domenica 5 agosto 2012

Le amarezze tornano amare, è morta Chavela Vargas

Silencio, silencio: a partir de hoy las amarguras volverán a ser amargas... se ha ido la gran dama Chavela Vargas (Silenzio, Silenzio: a partire da oggi le amarezze torneranno ad essere amare... se n'è andata la grande signora, Chavela Vargas). Così, prafrasando un verso della magnifica canzone di Joaquin Sabina, Por el boulevard de los sueños rotos, il profilo di Chavela Vargas su Twitter ha annunciato la sua morte.
Chavela Vargas aveva 93 anni ed era la voce del Messico più indomabile, sfuggente, irriverente e appassionato, rifugio di utopie e rivoluzionari che hanno agitato il XX secolo. Il Messico di Frida Kahlo, Diego Rivera, Maria Félix e José Alfredo Jiménez, magnificamente ricreato, se volete averne una certa idea, in un video in bianco e nero di Luis Miguel, La media vuelta, non a caso scritta da José Alfredo Jiménez. Grandi bevute, grandi fumate, grandi amori, grandi ferite e grandi canzoni. Tutto in Chavela è stato intenso e i suoi 90 anni sono stati celebrati dagli artisti più leggendari della lingua spagnola, riunitisi nel DF solo per leil
Qualche giorno fa è stata a Madrid in concerto, per presentare il suo ultimo disco e ha avuto problemi respiratori che l'hanno costretta al ricovero. Si è temuto per la sua vita. Ma lei è riuscita a riprendersi e a tornare nel suo Messico lindo y querido (anche se in realtà era nata nel Costarica); pochi giorni dopo, il nuovo ricovero; ieri i medici hanno lasciato capire che non c'erano molte speranze e che la sua vita si stava spegnendo. Gli amici che ha sparsi per tutto il mondo di lingua spagnola hanno iniziato a mandarle messaggi di affetto e sostegno, affinché continuasse a lottare (pare che ancora ieri fosse cosciente). Poi, un paio di ore fa, l'annuncio della sua morte su Twitter e io ho pensato, come sono ingiuste le cose, più al verso di Joaquin Sabina, Las amarguras no son amargas, cuando las canta Chavela Vargas y las escribe un tal José Alfredo, che a una qualunque delle canzoni che hanno reso grande Chavela.
Per salutarla, dal film Frida, una delle sue canzoni più famose, a cui deve anche il suo soprannome, Llorona (Piagnona, più o meno), Por el boulevard de los sueños rotos, la canzone-omaggio di Joaquin Sabina, suo fratello del alma, che racconta il Messico di Chavela (testo e traduzione in italiano qui), e il suo epitaffio su Twitter, sicuro che l'ha lasciato scritto lei, affinché fosse pubblicato dopo la sua morte.
Aquí termina mi historia que comenzó de la nada, dame la mano #llorona, que vengo muy lastimada (Qui finisce la mia storia, che cominciò dal niente, dammi la mano #llorona, che vengo molto colpita).
Quien supiera reir, como llora Chavela, dice un altro verso di Sabina che stanotte non passa di mente.