martedì 7 febbraio 2012

I genitori di Arantxa Sanchez minacciano azioni legali contro il suo libro

Esce oggi in Spagna Arantxa ¡Vamos! Memorias de una lucha, una vida y una mujer, l'autobiografia in cui Arantxa Sanchez Vicario, la miglior tennista spagnola della storia, con quattro titoli del Grande Slam vinti nel singolare e sei nel doppio femminile, racconta la sua vita e il maltrattamento psicologico subito dai genitori. Le sue memorie minacciano di spezzare definitivamente i rapporti familiari, interrotti da tempo, e sono diventati uno degli argomenti prediletti dei magazines televisivi, mattutini e pomeridiani.
Arantxa ha raccontato come durante la sua vita sportiva non avesse alcuna libertà: la madre decideva qualunque cosa la riguardasse, il padre gestiva il suo patrimonio, dandole una paghetta di cui doveva rendergli conto. Dopo il suo ritiro, avvenuto nel 2002, a 30 anni, anche per recuperare la sua libertà e dedicare tempo a se stessa, Arantxa ha scoperto che dei 45 milioni di euro guadagnati nella sua carriera non rimaneva quasi niente. "Mio fratello Javier, che ha vinto meno di me, ha più proprietà di me; a me hanno lasciato i debiti" lamenta nel libro. E non solo: la decisione di trasferire la residenza ad Andorra ha suscitato l'attenzione del fisco spagnolo, a cui l'ex campionessa ha scoperto di dovere 3 milioni di euro. E, infine, Arantxa è stata particolarmente ferita dal rifiuto che i Sanchez Vicario hanno sempre manifestato per il suo secondo marito, Pep Santacana; pochi giorni prima del loro matrimonio, celebrato il 12 settembre 2008, è stata filtrata alla stampa la notizia che l'imprenditore aveva seri problemi economici, con l'idea di danneggiare la sua immagine e farlo passare per un uomo interessato soprattutto al denaro della futura moglie. Arantxa è sicura che la filtrazione sia arrivata dalla sua famiglia, "ma non aveva calcolato che io sapevo già tutto da tempo, perché Josep me lo aveva raccontato". L'ex tennista sostiene che i suoi genitori hanno sempre cercato di controllarla, anche nella vita sentimentale, lasciandole l'impressione che gli uomini si avvicinassero a lei solo per denaro, "come se io non avessi le qualità per interessare un uomo per me stessa". Il suo matrimonio con Santacana è stato il punto finale dei rapporti familiari: i suoi genitori e i suoi fratelli hanno appena visto Arantxa jr, nata nel 2009, e non conoscono il piccolo Leo, nato l'anno scorso. E Arantxa sembra decisa a mantenere la sua famiglia d'origine lontana da quella che ha creato con Josep Santacana.
I Sanchez Vicario hanno reagito duramente al libro. Ieri la signora Marisa Vicario ha diffuso un comunicato stampa, anche a nome del marito Emilio Sanchez, in cui manifesta sorpresa e dolore per il libro della figlia.
"Sabato scorso mi sono alzata ricevendo una delle peggiori notizie che dei genitori possano ricevere. Con enorme sorpresa e grande dolore ho constatato che nostra figlia Arantxa aveva dato un passo ulteriore nella sua volontà di ferirci e umiliarci. Siete stati in tanti a chiamarci per sapere cosa succedeva. Per molto tempo sono rimasta, con mio marito Emilio, in silenzio. Ci feriva l'atteggiamento di Arantxa e di suo marito, ma altri problemi occupavano la mia mente e il mio cuore. A Emilio, delicato di cuore, è stato diagnosticato un paio di anni fa un durissimo cancro all'intestino. Contro di lui lottiamo gomito a gomito e lui continua ancora a lottare, giorno per giorno, contro questo rivale scomodo, che quasi ci sconfigge. Se non fosse stato sufficiente, un anno e mezzo fa gli è stato diagnosticato l'Alzheimer. Potete immaginare cosa implica tutto questo. Personalmente cerco di trarre forza e cerco sostegno e consolazione dagli altri miei figli e nipoti. In tutto questo tempo non abbiamo ricevuto neanche una visita da nostra figlia Arantxa. Neanche un segno di preoccupazione. Neanche un come state?" scrive nel suo comunicato Marisa Vicario.
E' l'altra versione di una vicenda brutta e triste. Una vicenda che testimonia ancora una volta come un figlio dotato di un talento straordinario possa causare squilibri familiari e possa diventare oggetto di sfruttamento economico, se non si è dotati degli strumenti che aiutano a non perdere di vista la realtà e i desideri del giovane talento. Lo sport, il cinema, la musica, ci raccontano storie di questo genere quasi quotidianamente. Certo, era difficile immaginarsi che la vivace e tosta Arantxita si sentisse poi così oppressa dal suo intorno familiare. E, a quanto pare, neanche Emilio Sanchez e Marisa Vicario lo immaginavano.
"Adesso ci arriva la notizia che verrà pubblicato un libro in cui Arantxa attacca, sembra, la famiglia e sprofonda il nostro morale. Questo sì che è duro, non il cancro o l'Alzheimer, niente può far più male a dei genitori che il proprio figlio li accusi di tutti i suoi mali. Sono inspiegabili il dolore che sentiamo, il nodo allo stomaco che convive con noi. Ho 75 anni e mio marito 79. Non avremmo mai immaginato che potesse succedere una cosa come questa. Questa situazione sì che è una malattia che colpisce direttamente l'anima e, anche se cercheremo di assimilarla con dignità, stiamo rimanendo senza forze. Mano a mano che leggevamo l'articolo pubblicato, siamo sprofondati sempre di più, non solo per la quantità di bugie che racconta, una dietro l'altra, ma per esserci resi conto dello stato reale di nostra figlia. Per 20 anni abbiamo vissuto per lei. Abbiamo lasciato tutto da parte e abbiamo ipotecato la nostra vita e il nostro matrimonio. Io l'ho accompagnata personalmente da molto piccola a tutti i tornei, abbandonando di fatto mio marito e gli altri miei figli. Poi, mio marito Emilio ha lasciato il suo lavoro per accompagnarla e aiutarla. Abbiamo cercato di farlo nel miglior modo in cui potevamo. E' chiaro che abbiamo fallito con lei".
Poi Marisa Vicario passa ad annunciare possibili azioni legali: "Aspetteremo la pubblicazione del libro e, anche se ci peserà molto, lo leggeremo con attenzione. Sarà allora il momento in cui io, anche a nome di Emilio, o i nostri avvocati, daremo compiuta risposta alle false accuse che ci vengono fatte. E sarà ovviamente molto chiaro che non abbiamo mai approfittato di Arantxa e che, naturalmente, lei non è rovinata".
Alla notizia della possibile azione legale dei suoi genitori, Arantxa Sanchez ha risposto in una telefonata in un programma televisivo: "Io sono molto tranquilla, racconto quello che ho vissuto e come l'ho vissuto. Sentivo di doverlo raccontare, anche per i miei figli. E' come l'ho vissuto io". E' come sempre: la verità può essere raccontata e itnterpretata in tanti modi. Quello che per qualcuno è un gesto d'affetto, per un altro è un gesto di oppressione. Que les vaya bien a los Sanchez Vicario e che trovino un modo di risolvere antichi rancori e dure incomprensioni. Possibilmente senza avvocati di mezzo.