venerdì 14 maggio 2010

Sospeso il giudice Baltasar Garzón

Era un atto dovuto, in vista dell'apertura del processo, e non ha sorpreso nessuno: il Consejo General del Poder Judicial ha sospeso dalle sue funzioni il giudice dell'Audiencia Nacional Baltasar Garzón. Il Consiglio Generale è stato convocato d'urgenza e aveva all'ordine del giorno solo questo punto, la sospensione del giudice andaluso.
Nei giorni scorsi i sono stati vari tentativi di salvare Garzón dalla sospensione. La sua difesa ha presentato varie ricusazioni, tutte respinte. Da L'Aja il giudice argentino Luis Moreno-Ocampo ha chiesto il suo trasferimento al Tribunale Internazionale, per averlo come consulente nei temi di delitti contro l'umanità con un contratto iniziale di sette mesi. E' stato probabilmente quest'ultimo gesto di stima internazionale ad accelerare il processo di sospensione di Garzón. Per evitare che si potesse usare come ragione che non si può mandare al Tribunale Internazionale un giudice sospeso, si è tentato persino di far discutere prima la richiesta proveniente dall'Olanda e quindi la sospensione di Garzón. Ma invano.
Se l'establishment del Potere Giudiziario, in larga parte di formazione e indicazione conservatrice, aveva una certa fretta di liberarsi dell'odiato, ambizioso e mediatico juez-estrella, non sono questi i sentimenti che hanno seguito la sua parabola in questi ultimi mesi. Le Associazioni delle Vittime e quelle dei Diritti umani, i comuni cittadini che hanno perso familiari nella Guerra Civile e non sanno dove sono sepolti, gli hanno dato continue prove di solidarietà, includendo le grandi manifestazioni popolari nelle più importanti città spagnole, solo per esprimere sostegno al giudice e per chiedere verità sulle vittime del franchismo. Sembra incredibile che in una democrazia occidentale possa succedere che migliaia di persone siano sepolte chissà dove e che ci sia una parte, infima, eppure potente, che vuole impedire che si dia loro sepoltura degna.
La sospensione è stata comunicata a Baltasar Garzón poco dopo le 13. Durante tutta la mattina sono passati nel suo ufficio dell'Audiencia Nacional numerosi colleghi per esprimergli solidarietà. Quando ha lasciato l'edificio dell'Audiencia Nacional, poco dopo le 14, lo ha fatto, emozionato, tra due ali di impiegati e colleghi che lo hanno applaudito, rendendo il momento ancora più emotivo, mentre per strada decine di persone lo hanno aspettato per dirgli Garzón, amigo, el pueblo está contigo.
Oggi alle 18 il Consejo General discuterà l'autorizzazione al trasferimento del giudice al Tribunale de L'Aja. Nessuno si azzarda a fare previsioni.