Gli editoriali e, soprattutto, le immagini pubblicate dal New York Times, per
raccontare la nuova povertà spagnola hanno avuto grande eco sui media. A essere
onesti, le foto di persone che vivono in baracche, che cercano qualcosa nella
spazzatura, che ricorrono alle mense sociali, che marciano arrabbiate nelle
strade d'Andalusia non sono il ritratto della Spagna, ma di una parte del Paese,
che esiste, che non va sottovalutata, che va aiutata e rispettata, e che però
non rappresenta l'intera società spagnola. Fortunatamente.
Nel suo tentativo di raccontare le inquietudini spagnole di inizio decennio, il New York Times ha dimenticato lo stile di vita, la cultura e l'orgoglio degli spagnoli. La crisi si vede nel numero dei negozi chiusi e nell'intenso turn-over di attività nei quartieri lontani dal centro delle grandi città, nel numero di gru bruscamente disceso, a lasciare liberi gli skylines di molte città. Ma a Siviglia, per fare un esempio, i bar continuano ad essere affollati da chi non resiste al suo cafeito e alla sua cervecita (e non si parla dei bar per turisti in centro) e i negozi delle feste locali (Semana Santa-Feria de Abril-Rocio) continuano a ricevere ordini e ad avere le solite frequentazioni ("non è come prima, è evidente, la crisi si sente, ma non ci possiamo lamentare; forse, potremmo dire che la crisi sta "premiando" la qualità, sopravvive chi offre puntualità e lavoro ben fatto, la gente ha meno soldi e considera ogni acquisto un investimento, per questo è più attenta" dicono nelle tiendas del centro).
Forse, al raccontare un Paese in crisi, bisognerebbe smetterla di parlare solo di tutto quello che si è perduto e iniziare a vedere da cosa si sta ripartendo, con quale orgoglio si sta sopravvivendo, con quale tenacia si continua a credere che la notte finirà e bisogna essere seri e determinati per arrivare all'alba.
Tra le persone che si sono indignate alla Spagna a senso unico del NYT c'è anche José Luis Hdalgo, sindaco di Jódar, il paesino in provincia di Jaén finito nel servizio del quotidiano statunitense grazie alle immagini dei suoi braccianti in marcia per le strade andaluse con il sindacato SAT, guidati da Juan Manuel Sanchez Gordillo, il leader sindacalista e deputato di IU al Parlamento andaluso, diventato celebre in tutto il mondo per aver assaltato un supermercato e aver distribuito i nove carrelli di beni rubati a 39 famiglie in forti difficoltà economiche.
Come molti paesini della provincia di Jaén, Jódar vive di agricoltura; la sua popolazione è composta essenzialmente da braccianti, contadini che vivono del lavoro stagionale. E, come molti paesini andalusi, anche Jódar ha livelli di disoccupazione insostenibili: su 12.200 abitanti, 5mila sono disoccupati (nella provincia di Jaén la disoccupazione arriva al 37%). "Qui non c'è un lavoro continuo, è sempre stato stagione, sia la campagna degli asparagi in Navarra, che quest'anno è stata disastrosa, la vendemmia in Castilla La Mancha o la raccolta delle olive" spiega il sindaco a elconfidencial.com "Viviamo una situazione complicata, ma il New York Times ci ha trattati come se fossimo il Bronx: qui c'è gente che sta meglio o peggio, ma non stiamo come stanno lì".
Hidalgo non sta con le mani in mano, in attesa che la crisi si risolva da sola. Ha già realizzato una marcia per chiedere misure speciali per tutta la provincia jienense, perché "la crisi in sé ci colpisce, ma un paese agricolo è colpito anche dalla crisi nei campi, l'acqua che non cade dal cielo e sta causando una situazione particolarmente difficile".
Ed è anche per questo impegno e per la volontà del suo paese di uscire dalla crisi, che protesta contro il New York Times (non dimentichiamo che le campagne andaluse non soffrono solo per l'attuale crisi economica, ma anche per la mancanza di una riforma agraria mai realizzata e per la precarietà delle migliaia di braccianti, di cui approfittano i proprietari terrieri e a cui fanno concorrenza gli stranieri irregolari). E ha deciso di mostrare il vero volto di Jódar, rispondendo alle foto del quotidiano newyorkese, con altre immagini. "Vogliamo che si conosca il vero volto del nostro paese. Abbiamo il castello più antico dell'Andalusia e un Festival di musica folk, il più antico d'Europa" rivendica con orgoglio spagnolo. La raccolta delle immagini è appena iniziata e sottolineerà l'ottimismo e la volontà della gente di Jódar. Alla fine, ci sarà un album fotografico che racconterà il paese secondo i suoi cittadini. Viste le immagini di Jódar nel web, non si vede l'ora di vederlo.
