lunedì 13 febbraio 2012

La torre della Gemasolar, luminosa compagna di viaggio d'Andalusia

Per un viaggiatore ci sono sempre punti di riferimento, che gli fanno capire a che punto è del suo percorso. Per esempio, se dal Mar Ligure si torna verso nord, è l'apparizione del Monviso, che fa sentire l'aria piemontese; ed è il suo continuo spostamento verso sud a marcare la distanza da Torino. Dell'apparizione di Superga, per chi arriva a Torino da Piacenza o da Milano ho già raccontato (e in questo caso prescindiamo dalle implicazioni sentimental-emotive all'apparizione del colle per ogni torinese di ritorno a casa).
In Andalusia, per chi viaggia sull'Autopista del Sur, l'autostrada che attraversa tutta la regione, da Cadice fino a Despeñaperros, il passo che apre le grandi pianure della Castiglia e il cammino a Madrid, c'è un nuovo punto di riferimento. E' la luminosa torre della Gemasolar, che appare poco dopo Carmona, per chi è diretto a nord, e continua ad apparire e scomparire, fino alle colline che nascondono Córdoba.
E' la parte più visibile da lontano di un impianto solare d'avanguardia, per produrre energia elettrica anche in assenza di sole. Intorno alla torre sono disposti 2650 specchi, che si muovono al muoversi del sole e che catturano la sua luce, per proiettarla alla torre; .gli specchi sono disposti in anelli concentrici, fino a una distanza di 1 km dalla torre. Le radiazioni che gli specchi trasmettono alla torre, vengono ricevute da un ricettore, che raggiunge temperature superiori ai 5000°C e che assume per questo una grande luminosità.
Ed è questa luce che lo trasforma in un piccolo faro per i viaggiatori dell'Autopista del Sur. La prima volta che l'ho visto è stato alcuni mesi fa, di ritorno da Córdoba. L'autobus su cui viaggiavo aveva appena superato le colline di Córdoba e, durante la discesa verso Écija, ho notato questa fonte luminosa, circa 80 km più a sud. Ho pensato immediatamente alla torre della Gemasolar, anche se mi sembrava troppo lontana per essere già così visibile. Invece no.
Era proprio lei, la torre Gemasolar, che mi ha accompagnato nel cammino verso Siviglia fino a poco prima di Carmona, quando, nel punto di maggiore vicinanza, si è visto anche il resto della torre (ma non gli specchi concentrici disposti intorno ad essa).
La grande sorpresa, però, è stata vedere la luce anche da Medina Alzahara, la città califfale costruita alle porte di Córdoba nel X secolo. Dalla collina del sito archeologico, spostando lo sguardo verso l'orizzonte meridionale, la magnifica pianura del Guadalquivir è movimentata dal grandioso castello di Almodovar, su un colle solitario come la Rocca di Cavour, in Piemonte; e, appena percettibile, c'è anche la luce della Gemasolar, che indica Carmona, un centinaio di km più a sud. Incredibile e inaspettata. Sarà per questo che, tornando a Siviglia, non appena vedo spuntare di nuovo la sua luce, superate le colline di Córdoba, le voglio più bene e sento la sua compagnia, quasi fino alle porte di casa.