Dopo 11 anni e 11 milioni di euro di ristrutturazione, ha riaperto, alla Isla de la Cartuja di Siviglia, sulle rive del Guadalquivir, il Padiglione della Navigazione, uno dei fiori all'occhiello dell'Esposizione del 1992. Dopo l'apertura del Giardino Americano, con la sua lunga passerella di legno sul fiume, Siviglia aggiunge un nuovo elemento per il recupero dell'area dell'Expo, per darle un contenuto turistico e per trasformarla in un polo d'attrazione cittadino; per anni i padiglioni della Isla de la Cartuja sono sembrati piccole e grandi cattedrali nel deserto, distribuiti in un'area recuperata alla città grazie alla Expo, ma poi senza una particolare destinazione d'uso; l'Expo92 ha rischiato per lungo tempo di tornare a essere una zona perduta di Siviglia, in cui si recavano solo i dipendenti delle piccole aziende insediatesi in alcuni padiglioni e gli utenti della Isla Magica, uno dei più importati parchi di divertimento spagnoli, ricavato nella parte settentrionale della Cartuja. Ma le lunghe avenidas assolate costruite per collegare i padiglioni dell'Expo, sono sempre state deserte dopo la sua chiusura, non essendoci ragione per frequentarle, né per i sivigliani né per i turisti.
Adesso arriva il Padiglione della Navigazione, disegnato e ristrutturato dall'architetto Guillermo Vázquez Consuegra. Ospita mostre permanenti e temporanee legate alla navigazione, in un itinerario che dedica largo spazio a video ed elementi interattivi.
Le sale della mostra permanente sono quattro, immerse in uno spettacolare mare di luce, formato da mezzo milione di punti luce; la prima sala parla direttamente ai bambini e alle famiglie: riproduce un mare di mille metri quadrati, che si attraversa come se fosse davvero il mare, per provare le stesse sensazioni di chi un giorno lasciò la Spagna per tentare la fortuna nelle Colonie americane o dei marinai che impiegavano tre anni per raggiungere i porti delle Filippine. Mentre si attraversa questo mare si possono ascoltare le storie di chi ha davvero navigato gli Oceani: sono tutte storie raccontate con rigore storico, dato che sono state tratte dall'Archivio delle Indie di Siviglia. Per esempio, Francisco Escudero, un mendicante cieco che nel 1795 voleva attraversare l'Oceano per provare a mendicare in America; o il domenicano francescano che, partito nel 1544, divenne vicario della provincia di San Vicente; o, ancora, Juan Pérez, che nel 1571 fu condannato per aver rubato un pezzo di pane duro a un compagno, vista la mancanza di cibo a bordo.
La scienza e la tecnica sono le protagoniste della seconda sala, che ospita la collezione di modelli di barche storiche già vista durante l'Expo del 92, che spiega la sfida che suppose per la navigazione del Rinascimento la scoperta delle Americhe e l'evoluzione delle imbarcazioni che dovevano superare gli Oceani, che mostra le sfide future della navigazione, con un progetto di barca ecologica non ancora funzionante ma ampiamente studiata. Nella terza sala si torna a giocare con la navigazione: è possibile scoprire da vicino com'era la vita di bordo, sentire gli odori del legno, delle cuccette e della cucina, mettersi al timone dell'imbarcazione. La quarta sala, infine, ricorda i legami della navigazione con Siviglia, che fu per secoli, grazie al suo Porto delle Indie, una delle città più ricche d'Europa e dai forti contrasti sociali (della sua povertà e della sua corruzione, nonostante le ricchezze provenienti dalle Americhe, parlano numerosi libri d'avventura, dalla saga del Capitano Alatriste di Arturo Pérez Reverte fino all'ultimo, Vendetta di Siviglia, di Matilde Asensi); qui si riscopre il passato del suo porto fluviale e il suo presente, meno luminoso. C'è poi il tempo di salire sulla torre Schindler, una delle costruzioni più emblematiche della Expo92, proprio sulla riva del Guadalquivir. Dalla sua vetta si possono ammirare lo skyline della Siviglia storica e il Guadalquivir, senza il quale Siviglia, la sua essenza e le sue idiosincrasie non esisterebbero.
Il Pabellón de la Navegación è aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 19.30; la domenica chiude alle 15, il lunedì è chiuso. Il biglietto costa 4,9 euro; 3,5 per gruppi, studenti, pensionati e famiglie numerose.
Le prime immagini, da elcorreoweb.es
Adesso arriva il Padiglione della Navigazione, disegnato e ristrutturato dall'architetto Guillermo Vázquez Consuegra. Ospita mostre permanenti e temporanee legate alla navigazione, in un itinerario che dedica largo spazio a video ed elementi interattivi.
Le sale della mostra permanente sono quattro, immerse in uno spettacolare mare di luce, formato da mezzo milione di punti luce; la prima sala parla direttamente ai bambini e alle famiglie: riproduce un mare di mille metri quadrati, che si attraversa come se fosse davvero il mare, per provare le stesse sensazioni di chi un giorno lasciò la Spagna per tentare la fortuna nelle Colonie americane o dei marinai che impiegavano tre anni per raggiungere i porti delle Filippine. Mentre si attraversa questo mare si possono ascoltare le storie di chi ha davvero navigato gli Oceani: sono tutte storie raccontate con rigore storico, dato che sono state tratte dall'Archivio delle Indie di Siviglia. Per esempio, Francisco Escudero, un mendicante cieco che nel 1795 voleva attraversare l'Oceano per provare a mendicare in America; o il domenicano francescano che, partito nel 1544, divenne vicario della provincia di San Vicente; o, ancora, Juan Pérez, che nel 1571 fu condannato per aver rubato un pezzo di pane duro a un compagno, vista la mancanza di cibo a bordo.
La scienza e la tecnica sono le protagoniste della seconda sala, che ospita la collezione di modelli di barche storiche già vista durante l'Expo del 92, che spiega la sfida che suppose per la navigazione del Rinascimento la scoperta delle Americhe e l'evoluzione delle imbarcazioni che dovevano superare gli Oceani, che mostra le sfide future della navigazione, con un progetto di barca ecologica non ancora funzionante ma ampiamente studiata. Nella terza sala si torna a giocare con la navigazione: è possibile scoprire da vicino com'era la vita di bordo, sentire gli odori del legno, delle cuccette e della cucina, mettersi al timone dell'imbarcazione. La quarta sala, infine, ricorda i legami della navigazione con Siviglia, che fu per secoli, grazie al suo Porto delle Indie, una delle città più ricche d'Europa e dai forti contrasti sociali (della sua povertà e della sua corruzione, nonostante le ricchezze provenienti dalle Americhe, parlano numerosi libri d'avventura, dalla saga del Capitano Alatriste di Arturo Pérez Reverte fino all'ultimo, Vendetta di Siviglia, di Matilde Asensi); qui si riscopre il passato del suo porto fluviale e il suo presente, meno luminoso. C'è poi il tempo di salire sulla torre Schindler, una delle costruzioni più emblematiche della Expo92, proprio sulla riva del Guadalquivir. Dalla sua vetta si possono ammirare lo skyline della Siviglia storica e il Guadalquivir, senza il quale Siviglia, la sua essenza e le sue idiosincrasie non esisterebbero.
Il Pabellón de la Navegación è aperto dal martedì al sabato dalle 10 alle 19.30; la domenica chiude alle 15, il lunedì è chiuso. Il biglietto costa 4,9 euro; 3,5 per gruppi, studenti, pensionati e famiglie numerose.
Le prime immagini, da elcorreoweb.es