giovedì 24 dicembre 2009

La colonna dorata di Calatrava sostiene il cielo di Madrid

Benedette queste banche, che vogliono lasciare sempre un segno, magari non necessariamente apprezzato o richiesto, nelle città in cui sono nate, il grattacielo della San Paolo a Torino, la Torre di Cajasur a Siviglia, la Colonna di Caja Madrid (non chiamatela obelisco!) a Madrid, appena inaugurata da re Juan Carlos in plaza de Castilla, giusto davanti ai due grattacieli obliqui simbolo della Madrid vincente e rampante degli anni 80. Anche questo monumento non è esente da critiche e non sono tantissimi i madrileni che ne sono entusiasti, nonostante gli spagnoli siano quasi sempre piuttosto disponibili con le novità che cambiano le loro città. "Un orrore" dicono in molti da mesi. E serve a poco spiegare che è la prima opera di Santiago Calatrava nella capitale del suo Paese: non è incredibile? ha lavorato a Lisbona e a Malmoe, a New York e a Venezia, ma non aveva mai realizzato niente a Madrid.
Di questa colonna alta 93 metri, con un diametro di 2, un peso di 572 tonnellate e con 493 lamine di bronzo rivestite di foglie d'oro, l'architetto valenciano è entusiasta. "E' un pezzo unico, mai concepito prima, che cavalca tra l'architettura, la scultura e l'ingegneria" dice. Per lui "costruire a Madrid è sempre stato un gran desiderio, ho ricordi molto belli di questa città e ci torno ogni volta che posso"; per cui quando gli è arrivato l'incarico per questo monumento che celebra i 300 anni di Caja Madrid ed è collocato in una delle piazze più emblematiche della nuova Madrid, in quel Paseo de la Castellana che accoglie gli uffici e gli studi più prestigiosi della capitale, per concludersi poi tra le quattro grandi torri di Chamartin, ha pensato immediatamente di dare "un carattere speciale all'opera, un senso di modernità e di futuro, attraverso una grande colonna, situata nel mezzo della piazza e chiusa a punta, a sostenere il cielo di Madrid". Il monumento,  "è partecipe della mascolinità del verticale e della delicatezza e della femminilità del movimento". Le lamine, infatti, producono un movimento lento, quasi sensuale, che obbliga a fermarsi per osservarlo e che è esaltato dal colore bronzeo, soprattutto quando colpito dai raggi del sole. Il movimento, elicoidale ascendente, è reso possibile da 126 piccoli motori che muovono le lamine con una differenza i pochi nanosecondi, in modo da dare l'idea di un moto elicoidale continuo.
All'inaugurazione re Juan Carlos ha dato il via a questo ondeggiamento lento, mentre il sindaco di Madrid Alberto Ruiz-Gallardón ha tenuto a ricordare il debito della capitale con l'architetto spagnolo più famoso e apprezzato: "Avevamo una carenza importante e adesso è stata saldata con un monumento posto nel punto esatto di intersezione tra la Madrid tradizionale e quella che sta per arrivare, con il prolungamento della Castellana e l'asse culturale Prado-Recoletos". Il sindaco ha tenuto anche a precisare che la colonna non può essere chiamata obelisco, come è stato fatto in questi mesi, perché, come gli hanno fatto notare per lettera gli esperti di cose egizie, l'obelisco "è un monumento di pietra a forma di pilastro, con quattro facciate concluse da una piccola piramide".
Con il re e Ruiz-Gallardón c'erano il Ministro della Casa Beatriz Corredor, il presidente di Caja Madrid Miguel Blesa e, in rappresentanza di Calatrava,in America per impegni di lavoro, l'ingegnere capo del suo studio Mario Rando.
Su elmundo.es, una bella galleria fotografica racconta la complessa realizzazione del monumento
dal web spagnolo