venerdì 23 settembre 2011

I progetti per la plaza de toros Monumental, dopo l'ultima corrida di Barcellona

Domenica 25 settembre 2011, ore 18, Monumental di Barcellona. E' l'appuntamento con l'ultima corrida che si disputerà in Catalogna, prima dell'entrata in vigore, il 1° gennaio 2012, della legge che le proibisce. Nel cartel ci sono il mito José Tomás, Juan Mora e il catalano Serafín Marín. I biglietti sono praticamente esauriti e il mercato nero li scambia per 1500 euro. Ma non pensate che Barcellona viva una grande passione per le corride perché non è così. Di fatto in Catalogna le corride non sono molto popolari, l'interesse nei loro confronti è mano a mano scemato e la Monumental di Barcellona è l'unica plaza ancora funzionante in tutta la regione; ancora prima dell'approvazione della legge che le vieta, i suoi proprietari avevano pensato di chiuderla perché non era redditizio continuare a organizzare le temporadas a causa del disinteresse del pubblico.
Però la proibizione decisa dal Parlament catalano, più per ragioni nazionalistiche che di tutela degli animali, ha risvegliato il dibattito sulle corride in Catalogna. Lo guidano Madrid, il PP e i media conservatori. Per salvare "la libertà di andare alle corride" il PP si è rivolto al Tribunal Constitucional, sostenendo che una decisione del genere non tocca alle Comunidades Autónomas ma al Governo nazionale (non risulta si sia opposto con tanta veemenza quando le Canarie hanno abolito, pure loro, le corride nel loro territorio) e ha minacciato CiU che non sosterrà la finanziaria  se non approverà una moratoria contro la proibizione delle corride dal 2012. Su Twitter i toreri parlano di libertà di assistere alle corride che viene meno e nella lotta tra taurinos e antitaurinos segnalano i primi come democratici, perché non negano agli altri la libertà di non andare a los toros. Gli osservatori che cercano di mantenere una certa neutralità, in un dibattito così ideologico, evidenziano l'incoerenza di una legge che proibisce le corride e che non dice niente sulle altre manifestazioni, più tipicamente catalane, e che pure prevedono il maltrattamento animale.
In tutto questo la vittima finale è la Monumental, una delle plazas de toros più belle di Spagna, "un edificio di stile mudéjar e bizantino, condito con elementi modernisti, che sin dall'inizio ha combinato il toreo con altri usi" come lo descrive El Periódico de Catalunya. E sono questi "altri usi" che l'hanno fatta entrare nella memoria di migliaia di barcellonesi, non necessariamente taurinos. Alla Monumental ci sono stati concerti storici, il più ricordato dei quali è quello dei Beatles, nel 1965; ma in democrazia si sono esibiti Bob Marley, Joaquín Sabina, Tina Turner, Dire Straits, Mike Oldfield, tutti in concerti affollatissimi. Poi, con l'inaugurazione del Palau Sant Jordi, i concerti più importanti di Barcellona hanno lasciato la plaza de toros per il Montjuïc. Oltre alla musica la Monumental ha ospitato anche centinaia di comizi elettorali, sin dalla II Repubblica. El Periódico segnala tra i più significativi quello di Felipe González, nel 1977, per le prime elezioni spagnole della democrazia.
E' ovvio che il futuro di un edificio così simbolico nella storia e nella cultura di Barcellona preoccupi la città. Cosa fare della Monumental dopo la proibizione delle corride? Sono 10mila metri quadrati che non possono essere ristrutturati facilmente: dal 1979 la Monmental è patrimonio architettonico cittadino, cioè, non si possono fare modifiche, né in facciata né all'interno. Dunque non è così facile che possa essere trasformato in un centro commerciale, come la plaza de toros de las Arenas, e non è detto neanche che i residenti vogliano un altro centro commerciale, essendocene già uno in zona. Che fare dunque?
Il proprietario Pedro Balañá è in attesa di indicazioni. La Generalitat gli dovrà una compensazione non ancora definita per la proibizione delle corride e il Comune, anche a causa della crisi economica, non è al momento interessato a comprare i terreni. Per cui al momento ci sono solo ipotesi, che parlano di destinazioni d'uso tendenti alle attività ludiche, culturali, sociali o sportive. E' una destinazione d'uso che troverebbe d'accordo i residenti, mancando in questa zona di Barcellona, l'Eixample, strutture di questo genere. El Periódico de Catalunya segnala l'iniziativa di un architetto di Lérida, Xavier Vilalta, che vive nel quartiere e intende presentare a Balañá e alle autorità locali un progetto che sa un po' di nemesi storica e che però non per questo non è affascinante: la Monumental potrebbe trasformarsi nel Barcelona Ecological Center (BEC), "un complesso sostenibile, sportivo e di rispetto agli animali".
"Credo che negli ultimi anni abbiamo imparato che è più facile smontare usi che riempire di contenuto edifici vuoti" scrive l'architetta e docente della UPC Maria Rubert sul quotidiano "Forse abbiamo imparato anche che gli edifici più interessanti che visitiamo sono spesso quelli che non erano del tutto previsti per l'uso che hanno (scuole che servono come musei, stabilimenti industriali come biblioteche, garages, come palestre....) e quanto meno si è intervenuti più interessante è lo spazio e più creatività favorisce nell'interno. Lacatone Vasal hanno trasformato il Palais de Tokyo a Parigi, un edificio classicista, in museo d'arte contemporanea, quasi senza rimuovere le pareti. E le fabbriche e gli spazi industriali del XIX secolo servono come posti di lavoro collettivo o come studi di artisti a Berlino o Londra. Quanto meno interveniamo nella Monumental, tanto più aperte rimangono le porte per usi imprevedibili, nuovi, necessari".