Deve essere il primo dei calendari 2011 che ci invaderanno nelle prossime settimane, ma, avendo fini benefici ed essendo firmato da una donna bellissima, inquieta e inafferrabile come Catherine Fulop (ricordate Marilena su Rete4, negli anni '90? Non è cambiata molto da allora), vale la pena segnalarlo. Si chiama Piel a piel 2011 ed è il calendario di Fundalam, la Fondazione per l'Allattamento Materno, che promuove campagne in favore del latte materno ai neonati. Le fotografie sono firmate dall'attrice venezuelana da anni residente in Argentina, dove ha sposato Osvaldo Sabatini, il fratello di Gabriela, e dove gestisce una carriera divisa tra teatro, tv (adesso è giurato del concorso cacciatalenti Talento Argentino) e iniziative varie. La fotografia è la sua ultima passione e, come dice lei, "quando qualcosa mi appassiona studio e approfondisco il tema, non sono per niente superficiale", sono due anni che fa corsi di fotografia e Photoshop. "Non so se sarò mai una fotografa professionista, ma trovo sia una cosa appassionante, un altro modo di esprimersi" commenta.
Nel calendario di Fundalam ha fotografato alcune mamme famose in Argentina, tra cui le attrici Araceli Gonzalez, Eleonora Wexler e Valeria Bertuccelli, la cantante Patricia Sosa e Margarita Barrientos, la fondatrice della mensa pubblica Los Piletones. "Quando mi hanno proposto il calendario mi sono lanciata a produrre e fotografare io stessa le donne di ogni mese. Mi sono ispirata alle Madonne del Rinascimento per mostrare le madonne contemporanee" spiega Catherine "Nelle foto esprimo cosa vedo io in queste donne, che non necessariamente devono essere impegnate nell'allattamento o averlo fatto in passato, devono essere donne favorevoli all'allattamento, lottatrici, impegnate nella gestione di una famiglia, con la casa, il lavoro, gli interessi personali. Sono donne molto forti che allo stesso tempo proteggono e sono affettuose".
L'attrice si sente molto legata a Fundalam: "E' stata molto importante per me quando ho affrontato per la prima volta il duro lavoro di essere madre, ricordo la preoccupazione che avevo allora. Quando deve allattare una donna chiede aiuto e consigli intimi e pratici alla madre o alle sorelle, ma io non avevo questa possibilità, la mia famiglia era molto lontana e io mi sentivo molto sola". La Fondazione ha aiutato Catherine con consigli e corsi e lei scherza adesso: "Sono stata un'alunna perfetta, ho allattato Oriana fino a 3 anni e ho smesso perché era nata Tiziana, che ho allattato per 7 mesi. Allattare la mia primogenita per tanto tempo è stato bello, ma alla fine era molto stressante, lei usava il seno come un ciuccetto, parlava già e mi chiedeva il seno ovunque, mi è costato molto toglierle quest'abitudine, per cui ho evitato di vivere la stessa situazione con Tiziana".
Questo suo lato di madre "intensa y obsesiva", come lei stessa riconosce ridendo, i media non lo sottolineano mai. Catherine Fulop, splendida 45enne, che seduce al Festival di Viña del Mar con un sensuale bikini, continua ad avere soprattutto un'immagine di donna sexy ed esplosiva. E' un'immagine che lei ha coltivato per anni, posando volentieri con vestiti microscopici e curando trasmissioni di aerobica e consigli per mantenersi in forma. Ma adesso si è stufata. "Ho avuto una tappa della vita molto legata al corpo. Diverso da quello che sento adesso, non mi importa avere i capelli lunghi, il sedere migliore, non ho più quest'ottica, non sono i capelli, non sono un sedere, non sono un paio di tette. Se adesso mi offrono una copertina con pochi vestiti, non mi importa. Mi interessa crescere nella mia carriera, per questo cerco alternative. Non mi chiamano per recitare? Ok, in qualche modo mi cerco io le occasioni, mi esprimerò lo stesso e per questo ho iniziato a interessarmi alla fotografia e sono felice. Che mi importa avere un po' di pancia? ho altri interessi, adesso". Peccato che dobbiamo aspettare i 40 anni, noi donne, per avere questo tipo di consapevolezze: vi immaginate come sarebbe la vita, anche delle bellissime come Catherine, se raggiungessimo a 20 anni queste sicurezze che costa tanto sentire?
