domenica 25 marzo 2012

Elezioni in Andalusia:: il PP vince, ma non tanto da poter governare

Uno degli slogan turistici più famosi per promuovere l'Andalusia, dice Andalucía te quiere, l'Andalusia ti ama. E ti ama così tanto che ti offre spiagge, colline, montagne, parchi e città d'arte per adattarsi a tutte le sue esigenze. Ma in questa notte elettorale in cui l'Andalusia è stata ancora una volta la ribelle di Spagna e ha detto ancora una volta no al potere della destra, è Andalucía te quiero. Y mucho.
Tutti i sondaggi davano una storica sconfitta per il PSOE, dopo 30 anni di potere nel suo baluardo. L'unico dubbio era se sarebbe arrivata o meno la maggioranza assoluta, se Javier Arenas, al terzo tentativo, sarebbe riuscito a raggiungere i 55 seggi necessari per governare la regione più popolosa di Spagna. Perché nell'Andalusia rossa, l'unica speranza di governo per il PP è la maggioranza assoluta. Il primo exit-poll, reso noto da Canal Sur, la tv pubblica, subito dopo la chiusura dei seggi elettorali, dava la maggioranza assoluta per sicura.
Ma lo scrutinio no. Per molto tempo, fino al 60% dei voti, il PSOE è stato il partito più votato, con 51-52 seggi, seguito dal PP con 48. Dalla madrilena calle Génova e dalla Cartuja di Siviglia, dove il PP aveva il suo quartier generale andaluso, scherzavano e sostenevano che il PSOE voleva innervosirli, rendendo noti prima i dati delle aree rurali, tradizionalmente "rosse" e poi quelli delle grandi città, tutte nelle mani dei popolari dalle scorse elezioni del 22 maggio. E quando sono arrivati i dati delle grandi città, la musica è sì cambiata, ma non quanto il PP avrebbe sperato: i conservatori sono arrivati a 50 seggi e il PSOE è sceso a 47 e da lì nessuno dei due si è più spostato.
E alla fine dello scrutinio i due partiti maggiori sono rimasti a 50 e 47 seggi e Izquierda Unida, futuro arbitro della Junta de Andalucía, è arrivato a 12 seggi, il doppio di quelli conquistati nel 2008. E, con il PP fermo a 50 seggi, si profila una coalizione di sinistra, tra il socialdemocratico PSOE e il post-comunista IU, che, con i loro 62 seggi, darebbero vita a un inedito Governo per l'Andalusia (e a memoria in nessuna grande Comunidad Autónoma c'è mai stata un'alleanza di sinistra di queste dimensioni).
Questa notte andalusa assomiglia tanto alla dolce sconfitta di Felipe Gonzalez del 1996. Il PSOE ha perso ben 9 seggi a Palacio San Telmo e, soprattutto, per la prima volta negli ultimi 30 anni non ha vinto le elezioni. Il PP ha vinto per la prima volta le elezioni andaluse, assicurandosi ben 50 seggi nella roccaforte più rossa di Spagna, ma non potrà governare, a meno che Izquierda Unida tradisca i suoi principi e i suoi valori e gli conceda voti o astensione (il che non sarebbe capito né perdonato dai suoi elettori). E mai vittoria è stata più inutile per i popolari, anche se si sono tolti al soddisfazione di battere i socialisti in Andalusia.
Il messaggio che gli andalusi hanno lanciato alla Spagna è chiaro. Il PSOE non poteva vincere le elezioni per gli errori compiuti negli ultimi 4 anni, per i ritardi endemici che la regione non ha superato, per gli scandali di corruzione e per il diffuso clientelismo. E non ha vinto le elezioni. Potrà governare solo in coalizione. Il PP non poteva governare in Andalusia, non solo per il DNA della regione, ma anche per l'enorme potere che avrebbe riunito nelle proprie mani, impadronendosi anche dell'ultima regione che non controllava. E non governerà. Ha vinto le elezioni, ma la coalizione PSOE-IU è più coerente e più forte di qualunque altra alleanza.
Questa notte l'Andalusia ha mandato un grande messaggio di democrazia e una grande idea di democrazia: non si può dare tutto il potere a chi ne ha già tanto. Se gli italiani avessero avuto questa idea di democrazia e avessero realizzato che, a prescindere dalle idee politiche Silvio Berlusconi non poteva governare, a causa di tutto il potere che avrebbe concentrato su di sé, l'Italia si sarebbe risparmiata il ritardo di 20 anni di cui è adesso vittima.
Adesso il leader popolare Javier Arenas parla di senso della responsabilità e di non dimenticare quello che è il PP, "la forza più votata dell'Andalusia, il partito con il maggior numero di deputati nel Parlamento andaluso"; nonostante il trionfalismo, difficile immaginarlo a Palazzo San Telmo. Il PSOE inizia a ipotizzare che il PP paghi le misure impopolari dei primi tre mesi di Governo di Mariano Rajoy e inizia a sentirsi più ottimista.
Ma sbaglierebbe al pensare a un cambio di tendenza (come sembra fare da Madrid) o che le politiche in Andalusia non vadano cambiate. L'Andalusia si merita, grazie anche a questa incredibile fedeltà, una politica di grande rinnovamento, che isoli i corrotti e i corruttibili, una politica sociale che mantenga saldamente gratuite Sanità e Istruzione, dimostrando al resto della Spagna, flagellata dai tagli sociali, che sì, un'altra politica è possibile. Solo da questo rinnovamento in Andalusia può partire la riscossa nel resto del Paese.
Suerte Andalucía, esta noche te quiero mucho!
PS Anche nelle Asturie i sondaggi sono stati smentiti e il risultato è inverso a quello andaluso: il PSOE ha vinto le elezioni, ma il Foro de Asturias e il PP insieme ottengono la maggioranza assoluta. E per le Asturie, terra rossa per eccellenza, un governo di centro-destra sarebbe una novità storica.