lunedì 15 settembre 2008

Alejandro Agag: la Formula 1, un convento di monache paragonato alla politica

Alejandro Agag è famoso per essere l'enigmatico genero di José Maria Aznar; è stato segretario del Partito Popolare Europeo, poi, a 33 anni, ha sposato, in una delle cerimonie più sfarzose che si ricordino in Spagna, la 21enne Ana Aznar, unica figlia dell'allora presidente del Governo spagnolo. Per evitare qualunque speculazione ha abbandonato la politica, si è trasferito a Londra, dove vive con la moglie e i tre figli del loro matrimonio in un elegante palazzina di Chelsea ed è diventato uno degli uomini che dall'ombra sono pronti a prendere il posto di Bernie Ecclestone nella Formula 1 del futuro. ABC ha ottenuto una delle poche interviste che questo 38enne di famiglia buona ma non ricchissima, silenzioso e discreto, concede ai media. Ecco alcuni passaggi; in lingua originale, e intera, la trovate qui

-Può spiegare in poche parole come è finito in Formula 1?
E' stato un caso. Per ragioni personali ho lasciato la politica, mi sono guardato intorno per vedere che possibilità avevo e il mio amico Flavio Briatore mi ha proposto di fare cose in Formula 1. Non avevo idea di questo sport, ma vi ho intravisto possibilità e mi sono deciso.
- La sua grande conquista è stata vendere i diritti televisivi di uno sport semiclandestino (Agag è detentore dei diritti tv della F1 in Spagna, a cui sono collegati concorsi e giochi vari, che gli rendono a loro volta consistenti percentuali NdRSO). Intuizione, informazione privilegiata, sagacia?
Niente di tutto questo. Un colpo di fortuna. Nessuno voleva i diritti di uno sport minore e siamo stati capaci di creare l'opportunità. C'era un pilota straordinario nelle categorie inferiori (Alonso) e molto giovane. Si dice sempre che ci sono centinaia di piloti così, ma Flavio diceva che era una star...
- Insomma, è stata un'intuizione di Briatore
Lui ha visto in Fernando un carisma straordinario e così è stato. E' diventato un fenomeno sociale in Spagna. Io ero solo nel posto adeguato nel momento adeguato.
- Qual'è stata la cosa più difficile in F1?
Non saprei dirle, nel paddock bisogna avere molta umiltà. Lì convivono le persone più brillanti del mondo degli affari, la tecnologia e bisogna procedere con prudenza, passo a passo. Non sono una stella, sono un pedone. Dirigo un team di GP2, porto piloti giovani. E' una corsa di fondo e io voglio stare qui molto tempo
-Cosa fa esattamente in Formula 1?
Sono proprietario del team Barwa della GP2 e lavoro per la Renault in collaborazione con gli sponsors, non ho un intervento diretto in Formula 1.
- Com'è Bernie Ecclestone?
E' un genio, vede sempre da un angolo diverso dagli altri. Propone un fuoco originale che permette sempre qualche guadagno economico
- Cosa ha fatto ultimamente che l'ha sorpreso?
Ha aumentato del 1000% le entrate delle sponsorizzazioni del Queens Park Rangers (squadra della serie B del calcio inglese, proprietà di Briatore ed Ecclestone e diretto da Agag NdRSO). Sono il consigliere delegato e siamo già la quinta squadra inglese per rendimento pubblicitario, dietro a Manchester United, Liverpool, Chelsea ed Arsenal.
- Quali sono i principi di Ecclestone?
Meglio non vendere che vendere economico. La F1 è lo sport più caro che esista, ma attrae tutto il mondo. E' esclusivo per il prezzo, ma non è escludente, perché piace a molte persone.
- La F1 vende esclusività, prima di tutto?
Certo, la gente la vede come qualcosa di lontano, siamo marziani, noi che siamo qui. E' molto difficile lavorare qui, sia come piloti, ingegneri o come giornalisti.
- E' più facile la F1 o il calcio?
Facile, nessuno. La F1 è più prevedibile. Nel calcio puoi avere i migliori azionisti, calciatori, tecnici ecc, e il Chelsea può perdere con il Queens Park Rangers. Però la Ferrari non perderà mai con Force India (a meno che non fonda il motore a pochi giri dal traguardo, un pilota non finisca insabbiato o la pioggia faccia vincere Sebastian Vettel... le ultime parole famose di Alejandro Agag, dette per di più a Monza! NdRSO)
-Cosa è fondamentale per trionfare in F1? i contatti, il denaro o la mancanza di scrupoli?
Chi non ha scrupoli finisce sempre male. C'è sempre l'effetto di ritorno. Solo con i soldi non si trionfa in questo mondo. I contatti sono molto necessari, chiaro. Ma la cosa fondamentale sono i buoni piloti, i buoni ingegneri e i buoni sponsors.
- A cosa aspira nella F1?
A quello che mi tocca. Tutto cambia così rapidamente che non ho un obiettivo concreto. Voglio stare qui molti anni, anche se non so come. Se mi guadagno un prestigio come dirigente nel GP2 (il suo team ha appena vinto il campionato NdRSO), magari posso dare un salto all'altro livello
- Al famoso team spagnolo che non si concretizza mai?
Non credo ci sarà mai un team spagnolo di F1
- Perché?
Perché in Spagna c'è molto denaro, ma non c'è denaro destinato a fare una squadra spagnola di F1. Abituati a vedere vincere Alonso, non ci piacerebbe avere una scuderia perdente. Non lavoro per creare una squadra spagnola.
-Le ricordano molto l'influenza di Aznar nel suo successo professionale?
Ci sarà sempre qualcuno che lo pensa. Quello che infastidisce è che a qualcuno vadano bene le cose, che ci vogliamo fare. Ognuno cerca il proprio spazio nella vita e il mondo politico non ha alcuna influenza nella F1.
- Quale le squadra le piace per gestione e modello di lavoro?
Mi piace la Renault per la gestione di Flavio e la Ferrari per quello che significa. La F1 si sostiene su tre elementi: il suo nome, la Ferrari e il GP di Monaco. Rimarrebbe molto danneggiata se ne venisse a mancare uno.
- E chi è il migliore pilota? non vale dire Alonso
Mi piace molto Kubica, si muove in un ambiente ostile, come Fernando in McLaren, e continua. Mi piacciono anche Di Grassi, Petrov e Bruno Senna.
- Ha conosciuto qualcuno che dica la verità nel paddock?
Guardi, qui si sa tutto, io non ho mai ingannato nessuno e dico sempre la verità.Vengo dalla politica e la F1 è un convento di monache paragonato alla politica. Sono della confraternita delle carmelitane scalze.