venerdì 14 ottobre 2011

Manifestazioni del 15 ottobre 2011: 15 ragioni per essere ancora indignados

15 ottobre, 15 ragioni per essere ancora indignati. Le ha raccolte il sito madrilonia.org, per ricordare agli spagnoli perché scendere domani nelle strade delle principali città e protestare contro il sistema economico, che ha dimenticato le persone, e per una democrazia più partecipativa. Alcuni dati, tutti scovati in rapporti e studi di istituzioni e media europei, sono di livello mondiale, altri riguardano l'Europa e altri ancora la Spagna. Tutti aiutano a riflettere e a decidere da che parte stare domani, nella Giornata della Indignacion Mundial, del Global Change o comunque vogliate chiamare queste manifestazioni programmate in quasi 1000 città di oltre 70 Paesi del mondo.
Le 15 ragioni in spagnolo, su madrilonia.org

1 Da quando è iniziata la crisi i salvataggi delle banche hanno impegnato 5,3 bilioni di dollari degli stati europei, una cifra che è 15 volte il debito pubblico greco, o più di 4 volte la spesa pubblica in scuola e sanità di tutti i Paesi dell'Unione
2 Dal 2009 i benefici finanziari sono legati all'incremento degli interessi del debito pubblico degli stessi Stati che hanno salvato le banche e che, pertanto, sono stati obbligati a indebitarsi. Un esempio chiaro: le banche europee ottengono enormi guadagni grazie al fatto che la BCE presta loro denaro all'1%, che usano poi per comprare il debito greco, spagnolo, irlandese o portoghese con rendimento tra il 5% e il 12%
3 In questo momento ci sono in Europa 100 milioni di poveri (famiglie che hanno entrate pari a meno del60% della media del reddito dei loro rispettivi Paesi), il 50% in più rispetto al 2000. In Spagna, nel 2010, un terzo delle famiglie dichiarava di non poter arrivare a fine mese.
4 Negli ultimi 3 anni sono state approvate le riforme delle pensioni più restrittive di tutta la storia d'Europa. In Germania la pensione arriva a 67 anni e si minaccia di arrivare ai 70, in Spagna è arrivata a 67 anni, in Francia a 62. Allo stesso tempo, il denaro depositato in fondi di pensione privati dei grandi Paesi dell'Unione, sostenuti con sovvenzioni fiscali, raggiunge i 3 bilioni di euro, tre volte il PIL spagnolo.
5 Tra il 2000 e il 2010, i governi dell'Unione Europea hanno ridotto del 10% il tasso massimo dell'imposta sul reddito, l'imposta che pagano i redditi più alti. In Spagna, per la cosiddetta classe media, la pressione fiscale è scesa di un solo punto dal 1993.
6 L'evasione fiscale rappresenta in Spagna tra il 20 e il 25% della raccolta dello Stato, 10 punti di più della media europea. I calcoli della frode fiscale la situano tra i 60 e gli 80 miliardi di euro, ma, secondo Gesta, il sindacato degli ispettori fiscali, ogni anno si frodano 165 miliardi di euro nel nostro Paese.
7 L'investimento sanitario dello Stato spagnolo è di circa 65 miliardi di euro all'anno, abbastanza meno di quello che suppone la frode fiscale e 2 punti in meno in relazione al PIL della media dell'UE. Tagli e tickets si vendono come imprescindibili, mentre i premi alle assicurazioni private sono aumentate del 6,8% all'anno nel periodo 2006-2010. Le Comunidades con maggiore penetrazione dell'assicurazione privata, Madrid, Catalogna e Baleari, contano su una minore spesa sanitaria pubblica pro capite.
8 La privatizzazione è presentata come qualcosa di inevitabile, ma i dati dimostrano che non suppone alcun tipo di risparmio, tutto il contrario. Concretamente, a Madrid, la costruzione di sette nuovi ospedali è costata 650 milioni di euro, ma la Comunidad avrà pagato alla fine dei 30 anni di concessione, 3,75 miliardi, sei volte di più
9 I tagli all'istruzione pubblica hanno a che vedere con una strategia di sostegno e favore della scuola privata. Per esempio, la Comunidad de Madrid ha elevato da 10mila a 30mila euro per membro dell'unità familiare il limite di reddito per gli sgravi, per quelli che affidano l'istruzione dei figli ai centri privati, mentre prescinde di circa 2500 professori nell'istruzione pubblica.
10 Dal 2008 in Spagna 350mila famiglie sono state sfrattate. Nel secondo trimestre 16.464 famiglie sono state sfrattate, il 21% di più che nello stesso periodo dell'anno precedente; sono dati ancora più drammatici, se si considera che in Spagna ci sono 3,5 milioni di alloggi vuoti, secondo la Piattaforma dei Danneggiati dai Mutui
11 In Spagna l'aiuto ai disoccupati senza prestazione è di 426 euro per sei mesi, mentre l'investimento militare è di circa 420 euro per abitante all'anno. Nel 2010 lo Stato ha investito 1,5 miliardi in acquisto di armi, più di quello che suppone il risparmio annuale per il taglio delle pensioni, equivalente a 1,4 miliardi.
12 Gli alti dirigenti e i CdA delle imprese dell'Ibex35, 540 persone, hanno un salario pari a 615 milioni di euro, lo stesso di 40mila lavoratori di salario medio.
13 Poco più di 150mila persone di altissimo stipendio prendono lo stesso dei 3 milioni di lavoratori che meno guadagnano in Spagna. Il 40% dei lavoratori spagnoli guadagna 850 euro o meno al mese, il 55% non arriva a 1100 euro.
14 Se consideriamo che in Spagna circa l'86% dei nuovi contratti sono temporali e che i salari sono diminuiti del 10% tra il 1995 e il 2010, possiamo affermare che la precarietà del lavoro è la caratteristica che meglio definisce il nostro mercato del lavoro
15 Secondo il ultimi dati, 4.833.700 persone sono disoccupate, il 20,89% della popolazione, il doppio della media europea. I più colpiti sono giovani minori di 25 anni (il tasso è del 46%) e gli immigrati (senza contare gli irregolari, il tasso è del 32%). Per questi ultimi la situazione è ancora più delicata perché il rinnovamento è necessario per avere impiego, cosa molto complicata adesso.