mercoledì 7 ottobre 2009

Corruzione in Spagna: così la rete Gürtel comprava i dirigenti del PP

Passate distrazioni come l'ingaggio di Fernando Alonso alla Ferrari o la sconfitta di Madrid nell'assegnazione dell'organizzazione delle Olimpiadi 2016, si torna alle cose serie. E in questo momento in Spagna c'è forse solo la crisi economica più seria della trama di corruzione del PP scoperta dal giudice Balthasar Garzón nel cosiddetto caso Gürtel. In realtà di questo scandalo si era già parlato su Rotta a Sud Ovest alcuni mesi fa, quando era solo all'inizio e niente faceva presagire la tegola che sarebbe diventato per Mariano Rajoy.
Il sistema di corruzione è stato messo in piedi dall'imprenditore Francisco Correa e dai suoi uomini, in particolare dal responsabile della filiale valenciana della sua impresa Álvaro Pérez, ormai famoso in tutta la Spagna come El Bigotes. Tra il 2000 e il 2005 Correa ha corrotto esponenti di primissimo piano del partito, soprattutto a Madrid e a Valencia, per poter organizzare eventi sia del PP sia delle Comunidades Autonomas. Per mesi El Mundo ed El Pais hanno litigato sui sarti di Francisco Camps, potente presidente della Comunitat Valenciana: secondo l'accusa il sarto degli eleganti vestiti del presidente era pagato da Correa, secondo la difesa non c'era niente di male in questo. Il Tribunal Superior de Justicia di Valencia ha concluso alcune settimane fa che ricevere abiti in regalo non è necessariamente segno di corruzione; in mezzo i contratti dal PP valenciano e dalla Comunitat Valenciana alle imprese di Correa (secondo calcoli pubblicati da El Mundo, Correa avrebbe investito in politica 5,5 milioni di euro, guadagnando otto volte di più). La sentenza del Tribunale di Valencia è stata per Mariano Rajoy una boccata di ossigeno in una vicenda che ha gestito male, e molto probabilmente in buona fede, sin dall'inizio, senza coglierne l'enorme portata.
Così, quando El Pais prima ed El Mundo poi hanno svelato i progressi delle indagini a Valencia, comprendenti anche intercettazioni telefoniche in cui si parlava di una contabilidad B, utilizzata per soddisfare i capricci degli esponenti popolari, Mariano Rajoy si è trovato davanti al più grave scandalo di corruzione che abbia mai riguardato il suo partito. La Filesa del PP, titolava qualche giorno fa El Mundo, ripensando alla società create dal PSOE per giustificare il finanziamento illegale al partito, negli anni '80. E non ci sono solo le intercettazioni telefoniche. In questi giorni è stato tolto il segreto istruttorio alle indagini di Garzón. 17mila pagine che rivelano gli stretti vincoli tra altissimi dirigenti del PP e Francisco Correa, a cui piaceva risultare, nella sua contabilità B, come don Vito. All''ex coordinatore elettorale del PP Jesús Sepúlveda (allora marito dell'attuale numero 3 del PP Ana Matos), Correa ha regalato una Jaguar e ha fatto avere per quattro anni somme mensili per circa 440mila euro totali (vinte le elezioni nel Comune madrileno Pozuelo de Alarcón, Sepúlveda ha ricambiato assegnandogli il progetto dell'Ufficio dei Rapporti con il Cittadino e affidandogli vari eventi). A Valencia, dove Correa e soci sembra abbiano corrotto l'intero vertice del partito, uno degli uomini della trama era Ricardo Costa, segretario locale del PP, a cui è stata comprata un auto, un Infinity EX50, in cambio dell'assegnazione dell'organizzazione degli atti elettorali del Partito e degli eventi della locale Generalitat. Per farla breve, come sintetizza El Mundo, "buona parte della struttura del PP è stata infettata dalla corruzione: le imprese di Correa hanno fatturato 17,8 milioni di euro ai popolari tra il 2000 e il 2007 e solo dalla Comunidad de Madrid hanno ottenuto 3 milioni di euro". Nella contabilidad B risulta anche Alejandro Agag, il genero di José Maria Aznar. Non è la prima volta che viene sfiorato dalle indagini, ma questa volta, probabilmente consapevole del pericolo per la sua immagine e per la sua reputazione, ha emesso immediatamente un comunicato in cui smentisce rapporti con la trama (non con Correa e Pérez, che furono invitati al suo faraonico matrimonio con Ana Aznar) e minaccia azioni legali contro chiunque tenti di coinvolgerlo.
Il PP si trova adesso davanti a due seri pericoli ed è a questo punto che possiamo vedere davvero di che pasta è fatto Mariano Rajoy, al di là delle battute sarcastiche dedicate a Zapatero in Parlamento e dell'atteggiamento moderato che ha adottato in questa legislatura, conquistando molti elettori del centro. Le indagini colpiscono il sistema di potere del PP di Aznar, mostrano un partito in mano a dirigenti corrotti e corruttibili, in vendita per un auto sportiva, vacanze esotiche e un abito su misura. E' il PP della maggioranza assoluta della fine degli anni '90, che si sente onnipotente (l'opposizione del PSOE ancora immerso nel dopo-González era inesistente) e che produce una classe dirigente mediocre e, per quello che si legge, corrotta. Potrà il Partito sopportare un'analisi così spietata di quelli che sono stati i suoi anni di massimo splendore? La risposta è nelle mani della reazione di Rajoy e del suo staff (non dimentichiamo che c'è Ana Matos, ex moglie di Sepúlveda e già in forte difficoltà alcuni mesi fa, accanto a Rajoy). Ma le indagini non si fermano a queste storie di corruzione personale: secondo le ipotesi fiumi di denaro del PP (e dei cittadini) sono finiti non solo alle imprese di Correa, ma anche a un possibile sistema di finanziamento illegale del Partito sia nella Comunidad Valenciana che in Galizia, terra di origine di Rajoy. Insomma, un caso di corruzione che sembrava circoscritto tra Madrid e Valencia si sta allargando a tutta la Spagna, con sviluppi ancora imprevedibili per il Partito. "Dobbiamo mantenere la mente fredda nella gestione del caso Gürtel" ha detto Soraya Sáenz de Santamaria, numero 2 del Partito ai giornalisti. Vero, ma se il PP non mostra decisione e determinazione, tutto questo non è una buona notizia per gli spagnoli in fuga da Zapatero.