La Torre del Oro la conosciamo: è lì, sulla riva del Guadalquivir, che ci saluta, ogni volta che da Triana entriamo a Siviglia e, viceversa, ogni volta che lasciamo Siviglia per andare a Triana. E' lì, nella sua imperturbabile armonia, che cambia colore fino al tramonto arancionato, a ricordarci i secoli e i popoli che si sono seguiti a Siviglia. Di lei sappiamo quasi tutto, anche delle difficoltà a trovare una destinazione d'uso a un'architettura militare e almohade come la sua.
Non conosciamo invece quasi niente della Torre de la Plata, appartenente allo stesso sistema difensivo arabo e anche lei unica sopravvissuta di quella magnifica muraglia che correva dall'Alcazar fino al fiume e che contava altre due torri scomparse; curiosamente, mano a mano che le torri si allontanavano dall'Alcazar, aumentava il numero dei loro lati: quattro la prima, sei la seconda, otto la Torre de la Plata e dodici la Torre del Oro, già sulla riva del Guadalquivir.
El Correo de Andalucía ha dedicato ieri un articolo alla "sorella triste" della Torre del Oro, così definisce la Torre de la Plata. Si trova nell'Arenal, all'inrocio delle calles Santander e Postigo del Carbón con la calle Temprado ed è difficilmente visibile dal passante disattento. Di fatto si vede bene solo dalla calle Temprado e dalla Moneda, andando verso il Guadalquivir. A differenza della sorella più fortunata, protagonista di foto da cartolina e nella lista dei simboli più riconoscibili di Siviglia, la Torre de la Plata è stata in rovina per molto tempo, rifugio di mendicanti e appoggio per le costruzioni adiacenti.
"Sarebbe bello poter dire che, nonostante i suoi odori tristi e la sua storia di maltrattamento, i muri oggi tanto puliti sanno svegliare nel visitatore l'emozione della bellezza. Non è così. Sarà per la sua risaputa condizione di essere iscritta in un ufficio municipale, per il quale serve da zona nobile, o per il panorama così brutto che offre dalle sue finestre, per quanto è complicato l'accesso o per il fatto che lì non entrano neanche i gatti, ma è vero che se un drogato in riabilitazione potesse diventare un monumento, sarebbe la Torre de la Plata" scrive El Correo de Andalucía.
E sì, ci si sente in colpa, perché effettivamente la Torre de la Plata, la si è vista sempre frettolosamente da lontano, passando in Dos de Mayo, senza dedicarle troppa attenzione, rimandando a qualche altro momento il passaggio sotto le sue mura, mentre non si contano le foto fatte alla Torre del Oro, a qualunque ora e da qualunque posto sia visibile. Bisognerà rimediare e correre al più presto in calle Santander, a rendere omaggio anche alla Torre de la Plata.
Da elcorreoweb.es, alcune immagini dell'esclusiva galleria fotografica.
Non conosciamo invece quasi niente della Torre de la Plata, appartenente allo stesso sistema difensivo arabo e anche lei unica sopravvissuta di quella magnifica muraglia che correva dall'Alcazar fino al fiume e che contava altre due torri scomparse; curiosamente, mano a mano che le torri si allontanavano dall'Alcazar, aumentava il numero dei loro lati: quattro la prima, sei la seconda, otto la Torre de la Plata e dodici la Torre del Oro, già sulla riva del Guadalquivir.
El Correo de Andalucía ha dedicato ieri un articolo alla "sorella triste" della Torre del Oro, così definisce la Torre de la Plata. Si trova nell'Arenal, all'inrocio delle calles Santander e Postigo del Carbón con la calle Temprado ed è difficilmente visibile dal passante disattento. Di fatto si vede bene solo dalla calle Temprado e dalla Moneda, andando verso il Guadalquivir. A differenza della sorella più fortunata, protagonista di foto da cartolina e nella lista dei simboli più riconoscibili di Siviglia, la Torre de la Plata è stata in rovina per molto tempo, rifugio di mendicanti e appoggio per le costruzioni adiacenti.
"Sarebbe bello poter dire che, nonostante i suoi odori tristi e la sua storia di maltrattamento, i muri oggi tanto puliti sanno svegliare nel visitatore l'emozione della bellezza. Non è così. Sarà per la sua risaputa condizione di essere iscritta in un ufficio municipale, per il quale serve da zona nobile, o per il panorama così brutto che offre dalle sue finestre, per quanto è complicato l'accesso o per il fatto che lì non entrano neanche i gatti, ma è vero che se un drogato in riabilitazione potesse diventare un monumento, sarebbe la Torre de la Plata" scrive El Correo de Andalucía.
E sì, ci si sente in colpa, perché effettivamente la Torre de la Plata, la si è vista sempre frettolosamente da lontano, passando in Dos de Mayo, senza dedicarle troppa attenzione, rimandando a qualche altro momento il passaggio sotto le sue mura, mentre non si contano le foto fatte alla Torre del Oro, a qualunque ora e da qualunque posto sia visibile. Bisognerà rimediare e correre al più presto in calle Santander, a rendere omaggio anche alla Torre de la Plata.
Da elcorreoweb.es, alcune immagini dell'esclusiva galleria fotografica.