lunedì 30 luglio 2012

La Spagna del calcio eliminata da Londra 2012 dall'Honduras

La prima sconfitta è arrivata a sorpresa, alla vigilia dell'inaugurazione delle Olimpiadi, contro il Giappone. Ma nessuno le ha dato importanza: la Spagna non aveva iniziato il Mondiale 2010 con una sconfitta contro la Svizzera e gli Europei 2012 con un pareggio stentato contro l'Italia? Poi sappiamo come è andata.
Lo choc vero e proprio è stato ieri, quando la Spagna olimpica ha perso contro l'Honduras ed è stata eliminata a la primera, con due sconfitte su due partite, dal campionato di calcio delle Olimpiadi. Una sorpresa così grande che elmundo.es ieri sera ha fatto un titolo dai caratteri cubitali, come se Rajoy avesse convinto la Merkel a dare il via libera, finalmente, agli eurobond: la Spagna fuori a la primera dalle Olimpiadi. Addio sogni di triplete Mondiale-Europei-Olimpiadi, che avrebbero fatto della Spagna di questi anni l'esempio imbattibile dei prossimi decenni.
I toni dei commenti sotto gli articoli che riportano la choccante notizia dell'eliminazione della Selección olimpica sono apocalittici, come sempre in questi casi. Che la squadra non sembrava la Spagna. Che il tiki-taka lo facciano Xavi, Iniesta & C, che non è da tutti. Che questa giovane generazione che dovrà sostituire i vari Xavi, Iniesta & C, si dia una mossa o si tornerà a piangere ai quarti, come nel passato. Che la Selección ha dimostrato di essere lo specchio del Paese, siamo nella m. Che il futuro è fosco e dopo i titoli di questi anni si tornerà alle delusioni di sempre. Che se si perde contro autentiche potenze del calcio come il Giappone e l'Honduras, con quali meriti si spera di arrivare in finale (notare l'ironia di "autentiche potenze del calcio", la stessa espressione che uso con gli amici messicani, quando si vantano di aver vinto non so quante Golden Cup, il campionato di calcio dell'America centro-settentrionale, in cui Messico e Stati Uniti si dividono le vittorie, dato che le altre squadre sono "autentiche potenze" come El Salvador, Costa Rica o, per l'appunto, Honduras).
Insomma, non sembravano neanche commenti spagnoli. E io mi sono ricordata di altri commenti, nel 2010, quando l'Italia è uscita a la primera dal Mondiale sudafricano. Le risate, le prese in giro, le battutacce. Siete finiti. Finalmente avete ricevuto quello che vi siete sempre meritati. E' la fine di un'epoca. Fate ridere per quanto siete patetici. Quello è sempre stato il vostro posto, finalmente c'è giustizia.
Bello, come gli spagnoli tendono a rispettare il dolore e la delusione di chi viene eliminato, no? Poi si meravigliano quando gli altri festeggiano le eliminazioni (rare in questi anni) della Spagna: quanta invidia generano i nostri successi! ti dicono, credendoci pure. No, bello, i successi della tua Nazionale non generano nessuna invidia, soprattutto nei tifosi di Nazionali abituate da sempre, e non da 3-4 anni, a stare ai vertici, è il tuo atteggiamento spocchioso, la tua arroganza, la tua incapacità di essere un buon vincitore a far sì che le tue sconfitte siano una festa. Se tu ti comportassi in un altro modo, quelle bandiere alle finestre spagnole, quelle coppe sollevate in questi ultimi quattro anni, sarebbero una festa per chiunque ami la Spagna.
Mi ha colpito come, dopo questa eliminazione, i commenti dei lettori dei vari siti web generalisti spagnoli, al di là dei toni apocalittici, che ci stanno, essendo gli spagnoli latini, tocchino finalmente la questione generazionale. Cosa sarà della Spagna, una volta esaurito il ciclo di Casillas, Alonso, Xavi e Iniesta? La questione si porrà già dopo il prossimo Mondiale, quando, soprattutto i blaugrana, dovranno cedere il passo a una nuova generazione di giocatori. Ci sono giocatori in grado di raccogliere il testimone? Si potrà continuare con il tiki-taka made in Barça, adesso che le altre Nazionali hanno preso le misure e conoscono i limiti e i difetti del gioco? La Spagna ha vinto gli ultimi Europei, ma in numerose partite è stata vistosamente in difficoltà, non solo contro l'Italia del debutto, ma anche contro il Portogallo, per esempio; i tifosi e i commentatori più attenti lo hanno notato e segnalato, lamentando anche le scelte di Del Bosque. Ma, nell'euforia delle vittorie, gli spagnoli tendono a non affrontare la questione, si sentono il Brasile pentacampione del mondo e quando gli dici che hanno una buona generazione, ma chissà cosa sarà dopo, tendono ad alzare le spalle. "Adesso godiamoci questo momento, poi se ci toccherà tornare a piangere nei quarti, que nos quiten lo bailao! che ci tolgano quello che abbiamo festeggiato!" mi ha detto poco tempo fa un tizio. Che può essere una filosofia di vita rispettabile, come tante altre, non si discute; inoltre è molto andalusa, per cui ha un suo fascino.
E no, per la cronaca, quando ho letto che la Spagna è uscita a la primera, non mi è venuto nessun ghigno malefico, sorpresa a parte. Ho solo pensato al nostro mondiale sudafricano, a quando siamo stati eliminati a la primera e poi siamo finiti in finale agli Europei, due anni dopo (no, non mi auguro di vedere la Spagna in finale a Rio de Janeiro, che qualcuno la faccia fuori prima, please, è stato solo un pensiero automatico). Sarà che non sono spagnola e non tendo a celebrare le sconfitte altrui e tendo a rispettare la decepción, la delusione, e il dolore che una sconfitta produce sempre ai tifosi. Soprattutto quando si sentivano già con la medaglia d'oro in tasca. Lo siento, chicos.
PS Non voglio pensare ai messicani, adesso, con la Spagna eliminata. Già qualche giorno fa Univisión chiedeva ai suoi lettori sul web se sarà il Messico a vincere la medaglia d'oro. Il Messico che ieri ha fatto festa perché ha battuto quell'"autentica potenza" del calcio che è il Gabon?!