sabato 13 ottobre 2012

eldiario.es: Questa è l'Unione Europea che ha vinto il Nobel della Pace

"Il Nobel della Pace premia un'Europa che esige tagli in diritti elementari come l'istruzione o la sanità pubbliche, che sta scommettendo su politiche che contribuiscono alla crescita della povertà e della disuguaglianza sociale, che strangola il sud, indebitandolo, affinché paghi i suoi creditori: le banche francesi e tedesche, fondamentalmente.
Il Nobel premia un'Unione Europea che governa per le banche, per il potere finanziario, a costo di asfissiare sempre di più le persone. In Spagna l'indice della miseria raggiunge già il 26,4%, il più alto di tutta la UE, mentre i dieci più ricchi della Borsa spagnola hanno aumentato la loro fortuna dell'8% nel 2011.
In Grecia hanno smesso di operare i pazienti con cancro che hanno perso la copertura sanitaria e non possono pagare il loro trattamento. Crescono i casi di malattie come la tubercolosi. Gli ospedali pubblici limitano la somministrazione di medicine vitali e negano attenzione a chi ha di meno.
In Grecia a una donna senza risorse per comprare il latte per il figlio, lo Stato fa pagare le analisi del bambino" ha denunciato recentemente la ONG Médicos del Mundo.
E' il prezzo che sta pagando la gente perché le banche recuperino il denaro perduto attraverso la loro voracità finanziaria e una gestione senza scrupoli né previsioni. Un prezzo imposto dall'Unione Europea".
E' l'incipit (e qualcosa di più) dell'articolo firmato oggi da Olga Rodriguez, su eldiario.es. Rodriguez è una giornalista specializzata in Medio Oriente e che ha raccontato la Primavera Araba agli spagnoli. Di qui il suo sguardo perplesso al Nobel della Pace annunciato ieri a Oslo.
Nel suo articolo analizza le politiche dell'Unione Europea, che sostengono "regimi repressivi sempre e quando favoriscono i suoi interessi economici e geostrategici"; ricorda che la UE è stata alleata di Hosni Mubarak, tace sulla monarchia assolutista saudita e su Israele; il silenzio della UE riguarda anche gli attacchi degli USA con i droni, gli aerei senza pilota, che hanno ucciso 3mila persone nel Pakistan e che sono voluti da Barack Obama "un altro Premio Nobel per la Pace". L'UE ha applaudito l'assassinio di Osama bin Laden e uno dei suoi dirigenti, Durao Barroso, è stato il padrone di casa alle isole Azzorre, dove si accordò l'invasione, illegale, dell'Iraq.
"Il miglior indicatore per misurare l'impegno per la pace riguarda il mercato delle armi" scrive Olga Rodriguez. E i dati che riguardano i Paesi della UE sono sconfortanti e drammatici. "Francia, Germania e Regno Unito occupano il terzo, quarto e quinto posto della classifica mondiale circa il valore delle loro esportazioni in armi convenzionali" denuncia Rodriguez. Sono state vendute armi ai Paesi del Golfo, "giusto quando i Governi stavano reprimendo i manifestanti che chiedevano libertà, pane e giustizia sociale". Sono state vendute armi a Messico, Pakistan, Colombia e Israele, "uno Stato che isola e discrimina i palestinesi, occupa le loro terre e viola in modo sistematico le risoluzioni dell'ONU". Ma in questo mercato delle armi, l'esempio peggiore, se può esistere un peggio, arriva nei rapporti tra gli stessi Paesi membri, che tutto sembrano spingere meno pace e solidarietà: nel 2010 la Germania, la Francia e l'Olanda hanno venduto armi per 1,3 milioni di dollari alla Grecia; questo mentre "Angela Merkel approvava aiuti per 22,4 miliardi al salvataggio della Grecia, in cambio di severi tagli alle pensioni e agli stipendi statali".
Era proprio l'Unione Europea la miglior candidata a Premio Nobel della Pace? Olga Rodriguez ovviamente pensa di no e indica, tra le alternative possibili (che prima o poi dovrebbero considerare a Oslo), le argentine Abuelas de plaza de Mayo, che proprio in questi giorni hanno identificato la loro 107° nipote perduta e ritrovata. "La loro lotta, dal basso, senza altri strumenti che il dolore e il desiderio di giustizia, è un esempio di perseveranza e merita il maggiore dei riconoscimenti" scrive Olga Rodriguez (e come darle torto?).
"Ma evidentemente, in questa strana misura, in cui il liberismo si maschera di solidarietà e la guerra si fa in nome della pace, gli smodati sforzi della UE per favorire gli speculatori finanziari non avevano concorrenza. Nelle reti sociali di Internet c'è chi dice, con amaro umorismo, che il Nobel della Pace 2013 se lo disputeranno i droni statunitensi, che "pacificano Afghanistan e Pakistan o i bombardamenti della NATO che portano la pace". E la conclusione di Rodriguez è ancora più amara: "O magari lo vincerà qualche banca".
Così si distrugge il prestigio del premio più importante del mondo. Nel nome del liberismo più selvaggio e senza scrupoli?