lunedì 6 settembre 2010

La nuova dichiarazione di tregua dell'ETA, a cui non crede nessuno

A questa dichiarazione di tregua unilaterale fatta ieri dall'ETA, attraverso un video diffuso in esclusiva dalla BBC e un comunicato pubblicato dal quotidiano basco Gala, non ci crede nessuno: da quando la Spagna è democratica il gruppo terrorista basco sospende le operazioni militari possibilmente una volta per legislatura e quasi sempre quando risulta indebolita dalle operazioni della intelligence spagnola. Allo scetticismo di questa volta collaborano non solo il duro colpo inferto la scorsa primavera dalla collaborazione della polizia spagnola con quella francese ai vertici dell'organizzazione, praticamente decapitati, ma anche, e forse soprattutto, lo choc del fallimento dell'ultimo negoziato di pace. E' stato un negoziato che ha duramente polarizzato l'opinione pubblica spagnola, a causa dell'atteggiamento intransigente del PP, che ha duramente attaccato José Luis Rodriguez Zapatero per aver tentato di fare quello che anche José Maria Aznar aveva fatto, fallendo anche lui, come tutti: trattare con l'ETA una soluzione pacifica al conflitto basco; grazie al PP, per la prima volta in democracia un governo non ha potuto contare sull'appoggio dell'opposizione nei suoi tentativi di pace e ovviamente la sua posizione è stata indebolita, senza pensare al duro danno fatto all'opinione pubblica e al protagonismo dato alle vittime degli attentati terroristici, quasi sempre familiari, come se fossero loro, e non lo Stato democratico, a dover stabilire le regole delle trattative. Quella stagione di aspro confronto è finita nel sangue di due immigrati ecuadoriani a Natale del 2008, con l'attentato dell'ETA al Terminal 4 dell'aeroporto di Madrid. Zapatero aveva detto appena 24 ore prima, riferendosi ai progressi con l'ETA: "Stiamo meglio di un anno fa e staremo meglio tra un anno".
Adesso l'ETA ci riprova, ma le immagini della T-4 ferita e dei due immigrati uccisi sono ancora troppo vicine per crederci. Non ci credono a Madrid, dove il governo considera insufficienti le proposte di tregua; non ci credono a Vitoria, dove il governo basco, un' inedita alleanza tra socialisti e popolari, che farebbe bene anche a Madrid, se il PP si mettesse in testa che governa il PSOE e non alle sue condizioni, ha già fatto sapere che "il tempo delle tregue è finito e noi non siamo in tregua, continueremo a lottare contro il terrorismo". Non ci crede la calle, la gente spagnola, che chiama gli assassini delle autobombe e i terroristi baschi semplicemente hijos de puta e ha vissuto per anni nel terrore degli attentati ai centri commerciali e nelle strade.
Il comunicato dell'ETA non è una sorpresa (magari lo è il video in esclusiva alla BBC), solo un paio di giorni fa ce n'era stato uno analogo di Batasuna, il braccio politico illegalizzato, che sta disperatamente cercando di essere nuovamente riconosciuto per partecipare alle elezioni locali del 2011. Proponeva un modello irlandese e il controllo internazionale per la risoluzione pacifica del conflitto e l'ABC commentava che non c'era alcuna novità, quindi era da respingere. Perché l'opinione pubblica consideri irricevibile la nuova tregua del gruppo indipendentista basco, lo spiega bene elpais.com, in uno dei primi articoli usciti ieri, subito dopo la diffusione del comunicato dell'ETA: "La dichiarazione di tregua che l'ETA ha pubblicato oggi non fa altro che confermare l'aspettativa creata da mesi, da quando i sostegni internazionali sudafricano e irlandese alla sinistra abertzale (la sinistra radicale, che fiancheggia l'ETA attraverso i partiti politici, oggi tutti illegali NdRSO) glielo hanno reclamato da Bruxelles, a marzo. Ma il comunicato dell'ETA porta poca luce, non precisa né la durata della tregua, né gli obiettivi. Non risponde neanche a quello che le hanno chiesto gli appoggi internazionali alla sinistra abertzale a marzo, e cioè la dichiarazione di una tregua permanente e verificabile da organizzazioni internazionali. Non impone neanche condizioni. Il comunicato è, pertanto, un primo passo a cui seguiranno altri, in cui si chiariranno le grandi incognite che il testo di oggi non chiarisce. Sarà un processo di spiegazioni per dosi. L'ETA aveva bisogno di alleviare la pressione che aveva la sinistra abertzale da quando le sue basi hanno approvato in massa, a febbraio, la proposta di Arnaldo Otegi, Rufi Etxeberria e Rafael Diez Usabiaga di promuovere "un processo democratico per vie politiche e pacifiche". La pressione è andata in crescendo da febbraio fino all'estate, in modo tale ch ein questi circoli si dava per scontato che l'ETA avrebbe dichiarato una tregua a settembre. La sinistra abertzale aveva bisogno della mossa dell'ETA per cercare di lanciare una campagna quest'autunno a favore della sua legalizzazione e partecipare alle elezioni municipali del 2011."
Molti media spagnoli hanno pubblicato il comunicato integrale diffuso in basco dall'ETA, dopo averne ottenuto la traduzione in spagnolo. Eccolo qui, tradotto in italiano.

