sabato 20 ottobre 2012

Un libro rende giustizia a Juana del Portogallo, regina vinta da Isabella di Castiglia

A Rainha Adúltera (La regina adultera) dello storico e scrittore argentino Marsilio Cassotti non poteva uscire in miglior momento, anche se esce in portoghese e nel Portogallo.
In Spagna, ogni lunedì sera, trionfa Isabel, la serie televisiva dedicata all'adolescenza della regina Isabella di Castiglia, gli anni che prepararono la sua ascesa al trono, anche attraverso una guerra civile tra castigliani, Da una parte c'erano i nobili castigliani che non riconoscevano come erede Juana, la figlia che re Enrico IV aveva avuto dalla moglie, la regina Juana del Portogallo, sostenendo che il re era impotente e, pertanto, non poteva aver generato una figlia, attribuita al bel Beltran de la Cueva. Dall'altra c'erano i nobili castigliani, i potenti Mendoza in testa, che sostenevano il sovrano, guardandosi dall'ambizione dei ribelli. In mezzo, in questa lotta aristocratica senza esclusione di colpi, che testimoniava, più che altro, l'enorme potere della nobiltà sullo stesso sovrano, c'erano due donne: Juana del Portogallo, che difendeva i diritti dinastici della figlia, e Isabella di Castiglia, che difendeva il suo diritto di ereditare il trono, in assenza di eredi legittimi.
"In tutte le storie c'è sempre un vincitore e un perdente; in questa storia chi ha vinto è stata Isabella la Cattolica e chi ha perso è stata Juana del Portogallo" ha detto Cassotti al presentare la biografia della regina portoghese. E anche nella serie tv, il ruolo della "cattiva", tocca a Juana, a cui la bella Barbara Lennie, dona tocchi di sensibilità e di rabbia che rendono comprensibili la sua delusione, il suo dolore e il successivo tradimento al marito.
Cassotti è uno degli storici che non credono che la piccola Juana di Castiglia fosse frutto di una relazione tra la regina e Beltrán de la Cueva, benedetta dallo stesso sovrano per generare l'erede: "Non c'è alcuna prova di questo adulterio" sostiene lo scrittore. Nel suo libro, anzi, usa alcuni documenti inediti per dimostrare come la Beltraneja, con questo soprannome un po' sprezzante è passata alla storia la figlia di Juana del Portogallo ed Enrique IV, fosse il frutto delle prime, rudimentali tecniche di fecondazione in vitro. Un medico tedesco, Hieronymus Münzer, che visitò la Spagna negli anni 90 del XVI secolo racconta infatti come "i medici costruirono una canna d'oro che la regina infilò nell'utero, per vedere se così riusciva a ricevere il seme del re". E' questa una tecnica che, sebbene proibita dal cattolicesimo, era usata dai medici ebrei che curavano la regina.
Rimane però il dubbio e la storia, scritta in favore di Isabella, non aiuta a liberarsene.
Juana del Portogallo è stata protagonista di un altro episodio, che, seppure legato alla sua vita sentimentale, ha avuto pesanti conseguenze storiche. In una delle numerose tregue tra Enrique IV e i nobili castigliani guidati da Juan Pacheo, Juana del Portogallo fu allontanata dalla corte e dalla figlia e fu costretta a vivere ad Alaejos, sotto la custodia da Alonso de Fonseca. Qui rimase incinta di Pedro de Castilla, un discendente illegittimo di re Pedro I il Crudele. Per Juana questa gravidanza fu l'inizio della fine: non appena il re venne a sapere della prossima maternità della moglie, iniziò a credere che anche sua figlia Juana fosse frutto di un tradimento. E, spinto dall'influenza di Juan Pacheco, decise di diseredare sua figlia e di scegliere la sorellastra Isabella come erede. Ma, in realtà, spiega ancora Cassotti, "l'unico peccato di Juana del Portogallo fu quello di innamorarsi dell'unico uomo che l'aveva amata e protetta, cosa che non aveva mai fatto suo marito, il re".
E, infatti, anche nella serie tv, la regina portoghese, che trama per liberarsi di Isabella e per garantire il trono alla figlia, è assolutamente sola, alla mercè dei nobili castigliani e senza la protezione del sovrano, pusillanime e indeciso.
Il libro sembra dare una risposta anche alla domanda che i telespettatori si fanno continuamente: ma perché i nobili castigliani ce l'avevano tanto con la loro regina? E offre una spiegazione che la serie per ora non cerca, concentrata sull'ascesa al trono di Isabella. Juana aveva in mente una politica matrimoniale che avrebbe unito le Corone di Castiglia e di Portogallo indissolubilmente, dando, però, un peso maggiore a quella portoghese. La regina voleva far sposare suo fratello, re Alfonso V del Portogallo, con Isabella (che però lo rifiutò, avendo deciso che avrebbe sposato solo un uomo di suo gradimento), e sua figlia Juana con il figlio del fratello, suo nipote Juan, chiamato il Principe Perfetto. Una tale presenza di portoghesi alla corte di Castiglia era troppa per i nobili. I quali convinsero poi Isabella a guardare verso un altro cugino, Fernando d'Aragona, per unire le due più importanti corone di Spagna; da quel matrimonio Castiglia e Aragona iniziarono insieme la Reconquista, cacciarono i Mori dal Sud e, grazie alla scoperta dell'America, misero le basi per quell'Impero su cui avrebbe regnato il nipote Carlo V e su cui non tramontava mai il sole.
Come sarebbe stata la storia, se invece di trionfare Isabella avesse trionfato Juana? Con le Corone di Castiglia e del Portogallo unite a doppio filo ci sarebbe stata un'unità iberica, ancora oggi vagheggiata, e le cose sarebbero state molte diverse (senza dimenticare che Cristoforo Colombo convinse Isabella di Castiglia a finanziare il suo viaggio alla ricerca delle Indie, ma chissà se gli sarebbe riuscito lo stesso alla corte di Lisbona o di Madrid, con Juana sul trono).
Ma è bello come Cassotti descrive il duello impossibile tra Juana del Portogallo e Isabella di Castiglia. "Anche allora, come oggi, c'era una crisi economica, con leaders deboli manipolati da interessi economici nascosti, che non la finivano di chiedere più sacrifici a un popolo immerso nella miseria e nell'oppressione, totalmente manipolato dal potere di turno. E c'erano due donne indomabili, poste l'una davanti all'altra dalla politica".