domenica 5 dicembre 2010

La musica sefardita di Yasmin Levy chiude un cerchio aperto 500 anni fa

Nel 1492 la Spagna di Fernando d'Aragona e Isabella di Castiglia, los Reyes Católicos, scoprì l'America, conquistò Granada, completando la Reconquista, ed espulse gli Ebrei, chiudendo in un solo anno con i secoli di tolleranza e convivenza di Al Andalus.
Gli Ebrei portarono via con sé, oltre al patrimonio culturale e scientifico che la Spagna rimpianse nei secoli successivi, anche una lingua, che le comunità sefardite stanziatesi soprattutto nei Balcani e in Turchia, continuano a parlare ancora oggi. Si chiama Ladino e 500 anni dopo continua intatto il suo fascino di lingua che ha lo spagnolo arcaico come base e influenze di tutte le lingue e di tutte le culture che sono passate tra i Balcani e il Medio Oriente.
Nella famiglia di Yasmin Levy, una delle più originali cantanti israeliane, era la lingua segreta dei genitori, entrambi sefarditi di origine turca, emigrati in Israele, dove hanno allevato i propri figli in ebraico. In realtà Yasmin, che ha 35 anni ed è nata a Gerusalemme, ha conosciuto davvero suo padre Yitzhak, musicista morto quando lei aveva solo un anno, attraverso la sua musica, e solo dopo aver imparato lo spagnolo, a Siviglia. All'improvviso i suoi libri, che raccoglievano appunti e canzoni in ladino, sono diventati chiari e anche la sua eredità d'affetti, lunga 500 anni, ha avuto un altro significato. E' stato così che ha deciso di usare lo spagnolo per scrivere le sue canzoni, che hanno l'influenza di tutte le culture di cui è parte: la Spagna primitiva, la Turchia accogliente, Israele crogiolo di tante immigrazioni. "Solo in spagnolo posso essere folle, solo in spagnolo sono Yasmin" assicura, cercando di spiegare il fascino che questa lingua, che deriva da quella dei suoi genitori, esercita su di lei.
La scoperta del flamenco, a Siviglia, è stata una rivelazione. "Le radici del flamenco sono le canzoni liturgiche ebraiche, quello che si cantava nelle sinagoghe in Spagna" teorizza per El Mundo "Ci sono anche le liturgie musulmane delle moschee e la scala che i gitani hanno portato dall'India. La mescola di questi tre elementi ha creato il flamenco". Ha così mescolato anche il flamenco nella sua musica e ricorda: "Gran parte delle canzoni che si chiamano oggi sefardite e che io canto erano originalmente cristiane, ma solo gli Ebrei le hanno conservate. Gli Ebrei hanno amato la Spagna e continuano ad amarla. Quando li hanno obbligati a lasciare il Paese, l'unica cosa che hanno potuto portarsi via sono state queste canzoni e la lingua".
Nei suoi dischi, l'ultimo, Sentir, è uscito quest'anno, ci sono sempre queste due componenti, la tradizione sefardita, che considera sacra e riporta così come i libri di suo padre e la ricerca gliela raccontano, e le sue composizioni in castigliano, che recuperano tutte le sue eredità e le traducono in spagnolo, chiudendo così il cerchio aperto 500 anni fa, con l'espulsione dei suoi antenati dalla Spagna.
Se mettete Yasmin Levy nel motore di ricerca di youtube potete ascoltare moltissime sue canzoni, quasi tutte struggenti e con un velo di nostalgia. Quella che non posso smettere di ascoltare è Naci en Alamo, che inizia al minuto 5.12 del video che trovate più in basso: pare sia una canzone greco-gitana, inserita nella colonna sonora di un piccolo film gitano del 2001, Vengo, (si trova anche su Internet, per i più curiosi) e da allora entrata nel patrimonio della musica flamenca. E' infatti è malinconica, nostalgica, dolorosa e travolgente come solo il flamenco sa essere (nelle altre versioni che ci sono su youtube, non avendo queste atmosfere flamenche, pur cantata da Yasmin, non ha la stessa magia, anche se è sempre intensa e struggente).
Più giù c'è un altro video, Una noche más, una canzone d'amore triste e malinconica, da questa voce davvero appassionante, come la sua storia.



Una noche mas