domenica 27 maggio 2012

La Madre Terra mediterranea risorge nel pellegrinaggio andaluso del Rocío?

El Rocío è un'aldea, un villaggio, ai confini del Parque de Doñana e l'Oceano Atlantico; nella sua sonnacchiosa vita lontano dalle città, tra cavalli, dune di sabbia e marismas, lagune, conta su circa 2000 abitanti. Poi, in primavera, nel finesettimana di Pentecoste, è meta del pellegrinaggio più popolare e più mediatico di tutta la Spagna, la Romería del Rocio, con cui decine di Hermandades di tutta l'Andalusia, si recano a rendere omaggio alla Blanca Paloma, la Vergine custodita in una chiesa del Rocío, circondata da marismas e cavalli, a pochi km dal mare di Matalascañas, la meta prediletta dei sivigliani in cerca di refrigerio. E in quel finesettimana, El Rocío arriva ad avere oltre 500mila abitanti.
A Siviglia la Romería del Rocío è l'ultima festa di primavera, dopo la Semana Santa e la Feria de Abril e si può dire che con il ritorno a casa dei rocieros, i pellegrini del Rocío, inizia ufficiosamente l'estate. Delle tre feste la ía possiede l'epica e l'estetica più affascinanti: il simpecado, l'immagine che ogni hermandad trasporta verso il Rocío e che viene presentata poi alla Vergine, i carri trainati dai buoi, le donne con i loro trajes de flamenca, gli uomini a cavallo o in cammino con i bastoni dei romeros, la polvere e l'acqua delle marismas, la luce accecante e le dune dell'Andalusia meridionale, il guado del Quema, in cui vengono battezzati i nuovi romeros, i canti rocieros, le sevillanas con cui i pellegrini si accompagnano nel cammino, creando quell'atmosfera così andalusa e mediterranea di edonismo e allegria che non si capisce fino a che punto c'entrino davvero la religione e la spiritualità. E' un dubbio che nella notte tra la domenica e il lunedì di Pentecoste si fa ancora più profondo: gli abitanti di Almonte, il Comune in cui si trova El Rocío, aspettano la mezzanotte per il salto de la reja, il salto delle recinzioni, per raggiungere prima di tutti la statua della Blanca Paloma, per affermare così una sorta di diritto di possesso sull'immagine; sono loro a portare la statua in processione per l'aldea, affinché tutti i pellegrini possano salutarla e si assiste a scene di isteria e di fanatismo, con persone in lacrime e bambini quasi lanciati in aria, fino a poter arrivare a toccare la Blanca Paloma.
Ieri un lettore di Rotta a Sud Ovest mi ha suggerito di leggere un articolo del Diario de Sevilla, in cui si analizza la Romeria da un punto di vista religioso. Un punto di vista che i buoi in cammino, le risate delle ragazze vestite da gitana, l'allegria delle sevillanas rocieras, il salto de la reja e la processione della Blanca Paloma mettono in secondo piano per la maggior parte degli osservatori e, probabilmente, dei pellegrini. Per la religione, in realtà, la Vergine è solo una mediatrice tra gli uomini e lo Spirito Santo, il vero protagonista della Pentecoste. E' un articolo che dà un altro senso alla Romería del Rocío, alla Blanca Paloma e anche all'impegno dei cristiani nella società. Mi è piaciuto e vi lascio le parti che ho trovato più interessanti.
"La Blanca Paloma" spiega il quotidiano sivigliano "non è nell'iconografia cristiana un'immagine della Vergine, ma dello Spirito, che simbolizza Dio, che scende per abitare nella persona, trasformandola. Per questo, lo spostamento dello Spirito alla Vergine è ambiguo. Maria è la prima destinataria dello Spirito, a cui si annuncia che Dio è con lei e che concepirà chi "sarà chiamato Figlio di Dio" (Lc 1,35). (…) Maria è la donna che segue, l'addolorata che vive la sua croce e riceve la rugiada dello Spirito. Vivere la Pentecoste da Maria non è contraddittorio, quando c'è identificazione con la sua vita, segnata dal seguire suo figlio. La donna gioca un ruolo chiave nella Passione, è l'unica che rimane vicino alla croce quando fuggono i discepoli ed è la prima a cui si comunica la Resurrezione, prima di ricevere lo Spirito con tutti i discepoli. Il problema non è Maria, il Rocío, ma separarla dallo Spirito e dalla lotta che ha segnato Gesù. Una Maria divinizzata, centro della religiosità e al margine del progetto di Gesù, non è più la cristiana, ma è rimpiazzata da una dea mediterranea, centro di una religiosità sacra che non cambia la società, né la religione né l'essere umano. Un Cristo senza Spirito non darebbe continuità al suo progetto di vita; una Maria senza di lui si converte in oggetto di una religiosità emozionale, folkloristica, inoperante. E allora non cambia niente, né la società, né la religione, né la persona. E il cristianesimo si perde, si cambia in un culto mediterraneo, che non inquieta nessuno".
La Blanca Paloma come una dea mediterranea, di quelle che trionfavano nella Spagna pre-romana e di cui di tanto in tanto si trovano immagini nelle campagne andaluse. Al vedere certe scene di isterismo provenienti dal Rocio, si ha in fondo quest'impressione, che siamo davanti alla Madre Terra che sopravvive in altre forme e con altri nomi. E non è triste che la Madre Terra sopravviva ai millenni e alle religioni, adattandosi alle loro espressioni, ma che ci sia sempre quest'irrazionalità di fondo e questo fanatismo di cui l'uomo, nonostante i Lumi, la Scienza e le Tecnologie, non sa liberarsi.
Qui un paio di fotografie del guado del Quema, inviate a Rotta a Sud Ovest da Turkish e scattate un paio di giorni fa; danno un'idea della fatica del pellegrino per raggiungere il Rocio, tra polvere, acqua y calor, muchisimo calor.
PS Gracias por todo, Turkish!