Presentando questo suo calendario l'attrice venezuelana ha rilasciato molte interviste: è bella, è intelligente, è brillante, ha una carica di energia e di allegria caribeñas che mettono di buonumore chiunque, si racconta senza nascondersi, perché non dovrebbe essere una delle predilette dei media? In una di queste interviste ha raccontato la sua difficoltà di straniera, che è la difficoltà di tutti quelli che sono di due posti senza più essere davvero di nessuno. "Lo sradicamento è una ferita che non si chiude mai, è una cosa così inspiegabile, perché sono nel Venezuela e ho chiaro che casa mia e il mio tutto è l'Argentina, ma sono qui e so che sono di un altro posto e che i miei affetti e parte della mia vita non si cono. Tre anni fa, quando è morto mio padre, io avevo un rifiuto e una paura enorme di andare nel Venezuela, perché sentivo che era un qualcosa di definitivo e avevo ragione perché sono arrivata e tre giorni dopo lui è morto. Stai sempre aspettando che ti chiamino per dirti che è successo qualcosa nel Venezuela o che qualcosa è successo ai tuoi ed è una sensazione molto forte. Ti perdi tutti i compleanni e i grandi momenti. Il mio compleanno e la Festa della Mamma sono date che non mi piacciono, è in quei momenti che noto lo sradicamento, perché il mio compleanno era stare con mia madre, i miei fratelli, la mia torta e loro non sono con me. Ho mia suocera, che ho adottato come madre, e amiche che sono come sorelle, perché stando lontano hai bisogno di adottare, ma non è mai lo stesso. Con i fratelli hai legami così forti che non condividi con altri. Allora lo sradicamento è sempre presente. E lo è anche a livello lavorativo perché nel Venezuela mi dicono che ho l'accento argentino e, anche se non è vero, mi costa partecipare a programmi, film o opere di teatro perché devono sempre giustificare l'accento del mio personaggio. A volte penso di aver fatto un errore a sforzarmi a non perdere l'accento, ma l'ho fatto per non ferire la mia gente. E se cerco di parlare come un'argentina, mi sento falsa e non potrei recitare sentendomi falsa. Anche se mi sento limitata, sono anche molto grata, perché qui mi hanno adottato con molto affetto".
Catherine alla presentazione del Calendario di Fundalam, a Buenos Aires; altre foto potete vederle nella pagina di Facebook del suo Fans Club ufficiale italiano, a cui potete chiedere informazioni per l'acquisto del calendario.
Nel calendario di Fundalam ha fotografato alcune mamme famose in Argentina, tra cui le attrici Araceli Gonzalez, Eleonora Wexler e Valeria Bertuccelli, la cantante Patricia Sosa e Margarita Barrientos, la fondatrice della mensa pubblica Los Piletones. "Quando mi hanno proposto il calendario mi sono lanciata a produrre e fotografare io stessa le donne di ogni mese. Mi sono ispirata alle Madonne del Rinascimento per mostrare le madonne contemporanee" spiega Catherine "Nelle foto esprimo cosa vedo io in queste donne, che non necessariamente devono essere impegnate nell'allattamento o averlo fatto in passato, devono essere donne favorevoli all'allattamento, lottatrici, impegnate nella gestione di una famiglia, con la casa, il lavoro, gli interessi personali. Sono donne molto forti che allo stesso tempo proteggono e sono affettuose".
L'attrice si sente molto legata a Fundalam: "E' stata molto importante per me quando ho affrontato per la prima volta il duro lavoro di essere madre, ricordo la preoccupazione che avevo allora. Quando deve allattare una donna chiede aiuto e consigli intimi e pratici alla madre o alle sorelle, ma io non avevo questa possibilità, la mia famiglia era molto lontana e io mi sentivo molto sola". La Fondazione ha aiutato Catherine con consigli e corsi e lei scherza adesso: "Sono stata un'alunna perfetta, ho allattato Oriana fino a 3 anni e ho smesso perché era nata Tiziana, che ho allattato per 7 mesi. Allattare la mia primogenita per tanto tempo è stato bello, ma alla fine era molto stressante, lei usava il seno come un ciuccetto, parlava già e mi chiedeva il seno ovunque, mi è costato molto toglierle quest'abitudine, per cui ho evitato di vivere la stessa situazione con Tiziana".
