martedì 7 giugno 2011

Eruzione del Cordón Caulle: è emergenza a Bariloche, in difficoltà gli aeroporti di BsAs e Montevideo

E anche il Cono Sur ha il suo Eyjafjallajökull. L'omologo sudamericano del vulcano islandese che ha chiuso i cieli europei la scorsa primavera è il complesso cileno Cordón Caulle, in eruzione da alcuni giorni e adesso responsabile della chiusura e/o delle cancellazioni registrate in numerosi aeroporti argentini, compreso quello di Buenos Aires, e uruguayani, compreso quello di Montevideo. La nuvola di ceneri vulcaniche è stata spinta dai venti verso l'Oceano Atlantico e nelle scorse ore ha raggiunto il Rio de la Plata: non risulta tossica per la popolazione, di fatto non è neanche visibile, assicurano gli esperti, ma può creare problemi agli aerei.
A causa dei ritardi e delle cancellazioni dei voli da e per Ezeiza, l'aeroporto internazionale di Buenos Aires, è in forte difficoltà anche la Nazionale argentina di calcio: di ritorno a casa, dopo la doppia sconfitta rimediata contro la Nigeria e la Polonia, nelle amichevoli di preparazione per l'imminente Copa América, la squadra è stata fermata a São Paulo, nel Brasile, data l'impossibilità di atterrare a Buenos Aires. Adesso, ospitati nel lussuoso Guararema Parque Hotel Resort, calciatori e tecnici aspettano buone nuove.
Ma non sono Buenos Aires né Montevideo le città che stanno vivendo le loro ore più difficili. La situazione è caotica a Bariloche e a Villa la Angostura; le cittadine argentine, situate rispettivamente a 80 e 40 km dal complesso vulcanico cileno, sono letteralmente coperte di cenere, anche se nelle foto diffuse dai forum e dai media argentini sembra neve. La popolazione di entrambe le località è stata invitata a non uscire di casa e a farlo solo se munita di mascherine e in entrambe le località si registrano sia scosse di terremoto che black-out elettrici; l'aeroporto di Bariloche, il primo a essere stato chiuso dalle autorità argentine, rimarrà chiuso fino al 21 giugno.
La situazione la raccontano più i blog e i forum che le pagine di informazione. Su taringa.net l'utente _FlashWOW_ raccontava così, un paio di giorni fa, le prime ore di La Angostura sotto la pioggia di cenere: "Stanotte, intorno alle 9, ha iniziato a cadere cenere fina ed è stato così per tutta la notte. Oggi mi sono svegliato e credevo fossero le 8. Erano le 10.40! e per terra c'erano circa 10 cm di cenere. Ci chiedono di non uscire di casa e di bloccare qualunque ventilatore. Bisogna chiarire che le particelle di cenere sono così sottili che respirarle provoca problemi post-respiratori, perché aderiscono alla parete polmonare. Le strade per il Cile, San Martin e Bariloche sono bloccate per sicurezza e si accetterà solo l'arrivo dei rifornimenti per i supermercati e gli aiuti del governo provinciale e/o nazionale. Insomma, siamo isolati. Ogni 5 minuti si sentono tuoni e si può vedere a una distanza di 200 metri". Il lago Nahuel Huapi, su cui si affaccia Villa La Angostura, è adesso ricoperto di ceneri e, riportano i media argentini, più che un lago sembra un'immensa pozzanghera. La migliore descrizione della sua situazione si legge su Clarin, il quotidiano più importante di Buenos Aires: "Si chiama Bahía Brava perché di solito lì il lago Nahuel Huapi è sempre agitato. Ma adesso dovrebbe avere un altro nome perché non c'è né lango né baia, ma una statica fangaia, color ocre, che si stende fino a perdersi in un manto brumoso e grigio. Il molto, che sembra inchiodato sul fango, ha acquistato un evidente aspetto fantasmagorico e la cenere non smette di scendere. Si percepisce la sua aggressione silenziosa: come si accumula sulle spalle e il cappuccio del giubbotto, il modo in cui copre i cipressi, le case e le strade, come annichila lentamente i contorni di quello che fino a venerdì era un eden. E' una cartolina della desolazione, o forse qualcosa di peggiore: della bellezza, a Villa la Angostura, parlano solo i ricordi".
La pioggia più che un sollievo è una minaccia: come spiegavano in alcuni blog, in cui invitavano a togliere la cenere dalle auto senza usare l'acqua, il contatto dei due elementi li trasformerebbe in una sorta di ceramica. Per questo, siccome nell'area minaccia pioggia (di fatto è già piovuto ieri sera), ci sono squadre specializzate che aiutano a togliere la cenere dai tetti; le squadre aiutano anche a tenere liberi dalla cenere gli impianti di riscaldamento, dell'acqua e delle fogne, in modo che non siano tappati e smettano di funzionare.
Una buona fonte di notizie di quello che succede a Bariloche e dintorni è l'agenzia di stampa locale Agencia de Noticias Bariloche ANB. Qui si lamenta l'assenza d'informazione alla popolazione, nonostante l'attività vulcanica del Puyehue fosse iniziata in aprile e nonostante il Cile fosse in allerta rossa da sabato e avesse iniziato ad evacuare le 4000 persone che vivono in un raggio di 10 km dal vulcano: la popolazione è stata avvertita solo all'ultimo momento dell'allerta gialla a causa della pioggia di cenere. Qui si danno informazioni sui black-out di energia elettrica e acqua potabile (secondo le ultime notizie entrambe sono state parzialmente ristabilite). Qui si osserva, anche, che la popolazione è piuttosto indisciplinata e continua a uscire, nonostante l'invito a stare a casa, complicando il movimento dei veicoli d'emergenza, compresi quelli che raccolgono la cenere. Qui, infine, si informa che l'emergenza potrebbe durare ancora per molti giorni.
Le ceneri vulcaniche hanno raggiunto 10 province argentine e hanno di fatto paralizzato i trasporti della Patagonia. Informazioni su quello che succede nelle città argentine più colpite sia su anbariloche.com.ar che su http://www.lmneuquen.com.ar/
Le fotografie da taringa.net, dal blog di Juan Pablo Cadario e da molto web argentino; una buona galleria fotografica dell'eruzione, sia sul versante argentino che su quello cileno, su elpais.com