venerdì 7 ottobre 2011

Governo e studenti cileni rompono le trattative, violenze e arresti nei cortei

Il Governo cileno, rappresentato dal Ministro dell'Istruzione Felipe Bulnes, e le associazioni degli studenti, dei professori e dei rettori hanno rotto le trattative per la riforma scolastica. Non è cosa che sorprenda.
Le posizioni erano molto lontane e nessuna delle parti sembrava disponibile a rinunciare ai propri principi. Camila Vallejo, la carismatica presidente della Federación de Estudiantes de la Universidad de Chile (Fech la sigla in spagnolo) e volto più visibile della protesta del mondo scolastico, chiede che la scuola pubblica sia gratuita, in modo da essere accessibile anche agli strati più poveri della popolazione, costretti a rinunciare perché impossibilitati ad affrontare i pesanti debiti richiesti dall'istruzione. Il presidente Sebastián Piñera rifiuta l'idea che la scuola pubblica sia gratuita perché "niente nella vita è gratis" e il suo Ministro dell'Istruzione ha fatto presente che "è impossibile in questo momento rendere la scuola gratuita". Adesso, la destra di ogni parte del mondo deve mettersi in testa che i servizi sociali non sono gratuiti: li pagano i cittadini con le loro tasse. Dunque, la sanità, l'istruzione, le pensioni, sono state già pagati dai cittadini sin dal momento della loro organizzazione. La scuola pubblica non è gratuita: la finanziano le tasse di tutti i cittadini.
Premesso questo, che prima o poi la destra inizierà a realizzare (sarebbe bene che lo facessero i suoi elettori, invece di lasciarsi manipolare, ma così va il mondo), nel Cile le posizioni non si sono avvicinate. Il Ministro Bulnes ha lamentato la rottura delle trattative, che ha attribuito esclusivamente agli studenti, impegnati a ottenere prima di tutto la gratuità della scuola, che lui non può promettere sempre per il fatto che "niente nella vita è gratis". "Continueremo ad essere sempre disponibili al dialogo. Crediamo che il cammino per avanzare in democrazia sia il dialogo" ha commentato. Ma non c'è dialogo possibile se gli uni sono impegnati a ottenere la scuola gratuita e gli altri a offrire migliori borse di studio per gli studenti più bravi. Il Governo infatti vuole ampliare le borse di studio per gli studenti più dotati, appartenenti al 40% delle fasce sociali più vulnerabili: "Vogliamo farci carico anche della classe media, raggiungendo il 20% seguente" ha detto il Ministro.Il Governo sta pensando alla creazione di una Commissione di Esperti che possa coordinare borse di studio e crediti per le famiglie più povere e intende coinvolgere in questa Commissione anche membri della Concertación, la coalizione di centro-sinistra che ha governato il Cile per vent'anni, dopo la dittatura, senza avere il coraggio di modificare il sistema scolastico imposto da Augusto Pinochet.
Leggendo queste idee che guidano la destra nell'elaborazione del sistema scolastico, penso sempre a quello finlandese, il più efficiente d'Occidente, l'unico in grado di competere con quelli asiatici. In Finlandia è tutto gratuito per le famiglie: persino le matite e i quaderni; gli studenti vengono seguiti da un numero adeguato di professori, che godono di enorme prestigio sociale, e non vengono lasciati indietro. Cosa fa la differenza? Gli esami. Ogni ciclo scolastico termina con severi esami e vanno avanti solo quelli che li superano, siano di famiglia ricca o povera. Ecco come si seleziona il merito: dando pari opportunità a tutti e che ognuno sappia coglierle secondo le proprie capacità e il proprio talento.
