venerdì 16 gennaio 2009

Liliana Lozano, l'ultima amante del narco Vargas

L'8 gennaio è stato assassinato nell'Ospedale 12 de Octubre di Madrid il colombiano Leonida Vargas Vargas, che fu uno dei più potenti narcotrafficanti degli anni 80 e 90, a capo dei cartelli di Caquetá e Putumayo, e che era ancora considerato uno dei 19 capos più pericolosi del mondo, con 329 proprietà sparse nel mondo. Le modalità della sua uccisione sono agghiaccianti: due sconosciuti, con berretto e sciarpa che ne complicano l'identificazione, si sono introdotti nell'ospedale, sono entrati nella camera del narco e hanno chiesto al compagno di stanza se era lui, quando questi lo ha negato indicando il paziente addormentato nell'altro letto, gli hanno intimato di girarsi dall'altra parte, si sono avvicinati a Vargas e lo hanno ucciso con una pistola con silenziatore, poi hanno minacciato l'uomo e sono usciti. A Madrid l'omicidio ha causato sensazione, un po' perché è inusuale un assassinio di questo tipo a queste latitudini e un po' perché il fatto che due sicari possano entrare indisturbati, uccidere e sparire altrettanto indisturbati apre qualche interrogativo sulla sicurezza degli ospedali. Ma l'uccisione di Leonida Vargas era solo l'inizio di una faida continuata in Colombia.
Di ritorno da Madrid, il fratello di Leonida, Héctor Fabio Vargas, è stato torturato e ucciso nei pressi di Cali. Il suo corpo è stato trovato due giorni dopo l'uccisione ed è stato identificato ancora due giorni dopo, quando i suoi familiari hanno denunciato la sua scomparsa. In Colombia di questo omicidio si sta parlando tantissimo: non sarebbe niente di nuovo, se non fosse che accanto al corpo di Héctor Vargas, c'era quello di Liliana Lozano, che nel 1995 fu Reina Nacional del Bambuco. Come molte ex reginette di bellezza colombiane, la bella Liliana aveva iniziato una dignitosa carriera televisiva, prima la presentazione di alcuni programmi, quindi la partecipazione in piccole parti in alcune delle telenovelas più famose del momento, da Pasión de gavilanes fino alla recente La dama de Troya; l'anno scorso aveva ottenuto i primi riconoscimenti interpretando Karen, la bella vicina, nel serial La familia Cheveroni. A 31 anni, bella e con tutta una vita davanti, poteva essere soddisfatta di quello che stava ottenendo. Da tre anni era legata a Héctor Vargas, dopo flirt, mai smentiti dai protagonisti, con l'attore venezuelano Pablo Martin e il calciatore Faustino Asprilla.
La morte di Liliana, vittima di una feroce resa dei conti tra narcos del sud, è l'ennesimo tassello, il più violento, di un fenomeno nient'affatto insolito nella società colombiana: il fascino che i narcos esercitano sulle donne. Ne ha parlato Gustavo Bolivar nel suo libro, Sin tetas no hay paraiso, di cui si è parlato varie volte in questo blog: lo scrittore descrive il lato sordido di questa attrazione che le ragazzine sentono per la ricchezza dei narcos, senza pensare all'assenza di valori morali che l'ha resa possibile. Andrés Lopez, l'autore di El Cartel de los sapos, che descrive ascesa e caduta del Cartel del Norte del Valle dall'interno, essendo stato uno dei factotum del capo de los capos Orlando Henao, racconta anche il rapporto con le donne: Sofia, la fidanzata del protagonista, arriva al ricatto sentimentale del "o io o la coca" per convincere l'amato a lasciare il narcotraffico; Eliana, la figlia viziata di una famiglia agiata e benpensante, inizia a uscire con uno dei fratelli Henao per ribellione e sfida ai genitori, fino a trovarsi invischiata in una trama di ricatti e morte che la obbligano al matrimonio. Ma la realtà, si sa, insegna alla finzione.
