domenica 3 agosto 2008

Le mille corride di Francisco Rivera Ordóñez

L'arrivo di Cayetano al ruedo ha un po' oscurato la sua popolarità e la sua fama, ma il 34enne Francisco Rivera Ordóñez non se l'è mai presa e guarda con affetto alla carriera del fratello. La sua è iniziata tredici anni fa, sotto la guida del nonno Antonio Ordóñez, uno dei più grandi toreri del XX secolo; ha conosciuto gli alti e bassi di tutte le carriere, è stata condizionata dalla sua presenza sui media, causa matrimonio movimentato con Eugenia, l'unica figlia della Duchessa d'Alba, da cui è nata Cayetana, la sua unica bambina, e causa successivo amore con Blanca, cugina di Eugenia, che sembra avergli dato la serenità e la maturità necessarie al suo mestiere. E' anche cambiato il suo rapporto con gli invadenti e insopportabili media spagnoli: fosco e tempestoso ai tempi del matrimonio con Eugenia, addirittura con varie denunce e la richiesta di una legge che tuteli i famosi dalle telecamere e i microfoni per strada, più spigliato e sorridente, persino disposto a qualche ironia in questi anni sereni accanto a Blanca.
Il 17 agosto Francisco celebrerà a Estepona, in provincia di Málaga, la sua millesima corrida e si chiuderà nella plaza de toros locale con sei tori; sarà un one-man-show di questi che si concedono i toreri più esperti quando vogliono ringraziare pubblico e aficionados. Lui confessa nervosismo e passione.
L'ABC di questa mattina riporta una bella intervista, tutta dedicata, incredibilmente, solo al toreo. Per leggerla tutta, in spagnolo, il link è questo; qui alcuni passi in italiano.

- Ha mai pensato che sarebbe arrivato a 1000 corride?
No, non sono un torero che si preoccupa esageratamente di quante corride farà quest'anno o di voler essere primo in classifica. Non ne avevamo proprio idea, è stato il responsabile delle spade di El Cordobés che ci ha detto che mi mancavano trenta corride per arrivare a mille. Non potevo crederci.
- Che sensazione ha?
Penso molto a quel giorno, è diventato speciale. Mille corride di tori non si toreano tutti i giorni. Gli amici mi stanno rispondendo, la causa vale la pena... va tutto a grande velocità. Sono nervoso.
- Perché ha scelto il flamenco come musica?
Il flamenco me encanta. Prima di andare alla plaza ascolto flamenco. E anche per darle un carattere più speciale alla corrida. Inoltre non viene chiunque, vengono flamencos di altissimo livello, come el Morao, Fernando de la Morena, Diego Carrasco, Fernando Soto, Antonio Santiago… Prima sono amici, poi hanno tutta la mia ammirazione. E viene anche la banda de Los Barrios, la migliore che ci sia in Andalusia
- Perché Estepona e non Ronda, una plaza così legata a lei e alla sua famiglia?
Lo abbiamo pensato e meditato. E' che Ronda è molto speciale e una responsabilità grandissima. Estepona è una plaza che mi porta buoni ricordi, l'ha fatta mio nonno e il gestore, Salvador Vega, si è comportato molto bene
- Per quel giorno ha previsto fare qualcosa di speciale?
Uccidere sei tori è sempre speciale. Non si può dare sceneggiatura a un giorno di toros. Con sei tori non puoi cadere nella monotonia, è un giorno per lasciare fluire quello che sento e spingere l'acceleratore.
- I suoi cognomi l'hanno aiutata o in determinati momenti hanno fatto sì che la si misurasse con un metro distinto?
La bilancia è stata corretta. I cognomi hanno aiutato. Prima avendo al mio fianco il più grande di tutti i grandi, che è stato Antonio Ordóñez. Poi mi ha aperto molte porte. Annunciare il figlio di Paquirri e il nipote di Ordóñez in qualunque Feria importante ti dava credibilità. E' anche vero che la gente mi ha chiesto di più.
- Il cartel ideale?
Per me è stato importante aver preso l'alternativa (l'alternativa è la corrida con cui il novillero diventa matador NdRSO) con Espartaco. Dopo ho condiviso cartel con toreri come Paco Ojeda, che ho ammirato fino all'infinito, come Curro Romero, con Rafael de Paula a Jerez... Poi c'è un cartel molto bello con Joselito e Ponce; con Manzanares padre mi è piaciuto moltissimo e ho l'orgoglio di aver dato l'alternativa a Manzanares figlio... Un cartel che mi ha dato molto è stato Litri. Jesulin ed io. Adesso con El Juli ed El Fandi. E, soprattutto, dare l'alternativa a mio fratello, cosa che non avrei mai immaginato.
- 13 anni dalla sua alternativa, è superstizioso?
No, ho due o tre manie, ma non mi considero superstizioso
- Organizza la Corrida Goyesca di Ronda; si potrebbe intendere questa fiesta senza la presenza di un Ordóñez?
Oggi credo di no. Essendoci un Ordóñez in attivo, almeno a un livello minimo deve torearla. La Goyesca è qualcosa di grande, il monumento vivo ad Antonio Ordóñez. E' impressionante l'interesse mondiale. Inoltre è una responsabilità immensa per me e per mio fratello, che ci sentiamo come gli anfitrioni.
- Come si vince la paura?
Ci ho pensato molto, senza paura non c'è valore. La paura deve esistere, quello che bisogna fare è dominarla. Come? non lo so, se sapessi l'equazione... Sì, credo che ci sono toreri che hanno più coraggio di altri, che vincono meglio la paura... Però non c'è solo la paura del dolore fisico, ma anche della responsabilità, dei tuoi sogni...
- Come vede le corride in questo inizio del XXI secolo?
Stanno ricevendo molti attacchi, ma non sono reali. Molti politici usano i tori come arma incandescente, ma più che contro il toro, contro quello che dicono che rappresentano, quando il toro non rappresenta niente, è la Fiesta Nacional. Se la Spagna si conosce per qualcosa, è proprio per i tori. Noi rispettiamo quelli a cui non piacciono più di quanto loro rispettino noi. A parte questo, vedo il toreo in un momento incredibile: ci sono scuole taurine dappertutto, c'è un ventaglio di toreri importanti come non c'è mai stato, il livello del toreo è molto alto e porta più gente alle plazas che il calcio agli stadi. Inoltre vive un buon momento perché non ha l'appoggio politico che dovrebbe avere, non ha appoggio mediatico, ha molti detrattori, non ha un gruppo che lotti a favore della sua diffusione... e siamo qui. Sono favorevole al fatto che il toreo stia nella Cultura e non negli Interni.
- Quando dirà addio si dedicherà all'allevamento?
Passo dei brutti momenti per via dei miei tori. Pensare che un mio toro possa calpestare un torero... me muero. Mi vedo di più come imprenditore, è un mondo che mi piace e che, per circostanze della vita, ho dovuto conoscere all'improvviso a Ronda, facendomi carico dell'organizzazione della Corrida Goyesca. Adesso sto vivendo una grande esperienza con la gestione della plaza di Málaga. Nel mondo delle imprese mi sento a mio agio.