontananza, mentre all'orizzonte si disegnano il profilo del Pennone e dell'Africa e vuoi vedere che.
Le foto di Casares, Gaucín, Júzcar e Ronda, dal web.