martedì 27 luglio 2010

Ronda apre i bagni arabi meglio conservati di Spagna

Ronda è una delle mie asignaturas pendientes, una delle cose in sospeso, in Andalusia. E' diventata il mio paradigma personale del fatto che non si debba mai fare un viaggio con le persone sbagliate. Nel dubbio, meglio da soli. Per questo, perché so che prima o poi tornerò a visitarla con i ritmi e le curiosità che si merita, ogni notizia che la riguarda guadagna immediatamente la mia attenzione.
Da Siviglia si arriva a Ronda in quasi tre ore di autobus, attraverso colline morbide ricoperte di macchia mediterranea; se ci andate in primavera, quando arriva dai finestrini il profumo del bosco e la luce andalusa promette già l'estate, il buonumore di un viaggio nella sierra si moltiplica e l'attesa si fa più paziente. La città è famosa per il Puente Nuevo, il suo ponte sulla gola del fiume Guadalevin  un ponte a un solo arco audace e impensabile, che si dice costò la morte del suo autore. Gli alberghi posti sul margine della gola e con vista privilegiata sul Puente Nuevo hanno tariffe più alte solo per questo. C'è una terrazza, a cui si scende con una strada bianca, che serve per ammirarlo dal basso: non perdetevela perché è una delle viste più impressionanti che la natura e il genio umano possano regalare in Andalusia. Poi c'è la plaza de toros, una delle più antiche del mondo e una delle più importanti, tempio e feudo degli Ordóñez prima e dei Rivera Ordóñez poi. Es de Ronda y se llama Cayetano, è di Ronda e si chiama Cayetano, dice l'incipit del più famoso articolo taurino di tutti i tempi, dedicato al Niño de la Palma, bisnonno degli attuali titolari del feudo di Ronda, Francisco e Cayetano Rivera Ordóñez. Al centro della cittadina, la Maestranza è meta di pellegrinaggio degli aficionados e dei turisti, il suo Museo Taurino è uno dei più importanti di Spagna, nell'arena in una colonna apposita, Francisco Rivera ha sepolto alcuni anni fa parte delle ceneri di suo nonno Antonio Ordóñez, il più grande torero degli anni 50, insieme al cognato Luis Miguel Dominguin.
Nei vicoli di impianto arabo si aprono case dallo stile tipicamente andaluso, con balconi in ferro battuto e patios ombrosi, poi, scendendo giù dalla Juderia, l'antico quartiere arabo, verso la confluenza del fiume Guadalevín con il ruscello Culebras ci sono i bagni arabi, costruiti nel XIV secolo dai Mori e considerati i meglio conservati di quell'epoca in terra di Spagna. Sono proprio los baños árabes che hanno riportato Ronda al centro dell'attenzione turistica. Recentemente la città, grazie a un investimento di 280mila euro della Junta de Andalucia, ha potuto aprire la parte posteriore del complesso alle visite turistiche. Eredi diretti delle antiche terme romane, sia per impianto architettonico che per uso sociale, i bagni arabi sono dotati di sale di vasche di acqua calda, tiepida e fredda, affiancate da spogliatoi e spazi per la socializzazione. Per gli arabi l'igiene dei corpi era una sorta di purificazione che aiutava a pulire anche l'anima. Di qui l'importanza centrale dei bagni nella vita cittadina e anche religiosa. A Ronda le sale dei bagni veri e propri erano affiancate, la centrale più grande delle due laterali e a sua volta divisa in tre parti mediante colonne di mattone e pietra collegate da archi a ferro di cavallo e che sostenevano cupole da cui filtrava la luce attraverso cristalli colorati. La localizzazione dei bagni, nei pressi dell'arroyo Culebras non è stata casuale: il sistema di ruote che facilitava l'uso delle acque all'interno della struttura, grazie al lavoro degli animali per farle girare, è ancora oggi visibile.
I nuovi lavori hanno recuperato l'impianto originario, permettendo l'accesso dall'antico ingresso alla struttura e alcune vasche originarie dei secoli XVI e XVIII. E' stato ricreato un giardino storico del XVI secolo, un sahn, cioè, un patio religioso che, come ha spiegato Pilar Delgado, l'archeologa responsabile dei lavori effettuati nel complesso, "era prossimo ai luoghi di culto, come le moschee". I lavori in corso, che permetteranno il recupero di parte del vestibolo, hanno portato alla luce un muro appartenente probabilmente a un edificio di epoca romana, in questa singolare mescola di strati romani, visigoti, arabi e cristiani che la Spagna millenaria custodisce.
L'apertura della parte ancora occulta dei bagni arabi rappresenta per Ronda un importante conquista culturale e turistica. La struttura si trova in uno dei posti più magici della città, nei pressi delle mura, non lontano dai ponti sul fiume Tago, nell'antica Juderia, oggi Barrio de San Miguel, a ricordare l'eterno legame di Ronda con l'Arunda romana e l'Al Andalus islamica. Se andate in vacanza in Andalusia, non perdetevi un'escursione nella sierra malagueña, fino a Ronda, e non dimenticate di visitare i bagni arabi. Ma non fate questo viaggio rondeño, mi raccomando, con le persone sbagliate.


Il Puente Nuevo

La Maestranza

la sala centrale dei bagni arabi

il recinto dei bagni arabi