giovedì 9 agosto 2012

L'ultima tendenza di Buenos Aires: il tango, un ballo per gay

Dopo essere stata il primo Paese latinoamericano a riconoscere il matrimonio per le coppie dello stesso sesso e dopo aver trasformato Buenos Aires in una delle città più gay-friendly del mondo (nel Cono Sur è seconda solo a São Paulo), l'Argentina rompe una nuova barriera in favore delle coppie omosessuali.
Clarín propone oggi un viaggio nelle milongas, i locali in cui si balla il tango, sempre più aperte ai gay e alle lesbiche. Tanto che persino nelle scuole di tango non si parla più del ruolo delle donne e degli uomini, ma di conductor e conducido.
"Il fenomeno è iniziato anni fa, ma timidamente, in ridotti piccoli e con bassa concorrenza. Adesso, invece, è aumentato, con più richiamo, ci sono notti di persino 70 coppie in pista e sono previsti persino due festival, quest'anno" scrive il quotidiano porteño.
I locali che segnala per le coppie omosessuali sono Tango Queer, La Bataclana o La Marshall, che offrono anche lezioni di ballo. "Quando ho iniziato, nel 2002, c'erano quattro ragazze, adesso vengono tra le 30 e 70 persone tutte le notti" racconta a Clarín Mariano Docampo, responsabile di Tango Queer. Javier di La Marshall dice che il 40% dei clienti del suo locale è straniero e che l'età varia dai 20 ai 70 anni, con una certa prevalenza del segmento 25-45 anni.
Le scuole si adattano e insegnano adesso entrambi i ruoli di conductor e conducido agli allievi. "Così capisci come balla l'altro" commenta al quotidiano il 46enne Daniel. Mentre Marco ama entrambi i ruoli: "All'essere guidato, ascolti la musica del tuo partner, il conductor trasmette l'intenzione, che è nel suo abbraccio"
"In La Marshall insegnano la tecnica del tango tradizionale. "Ci sono abitudini che non si devono perdere, come il cabeceo, che consiste nell'invitare a distanza" dice Javier. In Tango Queer la gente va fino al tavolino per invitare ed è molto raro che si rifiuti un ballo. Il resto: abbigliamento casual e atmosfera rilassata. "Vent'anni fa era impensabile che due uomini ballassero insieme. Andavo con le donne e guardavo gli uomini. Il mio sogno è sempre stato ballare con loro" racconta Sergio, 62 anni. Mayra, di 22, dice: "Una lesbica ovviamente, preferisce la compagnia di una donna. Sono venuta a Tango Queer perché mi piace guidare e cambiare i ruoli". La giovane aggiunge: "Nel tango tradizionale ti spiegano il ruolo femminile e devi aspettare il tuo compagno, è machista. Qui non c'è pregiudizio di identità sessuale. Le donne non occupano le posizioni che avevano nel passato e il tango non può rimanere estraneo ai cambiamenti che stanno avvenendo"."
I cambiamenti di cui parla Mayra stanno avvenendo lentamente, Clarín li segnala, ma è anche il primo a riconoscere che nella maggior parte delle milongas non c'è ancora quest'apertura per le coppie dello stesso sesso: un'insegnante della rete Megatlon ammette che "lì non è che sia proibito, però non si può fare, vengono persone adulte, che non sono preparate a questo cambio, è una questione d'immagine".
Nonostante il tango abbia quest'immagine sensuale, di corpi e gambe che si allacciano e si provocano, lasciando ben chiaro, come poche altre danze, il ruolo dell'uomo, che conduce, e della donna, che si lascia condurre, obbedendo alle indicazioni del compagno, è un ballo nato nei bassifondi di Buenos Aires tra uomini nostalgici e malinconici. Le prime coppie tangueras erano composte da uomini. "All'inizio il tango si ballava solo nei postriboli: una danza segreta. Le donne della "buona società" non lo ballavano, perché non era ben visto. Gli uomini avevano bisogno di allenarsi per potersi avvicinare alle donne nei cabarets, così si allenavano tra loro, in posti privati e nascosti e da lì sorge l'idea che originariamente sia nato tra gli uomini. Inoltre gli storici mostrano che gli uomini lo ballavano in strada per mostrare la loro abilità e la loro destrezza e c'è chi sostiene che i soldati lo praticassero durante i loro turni di riposo" scrive ancora Clarín.
La nuova apertura verso le coppie dello stesso sesso, sarebbe, insomma, una specie di ritorno alle origini, arricchita, per di più, dalla possibilità di sperimentare i diversi ruoli della coppia. "Nell'ultimo mondiale di tango" conclude Clarín "per la prima volta non si è parlato di ruolo della donna e dell'uomo e si è usato il termine di conductor e conducido. Cose dell'epoca, che nessun tanguero non ha ancora cantato". E che, allora, un Carlos Gardel di questi nostri giorni trovi ispirazione da questa nuova apertura