mercoledì 16 dicembre 2009

Il segreto dei suoi occhi, uno dei migliori film degli ultimi anni

1.jpg (14406 byte)Vari media hanno definito El secreto de sus ojos il miglior film argentino degli ultimi anni. Sono sempre prudente di fronte a superlativi così impegnativi, ma non esito a definire questo film di Juan José Campanella uno dei più bei film che abbia visto ultimamente. E' rimasto fuori dalla cinquina dei Golden Globe (in cui è però incomprensibilmente entrato il mediocre Los abrazos rotos), è il candidato dell'Argentina ai Premi Oscar (e speriamo che stavolta entri nella cinquina), è stato ignorato al Festival di San Sebastian, ha vinto il Premio del Pubblico a L'Avana. Chissà se un simile palmarés e la presenza di Ricardo Darin faranno che arrivi in Italia. Lo auguro a chi non capisce lo spagnolo (chi lo capisce, trova El secreto de sus ojos facilmente in Internet).
Il film inizia lentamente e inizia ad attirare lo spettatore ancora più lentamente, ma quando lo ha conquistato lo tiene legato fino al finale, facendolo passare in un vortice di emozioni e di sentimenti. Se dovessi pensare a un aggettivo per definire El secreto de sus ojos il primo sarebbe dolente, ma non comprenderebbe tutto quello che si prova nelle due ore trascorse con Ricardo Darin, Soledad Villamil, Pablo Rego, Guillermo Francella, tutti gi splendidi protagonisti di questo piccolo gioiello argentino.
La storia inizia quando Benjamin Esposito, una vita trascorsa in tribunale come funzionario, va in pensione e decide di scrivere un libro sull'assassinio di una ragazza, avvenuto nel 1974. Un assassinio che, scopriamo mano a mano nel film il perché, non è mai riuscito a superare. La stesura del libro gli offre l'occasione di rivedere Irene Menéndez Hastings, uno dei giudici del tribunale, di cui è sempre stato innamorato. E' con lei che ritorna trent'anni indietro, alle indagini sull'omicidio della giovane signora de Morales, brutalmente violentata prima di essere uccisa. Indagini difficili e complicate anche dalle libertà dalla legalità che Esposito e l'inseparabile collega Pablo Sandoval si prendono. Dopo che il caso è stato chiuso, senza trovare colpevoli, Benjamin incontra alla stazione dei treni di Buenos Aires, Ricardo Morales, il marito della giovane assassinata: convinto che il responsabile sia un innamorato di gioventù della moglie, dopo il lavoro si reca tutti i giorni alla stazione, nella speranza di vederlo prendere il treno per tornare nel paesino in cui si suppone che viva. Si è mai vista una prova d'amore più tenera e dolente? No. E infatti Benjamin ne rimane colpito e riesce a convincere Irene a far riaprire il caso al giudice. Finalmente riescono ad arrestare Isidoro Gomez, l'assassino, che confessa dopo essere stato sottoposto a un dei più curiosi interrogatori che si siano mai visti e in cui Irene dà prova di conoscere perfettamente l'animo di molti maschi complessati. Ed è a questo punto che succede l'imprevisto e l'imprevedibile.
Siamo in Argentina, è il 1974, il governo di Isabelita sta vivendo quelle convulsioni che porteranno alla dittatura militare, per strada picchiatori e militanti di tutte le sinistre si confrontano continuamente, generando un clima di insicurezza e inquietudine. Gomez è uno dei picchiatori di cui si serve il regime, per cui viene liberato. Non appena lo scoprono, gli idealisti Esposito e Irene corrono dal giudice Romano a chiedere spiegazioni. E sono le sue ciniche parole che ci raccontano l'Argentina di allora. "Sarà un assassino ma  è anche una persona capace di entrare in una casa e fare quello che c'è da fare, per cui la sua vita personale, con tutti i sovversivi che ci sono in giro, non ci preoccupa per niente" "E' un assassino processato!" obietta Irene. "Dottoressa, le chiedo un favore, non si metta, non può far niente, torni nel suo ufficio, si sieda e impari perché l'Argentina che sta arrivando non la insegnano a Harvard. Quanto a te Esposito, pensi che stare al lato della dottoressa ti dia una certa immunità? perché non la lasci in pace? lei è avvocato, tu diplomato mercantile, lei è giovane, tu sei vecchio, lei è ricca, tu sei povero, lei è Menéndez Hastings, tu Esposito, cioè nessuno, lei è intoccabile, tu no". In ascensore, ancora sconvolti, Benjamin e Irene incontrano Gomez che con aria indifferente e minacciosa tira fuori la pistola e poi esce al suo piano senza dire parola. Irene, terrorizzata, convince Esposito ad allontanarsi da Buenos Aires. Mentre Ricardo Morales non riesce a rassegnarsi all'impunità che accompagnerà la morte della moglie, alla stazione rimangono tutte le cose non dette tra Irene e Benjamin.
Ai nostri giorni, il ricordo di quel passato ristabilisce anche vecchie complicità. C'è un bel dialogo che riassume anche un'idea di gioventù, in cui si ritrova chiunque abbia lasciato quell'età. Irene sta guardando alcune foto di allora e commenta: "Mi guardo e non mi riconosco, sembro un'altra persona". "E chi eri? come eri?" chiede Benjamin, sempre affascinato da lei. "Non so, retta, conservatrice" "Superba" suggerisce lui. "Strutturata" "Rigida" "Giovane, ero giovane" conclude lei mentre entrambi sorridono dopo il divertito scambio di aggettivi. In cerca di ulteriori conferme, Esposito porta il suo manoscritto anche a Ricardo Morales, che, ritiratosi in campagna, cerca di far capire a Benjamin che non vuole più parlare del passato e che ci ha messo una pietra sopra. Benjamin non riesce a credere che sia lo stesso uomo che aspettava tutti i giorni alla stazione l'assassino della moglie. Se ne va, ma continua a pensare alla conversazione. Ha un'intuizione e torna indietro. Scopre la verità e, finalmente libero dai fantasmi di quel passato, può prendere in mano il suo presente. Il finale è davvero di quelli che ti fanno dire wow, ma in realtà è tutto il film, con questi personaggi dolenti, che vivono nel non detto, contro cui la vita e l'Argentina si accaniscono, senza però batterli, che fa pensare wow. Così come i sempre grandi Ricardo Darin e Soledad Villamil, ritrovatisi dieci anni dopo quell'altro piccolo gioiello che è El mismo amor, la misma lluvia, con la stessa capacità di allora di far viaggiare sospesi tra romanticismo e sorprese nelle inquiete Argentine che si inseguono.