La più famosa amante di un narcotrafficante è Virginia Vallejo, che negli anni 70 era una delle donne più belle dell'America Latina e all'inizio degli anni 80 era l'anchor woman più popolare della Colombia; è stata l'unica giornalista colombiana presente al matrimonio di Carlo e Diana d'Inghilterra, per dire, ha realizzato reportage e interviste in tutto il mondo e, alla fine degli anni 90, la rivista Hombre l'ha inserita nell'elenco delle 10 colombiane più sensuali del XX secolo. Dal 1983 al 1987 fu l'amante di Pablo Escobar, il potentissimo e spietato capo del Cartello di Medellin. Un amore che ha raccontato nel libro Amando a Pablo, odiando a Escobar, che le è costato la tacita espulsione dalla Colombia: avendo svelato i legami di Pablo con la politica e il potere, anche con l'attuale presidente colombiano Alvaro Uribe, diventato campione della lotta al narcotraffico, ha ricevuto numerose minacce di morte, fino a rifugiarsi a Miami (dopo di lei è scappato anche Gustavo Guillén, corrispondente di El Nuevo Herald e accusato da Bogotà di aver collaborato con Virginia nella scrittura del libro). Dalla sua casa di Miami Virginia è adesso un'instancabile fustigatrice di Alvaro Uribe e ha collaborato con gli Stati Uniti, offrendo testimonianza in vari processi contro i narcotrafficanti. A vedere l'intensa attività dell'ex amante di Escobar, si capisce perché i sicari del Valle abbiano ucciso anche Liliana Lozano: queste ragazze che i narcos si portano ovunque, un po' per ovviare alla sostanziale solitudine, un po' per esibirle, come simbolo della loro sfrontata ricchezza, sono testimoni pericolosissime, una potente arma in mano al nemico se si rivoltano.
Virginia Vallejo rappresenta in qualche modo l'amante pensante e intelligente, in fondo aveva 34 anni quando ha iniziato la sua relazione con Escobar ed era all'apogeo della sua bellezza e della sua carriera. Natalia Paris, considerata oggi la modella più popolare della Colombia, è l'immagine dell'amante giovane e ingenua. A 22 anni si è innamorata di Julio César Correo, alias Julio Ferro, membro del cartello di Medellin e ha vissuto con lui a Miami, dove è nata la figlia Mariana e dove lei ha continuato la sua carriera di modella. Adesso lei giura che non sapeva, che non credeva agli avvertimenti di amici e familiari, che Julio non le ha mai detto niente e che lei era molto innamorata. Dopo la sua scomparsa (in realtà Ferro si era trasferito a Miami per negoziare con la DEA ed è stato ucciso per questo), Natalia è tornata in Colombia e ha fatto molta fatica a ritrovare il proprio posto tra le modelle locali. Adesso che è considerata la numero 1 e che la sua storia è finita in tv nella miniserie El cartel, tratta dal libro di Andrés Lopez, si sente in grado di raccontare la sua verità, anche se non riesce a sfuggire all'immagine controversa e ambigua di ex amante di un narco.
Virginia, Natalia, la stessa Liliana, rappresentano il lato più glamour di questo legame tra i narcos e le belle donne, Sin tetas no hay paraiso quello più umiliante e machista. La spiegazione più convincente su come sia possibile, la fornisce il giornalista Pablo César Carrillo, che parla del fenomeno analogo in corso in Messico. E per quanto allucinante entra in molta psicologia femminile e spiega il grado di penetrazione della cultura narco nella società: "Una donna non si sente bella se non ha pretendenti narcos... Ho parlato con ragazze che si sentono male perché non hanno avuto pretendenti trafficanti e le loro amiche sì. E quelle che hanno un fidanzato narco se ne vantano perché è noto che i narcos non si innamorano delle donne brutte".