Euskadi Ta Askatasuna, organizzazione rivoluzionaria socialista basca per la liberazione nazionale, vuole far conoscere al Popolo Basco le sue decisioni e riflessioni attraverso questo comunicato.
E' già passato mezzo secolo da quando l'ETA ha organizzato i cittadini davanti alla strategia selvaggia di negazione e annichilimento del Popolo Basco e, con le armi in mano, si è impegnata nella lotta per la libertà. Da allora, sono centinaia gli uomini e le donne che hanno portato in questa organizzazione la loro illusione e passione, il meglio di loro stessi. Cittadini comuni che, generazione dopo generazione, si sono uniti, da origini diverse, con uno stesso obiettivo: i Paesi Baschi e la libertà.
La lotta per la libertà del Popolo Basco ha guidato sempre le azioni dell'ETA e, nonostante tutto le difficoltà, continuiamo a mantenere questa responsabilità. Con umiltà, ma con determinazione, con l'ambizione di vincere. Il Popolo Basco lo merita.
Davanti alla riforma politica del franchismo, che perpetuava la negazione del Popolo Basco, e mentre altri decisero di sommergersi nel sistema delle Autonomie, l'ETA ha agito con responsabilità; prima, proponendo la rottura democratica, e dopo opponendosi a tutti gli attacchi e tentativi di assimilazione.
L'ETA e, in generale la sinistra abertzale, hanno continuato nella lotta. E il prezzo pagato non è stato piccolo: tortura, prigione, esilio e anche la morte. Però questa dura lotta è riuscita a mantenere vivo il Popolo Basco, a tenere aperta l'opzione di costruire un futuro in libertà. Abbiamo dimostrato che il sistema delle Regioni costituisce un cammino infecondo per soddisfare i desideri dei cittadini baschi, che non è altro che uno strumento per incidere sulla divisione e lo smembramento dei Paesi Baschi. E abbiamo superato, una dopo l'altra, le misure usate per neutralizzare la lotta di liberazione.
Uno dei lavori dell'ETA è stato aprire nuovi scenari nella lotta di liberazione del Popolo Basco. Così l'ETA conta su numerose proposte di collaborazione, così come contributi per risolvere democraticamente il conflitto. Da Txiberta a Lizarra-Garazi, passando per Bergara. Dall'Alternativa KAS all' Alternativa Democrática. Perché comprendiamo che la costruzione di Euskal Herria suppone un lavoro collettivo che è sopra gli interessi particolari.
Negli ultimi tempi i Paesi Baschi si trovano in un momento importante, a un bivio.
La lotta di anni ha seminato nuove condizioni politiche. Finito il sistema regionale, è arrivata per il Popolo Basco l'ora di realizzare il cambio politico, il momento di costruire per Euskal Herria il sistema democratico, seguendo i desideri della maggioranza della cittadinanza basca.
Lo Stato spagnolo è cosciente che Euskal Harria si trova a un bivio e che può ancora scegliere l'opzione dell'indipendenza. Per questo una simile offensiva fascista. Vogliono che le condizioni del cambio politico marciscano nella sfiducia del blocco: deviare il dibattito politico per evitare la risoluzione democratica e affogare il desiderio popolare in questa situazione d'eccezione
Gli agenti baschi, i cittadini baschi, tutti dobbiamo rispondere a questa situazione con responsabilità e fretta. Questa è la riflessione, l'appello che vuole diffondere l'ETA. E' tempo di assumere responsabilità e dare passi fermi:
- nell'articolazione del progetto indipendentista
- nel cammini per creare le condizioni per costruire il progetto democratico
- nella risposta alla repressione e nella difesa ferma dei diritti civili e politici.
Il cambio politico è possibile. Per in questo cammino non ci sono scorciatoie. Il cammino della libertà bisogna compierlo passo a passo, anche con flessibilità. Ma necessariamente bisogna lottare e fare lo sforzo al livello dell'obiettivo che si persegue. Senza confronto non si può superare la negazione e la chiusura. In questo sforzo c'è stata e c'è la mano tesa dell'ETA, sempre.
L'ETA si riafferma nell'impegno per una soluzione democratica, nell'impegno per una soluzione pacifica, affinché, attraverso il dialogo e il negoziato, noi cittadini baschi possiamo decidere il nostro futuro in modo libero e democratico. Se il Governo di Spagna ha la volontà, l'ETA è disponibile, oggi come ieri, per stabilire i passi democratici necessari per intraprendere il processo democratico.
Lo abbiamo fatto sapere anche alla comunità internazionale. A lei facciamo un appello affinché risponda con responsabilità storica alla volontà e all'impegno dell'ETA, perché prenda parte all'articolazione di una soluzione duratura, giusta e democratica a questo secolare conflitto politico.
L'ETA fa sapere che già alcuni mesi fa ha preso la decisione di non realizzare azioni armate offensive.
L'ETA vuole reiterare l'appello ad agire con responsabilità agli agenti politici, sociali e sindacali baschi. Per arrivare allo scenario di un processo democratico risulta imprescindibile dare passi fermi come Popolo. Risulta necessario fissare il processo per dare la Parola al Popolo. Perché sarà quando i diritti del Popolo Basco saranno riconosciuti e garantiti, quando si aprirà la porta della vera soluzione al conflitto.
Per terminare vogliamo fare un appello all'insieme dei cittadini baschi, perché si impegnino e continuino la lotta. Ognuno dal proprio ambito, offrendo ognuno il proprio livello di impegno, affinché con la piena formata dalle gocce di tutti possiamo abbattere il muro della negazione e dare passi irreversibili nel cammino della libertà.
Viva i Paesi Baschi liberi! Viva i Paesi Baschi socialisti"
Fino ad ottenere l'indipendenza e il socialismo
Nei Paesi Baschi, settembre 2010
Euskadi Ta Askatasuna
E.T.A