venerdì 26 ottobre 2012

Amancio Ortega, il padre di Zara, dona 20 milioni di euro alla Caritas. Ma.

La Fondazione Amancio Ortega ha donato 20 milioni di euro alla Caritas Spagnola.
Amancio Ortega è il proprietario di Inditex, il gruppo che riunisce, tra gli altri marchi, Zara, Massimo Dutti, Stradivarius, Bershka, Oysho, ed è l'uomo più ricco di Spagna e uno dei più ricchi del mondo (il terzo, secondo Bloomberg, che gli attribuisce un patrimonio personale di oltre 46 miliardi di dollari).
La sua generosa donazione è per la Caritas Spagnola "senza precedenti". 20 milioni di euro sono quasi il totale di quanto le imprese hanno donato all'ente in tutto il 2011 (24,5 milioni di euro). Caritas ha già annunciato che utilizzerà il denaro per "coprire le necessità elementari delle famiglie, all'interno di un lungo processo di accompagnamento, perché aiutarle significa anche accompagnarle, affinché possano uscire dalla difficile situazione in cui si trovano".
Nei giorni scorsi Caritas ha diffuso le drammatiche crisi dell'impoverimento della classe media spagnola: quest'anno sono ricorse all'aiuto dell'organizzazione religiosa, ben 200mila persone in più rispetto all'anno scorso. E la notizia della donazione di Amancio Ortega arriva proprio nel giorno in cui il tasso di disoccupazione spagnolo rompe la frontiera psicologica del 25% e supera i 5 milioni di persone. 5.778.100 di spagnoli sono senza lavoro e lo cercano inutilmente. Con la perdita del lavoro arriva molto spesso anche lo sfratto dalla propria casa, per l'impossibilità di pagare il mutuo.
E oggi, nel suo blog, il giornalista e opinionista Ignacio Escolar riflette su quanto le politiche spagnole siano poco interessate al benessere delle persone e molto preoccupate di aiutare le banche e garantire ai loro dirigenti impunità e stile di vita. Negli ultimi 4 anni ci sono stati 350mila sfratti, spiega Escolar, la media dei mutui che non sono stati pagati è di circa 230mila euro. Se si moltiplicano i 230mila euro per il numero degli sfrattati, 350mila, si ottengono 80,5 miliardi di euro in mutui non pagati. "E' una quantità molto vicina a quella del rescate alle banche, ma non sarebbero necessari tanti milioni, ne basterebbe una frazione. Tenendo conto che il mutuo medio spagnolo dura 24 anni e che per evitare la maggior parte degli sfatti sarebbe sufficiente una moratoria media di due anni, con una dodicesima parte di questa cifra, ci sarebbe denaro sufficiente per dare un palliativo al problema. Parliamo, all'incirca di 6,7 miliardi di quando è iniziata la crisi, circa 1,6 miliardi di euro all'anno, lo 0,16% del PIL". La conclusione di Escolar è che "nonostante il deficit e le difficoltà economiche spagnole, c'è denaro sufficiente per affrontare un rescate degli sfrattati. C'è solo bisogno della volontà politica per farlo".
La benedetta volontà politica.
A queste cifre della crisi e dell'impoverimento si possono aggiungere quelle che riguardano la parte più ricca della società spagnola. Per loro, per gli imprenditori milionari come Amancio Ortega, non c'è alcuna crisi. Anzi.
Le SICAV, le società a di investimenti a capitale variabile con cui gestiscono il loro patrimonio, hanno aumentato il proprio patrimonio del 50% in questi anni di crisi. Morinvest, la SICAV gestita dal BBVA e in cui partecipa Alicia Koplowitz, una delle donne più ricche del Paese, è passata dai 440 milioni del 2010 ai 510 milioni di giugno 2012; la SICAV in cui partecipa Rosalia Mera, la donna più ricca di Spagna ed ex moglie di Amancio Ortega, ha aumentato il proprio patrimonio del 7% negli ultimi due anni. La cosa indignante, non solo per gli spagnoli, ma per chiunque abbia un'idea di giustizia sociale e di società del benessere, è che una SICAV paga l'1% di tasse, mentre, per esempio, un'impresa normale paga il 30%. Per dire, uno spagnolo dal lavoro precario e con un mutuo di vari anni da pagare, paga in tasse molto di più di Amancio Ortega. La progressività delle imposte è andata a farsi benedire, se mai c'è stata nella Spagna della democracia.
Circa un mese fa, El Pais ha pubblicato un articolo in cui svelava un piano da 31 milioni di euro del Gruppo Inditex per una serie di licenziamenti in Spagna. "Nel primo semestre dell'esercizio, certe società spagnole appartenenti al gruppo hanno offerto agli impiegati la possibilità di rientrare in un piano di licenziamenti concordati" ha spiegato il Gruppo nel rapporto inviato alla Commissione Nazionale del Mercato dei Valori. La cifra è stata calcolata in base "a una stima della direzione del numero di lavoratori che aderiranno al piano". In Spagna Inditex ha circa 40mila dipendenti; nel primo semestre dell'anno le vendite dei 5.639 punti vendita sparsi nel mondo sono state pari a 7,29 miliardi di euro, il 17% in più rispetto allo stesso periodo 2011; i guadagni sono stati di 944 milioni, il 32% in più rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso. Eppure la compagnia prepara un piano di licenziamenti in Spagna. Perché? Facile. Inditex si sta espandendo a ritmi cinesi in Asia; la Cina è il secondo mercato del Gruppo, dopo la Spagna, con la differenza che all'estero le vendite continuano ad aumentare, in Spagna continuano drammaticamente a scendere, data la crisi economica (le vendite in Spagna erano il 26% del totale, sono il 22% quest'anno; in Asia sono salite al 20% dal 17% degli anni passati). Gli stipendi ai dirigenti del gruppo sono stati tagliati dal 5 al 10%: i nove membri del CdA hanno ricevuto un totale di 4,08 milioni di euro (5,6% in meno) e i dirigenti 8,9 milioni di euro (il 10% in meno).
Con queste cifre e con queste azioni, si può parlare di generosità quando un milionario, uno dei più ricchi del mondo, licenzia il personale nel proprio Paese, invece di contribuire alla sua rinascita, e poi versa un generoso contributo agli enti caritativi? Che differenza c'è con il becero capitalismo compassionevole caro a George W. Bush, secondo il quale chi non ha risorse non ha diritti e sopravvive solo se il ricco è sufficientemente generoso da buttargli le briciole della ricchezza rubata al resto della società? Davvero è da ringraziare, Amancio Ortega, per "il suo generoso contributo"? Mah!