martedì 8 novembre 2011

Gli scandali delle Baleari sempre più vicini al genero del re

Si stringe il cerchio intorno a Iñaki Urdangarín, il marito dell'Infanta Cristina, sospettato sempre di più di essere coinvolto nella trama di corruzione del Governo conservatore delle Isole Baleari. Il genero del re è uno dei fondatori dell'Instituto Nóos, una società specializzata nell'organizzazione di eventi e convegni, soprattutto sportivi. Da tempo l'Instituto è nelle mire dei giudici che indagano sui casi di corruzione e traffico d'influenza della Giunta di Jaume Matas, in carica dal 2003 al 2007. A questa società, infatti, le Baleari avrebbero versato 2,3 milioni di euro per l'organizzazione di una conferenza sullo sport di due giorni. Una cifra giudicata esorbitante, che lascia immaginare la malversazione di fondi pubblici da parte della Giunta regionale. E che lascia in cattiva luce anche il genero del re, costretto a muoversi sul delicato confine tra il dover lavorare per non essere mantenuto dalla Famiglia Reale e il ricevere offerte e onori grazie all'illustre parentela. Oltre tutto sembra che Urdangarín abbia fatto confusione e abbia giustificato gli onorari ricevuti a Palma con lavori fatti per un analogo evento a Valencia (guarda caso entrambe le regioni, Baleari e Comunitat Valenciana, governate da Giunte del PP).
Ieri i magistrati che indagano sul caso hanno fatto perquisire gli uffici barcellonesi di Nóos e il domicilio di Diego Torres, l'uomo di Urdangarín e direttore attuale di Nóos. El Pais spiega la situazione sempre più delicata in cui si trova il marito dell'Infanta Cristina: "Le giornate di riflessione sportiva di Palma le ha gestite il Duca (Cristina e Iñaki sono Duchi di Palma di Maiorca NdRSO), d'accordo con il Governo delle Baleari di Jaume Matas del PP. Uno degli amici di Urdangarín, l'olimpico di vela José Luís Pepote Ballester, ex direttore generale dello Sport con Matas, è stato il ponte per i primi contatti e il gestore delle partite economiche. Ballester è stato arrestato allo scoppio del caso Palma Arena ed è una delle figure chiave nelle decisioni e contratti degli eventi in questione".
Non solo. El Mundo ha rivelato alcuni giorni fa che le fatture che dovrebbero giustificare i 2,3 milioni versati dalle Baleari a Nóos presentano irregolarità e si riferiscono a spese false o comunque gonfiate. Per questo i magistrati hanno interrogato i fornitori di Nóos negli anni 2005 e 2006, in cui si sono svolti gli eventi sotto indagine e in cui il genero del re era presidente della società.
Poi, visti i sospetti di malversazione e l'arrivo dello scandalo, re Juan Carlos ha costretto Iñaki a dimettersi da tutti gli incarichi e lo ha "esiliato" a Washington, dove vive ormai da un paio d'anni con la moglie Cristina e i loro quattro figli. Dagli USA il Duca cura gli interessi latinoamericani di Telefónica, il più importante gruppo di telecomunicazioni spagnolo. Ma non può evitare che sospetti e scandalo lo tocchino sempre più da vicino. Ritorna così d'attualità la solita domanda che riguarda il che fare dei parenti del re che non sono suoi diretti successori e il senso dell'etica che dovrebbe muovere le loro azioni. E, soprattutto, a Madrid si inizia a dubitare della sopravvivenza del matrimonio di Cristina al possibile scandalo: l'Infanta, innamorata del marito, tanto da averlo seguito negli Stati Uniti, non intende lasciarlo, ma chissà se potrà resistere alle pressioni quando il cerchio si stringerà intorno a lui.