Il sistema cileno, basato sul lucro di chi offre le borse di studio e sulla competizione delle scuole, che possono anche decidere di non investire le risorse e dividerle tra i propri dirigenti (soprattutto nelle piccole città, dove la competizione è inesistente), non premia il merito, premia la denuncia dei redditi familiare: il ricco, anche se poco dotato o poco interessato, frequenterà le migliori scuole, perché i genitori possono pagargliele, il povero dovrà sperare che non ci siano troppi concorrenti nell'assegnazione delle borse di studio, altrimenti dovrà rinunciare ai propri studi o dovrà sacrificare buona parte del reddito dei genitori o il suo di futuro professionista, per finanziarsi gli studi. Cioè, la classe ricca non viene selezionata, passa comunque perché ha i soldi, la classe povera viene selezionata in base al merito, lasciando indietro chi ha magari più merito del ricco, ma non sufficiente per entrare nei programmi di borse di studio.
La differenza è enorme e indiscutibile. E' la differenza tra sinistra e destra, per chi dice che sono la stessa cosa. Chiaro: in Finlandia c'è un severo sistema fiscale, che permette di offrire efficienti servizi sociali, nel Cile il sistema fiscale è favorevole ai ricchi, non essendo particolarmente progressivo.
Camila Vallejo ha attaccato il Governo su Twitter, sostenendo che la Confech non è disponibile alle trattative se si continua a "consacrare l'egemonia del mercato sull'istruzione". "Il Governo ha segnalato attraverso il Ministro Bulnes che non vogliono che i più poveri finanzino i più ricchi. Noi glielo abbiamo detto nella riunione e continuiamo a ripeterlo al Ministro dell'Istruzione. Neanche noi vogliamo che i più poveri finanzino i più ricchi, ma che i più ricchi finanzino i più poveri e la classe media" ha spiegato. Il Governo di Piñera ha approvato nei giorni scorsi una Legge che punisce con il carcere l'occupazione violenta delle scuole, duramente criticata da Vallejo, che la considera "un tentativo di dividere il movimento e tergiversare i suoi obiettivi"
Dopo la rottura delle trattative c'è stata, ieri, una marcia degli studenti nelle principali città cilene. A Santiago non è stato rispettato l'itinerario autorizzato e ci sono stati scontri tra carabineros e gruppi di incappucciati, finiti con 168 arresti, 25 poliziotti e 4 manifestanti feriti. L'Intendencia Metropolitana, una sorta di Provincia della Regione Metropolitana di Santiago, ha lamentato che "dopo 5 mesi di mobilitazioni e 36 cortei autorizzati e una volontà di dialogo concreto da parte dell'Intendencia, per stabilire relazioni serie e dirette, oggi i leader studenteschi hanno convocato irresponsabilmente una marcia in un luogo non autorizzato. Molto più grave è la sua decisione e responsabilità, se, oltretutto, il movimento aveva il permesso per manifestare in un altro tracciato".
Gli studenti, nonostante questi incidenti violenti che hanno finito con il caratterizzare tutti i loro cortei, non perdono il favore della popolazione. Ieri in tutto il Cile c'è stata l'ennesima cacerolada notturna in favore della scuola pubblica gratuita. Sono state pacifiche sia a Santiago che nelle altre città cilene. Perché quando parlano di questi movimenti sociali che stanno cercando di cambiare il mondo, siano in Egitto, in Grecia, in Spagna, nel Messico o nel Cile, i media parlano sempre delle capitali, ricordano solo raramente Alessandria, Salonicco, Barcellona, Valparaíso, Cuernavaca e tutte le altre città che stanno dando il loro contributo per fare di questo mondo un posto migliore.
Gli ultimi a manifestare il sostegno agli studenti cileni sono stati gli studenti universitari messicani; non ho trovato il video che hanno mandato ai collegi sudamericani su youtube, lascio il link di quello trovato su latercera.com
PS Mentre scrivevo queste righe il telediario di TVE1 ha mostrato un servizio sui fatti cileni: l'approvazione del Governo di Pinera è del 30%, quella della Concertación, all'opposizione, è del 17%; la storia è sempre magistra vitae, non passa mai invano e le colpe e le mancanze si pagano. Anche se in ritardo.