Questo suo lato di madre "intensa y obsesiva", come lei stessa riconosce ridendo, i media non lo sottolineano mai. Catherine Fulop, splendida 45enne, che seduce al Festival di Viña del Mar con un sensuale bikini, continua ad avere soprattutto un'immagine di donna sexy ed esplosiva. E' un'immagine che lei ha coltivato per anni, posando volentieri con vestiti microscopici e curando trasmissioni di aerobica e consigli per mantenersi in forma. Ma adesso si è stufata. "Ho avuto una tappa della vita molto legata al corpo. Diverso da quello che sento adesso, non mi importa avere i capelli lunghi, il sedere migliore, non ho più quest'ottica, non sono i capelli, non sono un sedere, non sono un paio di tette. Se adesso mi offrono una copertina con pochi vestiti, non mi importa. Mi interessa crescere nella mia carriera, per questo cerco alternative. Non mi chiamano per recitare? Ok, in qualche modo mi cerco io le occasioni, mi esprimerò lo stesso e per questo ho iniziato a interessarmi alla fotografia e sono felice. Che mi importa avere un po' di pancia? ho altri interessi, adesso". Peccato che dobbiamo aspettare i 40 anni, noi donne, per avere questo tipo di consapevolezze: vi immaginate come sarebbe la vita, anche delle bellissime come Catherine, se raggiungessimo a 20 anni queste sicurezze che costa tanto sentire?
Presentando questo suo calendario l'attrice venezuelana ha rilasciato molte interviste: è bella, è intelligente, è brillante, ha una carica di energia e di allegria caribeñas che mettono di buonumore chiunque, si racconta senza nascondersi, perché non dovrebbe essere una delle predilette dei media? In una di queste interviste ha raccontato la sua difficoltà di straniera, che è la difficoltà di tutti quelli che sono di due posti senza più essere davvero di nessuno. "Lo sradicamento è una ferita che non si chiude mai, è una cosa così inspiegabile, perché sono nel Venezuela e ho chiaro che casa mia e il mio tutto è l'Argentina, ma sono qui e so che sono di un altro posto e che i miei affetti e parte della mia vita non si cono. Tre anni fa, quando è morto mio padre, io avevo un rifiuto e una paura enorme di andare nel Venezuela, perché sentivo che era un qualcosa di definitivo e avevo ragione perché sono arrivata e tre giorni dopo lui è morto. Stai sempre aspettando che ti chiamino per dirti che è successo qualcosa nel Venezuela o che qualcosa è successo ai tuoi ed è una sensazione molto forte. Ti perdi tutti i compleanni e i grandi momenti. Il mio compleanno e la Festa della Mamma sono date che non mi piacciono, è in quei momenti che noto lo sradicamento, perché il mio compleanno era stare con mia madre, i miei fratelli, la mia torta e loro non sono con me. Ho mia suocera, che ho adottato come madre, e amiche che sono come sorelle, perché stando lontano hai bisogno di adottare, ma non è mai lo stesso. Con i fratelli hai legami così forti che non condividi con altri. Allora lo sradicamento è sempre presente. E lo è anche a livello lavorativo perché nel Venezuela mi dicono che ho l'accento argentino e, anche se non è vero, mi costa partecipare a programmi, film o opere di teatro perché devono sempre giustificare l'accento del mio personaggio. A volte penso di aver fatto un errore a sforzarmi a non perdere l'accento, ma l'ho fatto per non ferire la mia gente. E se cerco di parlare come un'argentina, mi sento falsa e non potrei recitare sentendomi falsa. Anche se mi sento limitata, sono anche molto grata, perché qui mi hanno adottato con molto affetto".
Catherine alla presentazione del Calendario di Fundalam, a Buenos Aires; altre foto potete vederle nella pagina di Facebook del suo Fans Club ufficiale italiano, a cui potete chiedere informazioni per l'acquisto del calendario.