venerdì 21 settembre 2012

Turismo in Andalusia: sulla spiaggia di Chipiona, di prima mattina

In Andalusia il sole sorge con quasi un'ora di ritardo, rispetto a Torino e nelle giornate di fine estate questa differenza si nota.
Sulla Costa de la Luz inizia ad albeggiare intorno alle 7.30 ed è verso le 8 che il sole spunta dalle colline che accompagnano verso l'Oceano. Mi ha sempre colpito come se si scende in spiaggia prima delle 9.30 non ci sia letteralmente nessuno, non i pensionati mattinieri, non gli sportivi che corrono sulla riva, neanche i cani che purtroppo non mancano mai, dato che i loro maleducati padroni non hanno ancora capito che non tutti devono impazzire di felicità al vedere un animale in libertà sulla spiaggia e se magari li tenessero legati farebbero un favore a chi non ha voglia di dover dire l'ovvio: "Lo tieni vicino a te, il benedetto animale?!". Non c'è nessuno.
Il sole alto sull'orizzonte, le giornate più lunghe, le temperature alte fanno pensare che l'estate sia ancora in piena forma, come a Torino non è più da tempo. Ma la spiaggia no. In spiaggia è autunno. I chiringuitos funzionano solo nei finesettimana, certi bar davanti al mare hanno iniziato gli orari ridotti della bassa stagione, sotto gli ombrelloni di paglia non si ripara nessuno. Eppure, fino a un paio di settimane fa, qui era pieno di gente. Non il pienone degli altri anni, perché la crisi economica si fa sentire anche sulle vacanze.
"Non ci possiamo lamentare" mi dice il proprietario del piccolo hotel davanti al mare in cui sono tornata dopo un paio di anni "poteva andare peggio, ma non è andata benissimo. Meno male che ci sono gli stranieri, perché purtroppo gli spagnoli non hanno soldi e la prima cosa a cui rinunciano sono le vacanze". Lo dice con l'espressione dolorosa e desencantada che hanno sempre gli spagnoli quando ti parlano della loro crisi. Che ti viene da stare dalla loro parte subito, perché anche se non condividi completamente la loro idea di essere stati ingannati e truffati (avevate un fucile alla tempia per indebitarvi per comprare casa, non avendo stipendi adeguati?), senti empatia per la loro pena, per i sogni infranti, per la sensazione che i piatti rotti li paghino sempre gli stessi. Alla fine ognuno ha la forma mentis che ha e la mia è stare sempre dalla parte dei perdenti, di quelli che soffrono il declino, di quelli che pagano los platos rotos.
Come a Siviglia, il primo impatto con la crisi economica, è la grande quantità di negozi chiusi. In questo periodo, a Chipiona, tra l'estuario del Guadalquivir e il Golfo di Cadice, chiudono molti negozi, per la fine dell'alta stagione. Ma ci sono negozi che sono chiusi da tempo, e si vede. Mancano all'appello piccoli bar davanti al mare, un paio di Internet Center, un negozio di abbigliamento verso il mare e la memoria non accompagna sempre, per cui, chissà quanti altri hanno chiuso e non ce n'è il ricordo. Davanti a una tapa e a un tavolino di italiani, i camerieri e i gestori dei bar, dati i tempi morti della bassa stagione, si fermano a fare due chiacchiere. La crisi è il loro argomento preferito: "Come va in Italia?" ti chiedono e senti subito che siamo fratelli. I greci sono quello che non vorrebbero diventare, loro si sentono l'esempio di quello che noi rischiamo di diventare; si sono sempre sentiti i nostri fratelli minori, messi da parte e poco considerati, adesso sono saggi come fratelli maggiori. E' stranissimo come sia la povertà ad avvicinare, a manifestare solidarietà e simpatia. "Ne usciremo" dico a un giovane cameriere che mi ha appena raccontato come sia ormai l'unico a lavorare, in famiglia. E il noi lo fa sentire meno solo e fa sentire più forte anche me.
I chipioneros sono sempre stati molto più aperti dei sivigliani. In realtà sulla Costa de la Luz, tutti sono molto più aperti dei sivigliani. Hanno il sorriso più facile, hanno più voglia di scambiare due battute con lo straniero. Sono simili nell'orgoglio per la loro terra.
La mattina presto la magnifica playa de la Regla, che dal grande faro, sul promontorio di Chipiona, porta verso sud e verso l'ingresso alla Bahia e a Cadice, si trovano i pensionati che camminano sulla battigia e ti sorridono, non appena ti vedono ferma a guardare l'orizzonte, il sole o il faro.
"Bello, eh?" E' immancabile che te lo dicano, con un sorriso orgoglioso, che, di prima mattina (sono le 9-9.30, tranquilli, la prima mattina andalusa non è quella torinese), non hai voglia di cancellare con qualche battuta sarcastica. Anche perché la spiaggia solitaria, con il sole che inizia ad alzarsi, l'acqua che è gelida per un tuffo, ma decisamente gradevole per una passeggiata, una petroliera che va verso lo Stretto, riempie il cuore e hanno ragione loro. E' proprio bello.
La playa de la Regla è lunghissima, non so quanti km siano, è bianchissima, di sabbia fina, come in Liguria non vediamo da secoli. Arrivare fino al Santuario de la Virgen de la Regla, il primo edificio che il sole illumina alla mattina, è la regola; più in là la spiaggia si fa più selvaggia e incontaminata, ci sono canneti, pescatori e alghe in libertà. E' affascinante come l'ignoto e anche per questo è più rassicurante non andarci da soli. Quando la marea scende rimangono in evidenza gli scogli ed è il momento di chi cerca i piccoli crostacei; dalla terrazza del faro si vedono bambini già esperti che corrono da una parte all'altra con le loro buste di plastica da riempire. A me piace invece vedere le piccole pozzanghere in cui rimangono imprigionati piccoli pesciolini argentati.
Qualche volta, alla mattina, un gruppo di donne fa ginnastica in acqua, guidato da un giovane allenatore entusiasta e determinato. Sono tutte in età da pensione e lo seguono volenterose, con le risate della gente del sud, che non perde il buonumore neanche in quest'acqua gelida, la brezza che aumenta l'impressione del freddo e i movimenti maldestri a cui l'acqua costringe corpi non proprio in forma. Eppure anche loro danno serenità. O sarà il mare, che è il mio prediletto, legame con gli antenati e quella parte d'identità che ognuno di noi ha nascosta da qualche parte? O sarà il grande faro di Chipiona, che trovo sempre rassicurante, per tutte le storie che mi racconta, con la sua luce che segnalava ai velieri spagnoli di ritorno dalla Nueva España, l'estuario del Guadalquivir e la via per il porto di Siviglia e, più tardi, l'ingresso alla Bahia e al porto di Cadice? Non saprei, però se penso a un posto in cui stare bene, avere pensieri sorridenti e sentire che vale la pena stare al mondo, è la playa de la Regla di Chipiona, di prima mattina.
Le foto sono del web, perché sarebbe bene ricordarsi la macchina fotografica, quando si va di prima mattina davanti al mare.