Nel suo tentativo di raccontare le inquietudini spagnole di inizio decennio, il New York Times ha dimenticato lo stile di vita, la cultura e l'orgoglio degli spagnoli. La crisi si vede nel numero dei negozi chiusi e nell'intenso turn-over di attività nei quartieri lontani dal centro delle grandi città, nel numero di gru bruscamente disceso, a lasciare liberi gli skylines di molte città. Ma a Siviglia, per fare un esempio, i bar continuano ad essere affollati da chi non resiste al suo cafeito e alla sua cervecita (e non si parla dei bar per turisti in centro) e i negozi delle feste locali (Semana Santa-Feria de Abril-Rocio) continuano a ricevere ordini e ad avere le solite frequentazioni ("non è come prima, è evidente, la crisi si sente, ma non ci possiamo lamentare; forse, potremmo dire che la crisi sta "premiando" la qualità, sopravvive chi offre puntualità e lavoro ben fatto, la gente ha meno soldi e considera ogni acquisto un investimento, per questo è più attenta" dicono nelle tiendas del centro).
Forse, al raccontare un Paese in crisi, bisognerebbe smetterla di parlare solo di tutto quello che si è perduto e iniziare a vedere da cosa si sta ripartendo, con quale orgoglio si sta sopravvivendo, con quale tenacia si continua a credere che la notte finirà e bisogna essere seri e determinati per arrivare all'alba.
Tra le persone che si sono indignate alla Spagna a senso unico del NYT c'è anche José Luis Hdalgo, sindaco di Jódar, il paesino in provincia di Jaén finito nel servizio del quotidiano statunitense grazie alle immagini dei suoi braccianti in marcia per le strade andaluse con il sindacato SAT, guidati da Juan Manuel Sanchez Gordillo, il leader sindacalista e deputato di IU al Parlamento andaluso, diventato celebre in tutto il mondo per aver assaltato un supermercato e aver distribuito i nove carrelli di beni rubati a 39 famiglie in forti difficoltà economiche.
Come molti paesini della provincia di Jaén, Jódar vive di agricoltura; la sua popolazione è composta essenzialmente da braccianti, contadini che vivono del lavoro stagionale. E, come molti paesini andalusi, anche Jódar ha livelli di disoccupazione insostenibili: su 12.200 abitanti, 5mila sono disoccupati (nella provincia di Jaén la disoccupazione arriva al 37%). "Qui non c'è un lavoro continuo, è sempre stato stagione, sia la campagna degli asparagi in Navarra, che quest'anno è stata disastrosa, la vendemmia in Castilla La Mancha o la raccolta delle olive" spiega il sindaco a elconfidencial.com "Viviamo una situazione complicata, ma il New York Times ci ha trattati come se fossimo il Bronx: qui c'è gente che sta meglio o peggio, ma non stiamo come stanno lì".
Hidalgo non sta con le mani in mano, in attesa che la crisi si risolva da sola. Ha già realizzato una marcia per chiedere misure speciali per tutta la provincia jienense, perché "la crisi in sé ci colpisce, ma un paese agricolo è colpito anche dalla crisi nei campi, l'acqua che non cade dal cielo e sta causando una situazione particolarmente difficile".
Ed è anche per questo impegno e per la volontà del suo paese di uscire dalla crisi, che protesta contro il New York Times (non dimentichiamo che le campagne andaluse non soffrono solo per l'attuale crisi economica, ma anche per la mancanza di una riforma agraria mai realizzata e per la precarietà delle migliaia di braccianti, di cui approfittano i proprietari terrieri e a cui fanno concorrenza gli stranieri irregolari). E ha deciso di mostrare il vero volto di Jódar, rispondendo alle foto del quotidiano newyorkese, con altre immagini. "Vogliamo che si conosca il vero volto del nostro paese. Abbiamo il castello più antico dell'Andalusia e un Festival di musica folk, il più antico d'Europa" rivendica con orgoglio spagnolo. La raccolta delle immagini è appena iniziata e sottolineerà l'ottimismo e la volontà della gente di Jódar. Alla fine, ci sarà un album fotografico che racconterà il paese secondo i suoi cittadini. Viste le immagini di Jódar nel web, non si vede l'ora di vederlo.