mercoledì 11 agosto 2010

Le relazioni di Colombia e Venezuela ripartono da Santa Marta: l'incontro tra Santos e Chavez

Sono bastate poco meno di quattro ore di dialogo franco per spingere Hugo Chavez e Juan Mauel Santos a ristabilire le relazioni diplomatiche tra Venezuela e Colombia, interrotte un paio di settimane fa, dopo la denuncia della presenza di guerriglieri delle FARC in territorio venezuelano fatta all'Organizzazione degli Stati Americani dall'ex presidente colombiano Alvaro Uribe.
Sia le FARC nel Venezuela che le basi statunitensi in Colombia, che hanno minato per mesi il rapporto tra i due Paesi, non sono state alcuno scoglio nell'incontro di Santa Marta tra Chavez e Santos. Praticamente hanno risolto le due questioni chiedendo all'altro di fidarsi della propria parola: Chavez ha chiesto di essere creduto quando dice che non ci sono basi FARC nel suo Paese, che sono state controllate le coordinate della denuncia colombiana e non è stato trovato niente, Santos ha assicurato che le basi USA non verranno usate per mettere in pericolo la sovranità dei Paesi vicino. Et voilà, questioni risolte.
Sul tavolo c'erano problemi prioritari. Il gelo dei rapporti tra Caracas e Bogotà ha fatto crollare il commercio sulla frontiera: basti pensare che gli scambi commerciali avevano raggiunto un valore di 7 miliardi di dollari nel 2008 e non arriveranno a 1,8 miliardi quest'anno. Dati che non possono non allarmare gli imprenditori colombiani e venezuelani. E infatti Santos e Chavez hanno discusso soprattutto come rilanciare il dialogo tra i due Paesi fratelli, scegliendo non a caso come sede del loro incontro la Quinta de San Pedro Alejandrino, dove è morto Simon Bolivar, il Libertador di entrambi i Paesi, che sognava la loro unione.
In agenda cinque punti, oltre ai due già citati sulle basi militari statunitensi e le FARC, ci sono un accordo economico, che stabilirà nuove regole per rilanciare i rapporti commerciali, vista l'uscita del Venezuela dal CAN, la Comunità Andina, la creazione di una commissione per comuni investimenti sociali nei territori di frontiera, a vantaggio delle popolazioni locali più disagiate, la realizzazione di infrastrutture per gli scambi commerciali, tra cui la via del Pacifico, che permetta al Venezuela di avere uno sbocco nel Pacifico attraverso il trasporto fluviale, la costituzione di una commissione che vegli sulla sicurezza e che permetta ai due Paesi di coordinare le azioni di vigilanza della frontiera, in modo da evitare sconfinamenti della guerriglia.
Santos ha sorpreso tutti comunicando anche il nome dell'ambasciatore colombiano a Caracas, José Fernando Bautista, "una persona molto vicina al Venezuela perché viene dal Norte de Santander" ha detto il presidente, che ha anche sottolineato che il nuovo ambasciatore "ama molto il Venezuela". Chavez, probabilmente sorpreso dalla mossa dell'omologo colombiano, ha assicurato che anche il Venezuela deciderà "nelle prossime ore" il nome del suo ambasciatore a Bogotà.