lunedì 1 ottobre 2012

Madrid a porte aperte: una settimana di visite ad architetture insolite e a studi degli artisti

Da oggi al 7 ottobre Madrid aprirà le porte dei suoi tesori architettonici. E' la IX Settimana dell'Architettura e per chi ama la capitale spagnola è una bella occasione per vedere finalmente gli spazi interni di alcuni dei suoi edifici più singolari, anche accompagnati da guide.
Trenta gli edifici da scoprire quest'anno, si va dalle nuove architetture di Valdebabas alle rovine romane di Complutum, ad Alcalá de Henares, nella cintura della capitale; in mezzo ci sono il Cine Callao, il grattacielo della Fondazione di Telefónica (il più famoso della Gran Via), la Casa de las Flores, l'antico Mercato de Frutas y Verduras de Legazpi, la torre di telegrafia ottica di Arganda, la cripta de la Real Congregación de Arquitectos de Nuestra Señora de Belén, la Moschea di Madrid e varie costruzioni di edilizia sociale a Carabanchel e Vallecas. Il ventaglio è davvero ampio e risponde a ogni genere di curiosità e inquietudine.
Oltre alle visite ci sono vere e proprie passeggiate architettoniche. Sono previsti un itinerario sul design madrileno e un altro attraverso l'architettura eclettica del XIX secolo; uno dei più curiosi invita a guardare verso il cielo, per scoprire l'architettura da un'altra prospettiva; e uno dei più interessanti invita a scoprire gli architetti dell'asse culturale di Madrid; imperdibile la passeggiata in una Madrid tra azulejos, le piastrelle di ceramica senza le quali è inimmaginabile buona parte della cultura, non solo architettonica, spagnola; il Parque del Retiro è meta di una passeggiata pedonale e ciclistica, così come Madrid Rio, il bel parco che la capitale ha creato sulle rive del fiume Manzanares, recuperandolo alla città.
Non mancano le conferenze e i dibattiti sullo stato attuale dell'architettura, sulle nuove tecnologie per garantire la sostenibilità energetica degli edifici, sui passaggi segreti che collegano i palazzi del potere; poi giornate speciali per scoprire l'influenza possibile dell'Olanda sull'architettura spagnola, attraverso le nuove tendenze dell'edilizia sociale, e i parchi tecnologici intorno alla capitale.
Appuntamenti anche con l'architettura al cinema e con i libri sull'architettura. Tutte le info sul programma, sul sito del Collegio degli Architetti Madrileni, che, con il Comune di Madrid, ha organizzato l'iniziativa.
In questi giorni madrileni di arte e architettura, c'è un'altra bella iniziativa, che ricorda una torinese di qualche tempo fa (non so se è stata abbandonata o continua in auge). Si chiama Open Studio, è stata importata da Londra, New York, Amsterdam, Berlino (e anche Torino, per l'appunto) e, dal 4 al 7 ottobre, permetterà di conoscere da vicino gli studi dei pittori, i luoghi dove nasce l'arte. Nella prima edizione madrilena, che conta sull'appoggio del Comune di Madrid e sulla collaborazione del Museo Reina Sofia, aprono le proprie porte 38 studi, in cui lavorano 80 artisti, provenienti da 11 Paesi; tra loro ci sono artisti noti come Alicia Martín, Marina Núñez, Carlos Aires, Chema Madoz, Darío Villalba, Juan Garaizábal; nel sito www.openstudio.es, la lista degli studi aperti; per accedere ad alcuni bisogna iscriversi, causa spazi limitati.
Tra le iniziative collaterali di Open Studio, anche l'apertura del dipartimento del restauro del Museo Reina Sofia, dei magazzini e delle sale del restauro del Museo del Traje e dei magazzini del Centro de Arte Dos de Mayo e del Museo ABC.
Mi piace riportare le parole del pittore Darío Villalba, nel cui studio è stato presentato alla stampa Open Studio, perché spiegano quanto questa iniziativa sia affascinante, sia per il pubblico che per i pittori che svelano i propri spazi più privati. All'ABC ha detto: "Il mio studio è un luogo molto privato, sacro per me, in cui passo dodici ore al giorno in assoluto silenzio, accompagnato solo dai miei aiutanti, che muovono i quadri. Il silenzio è essenziale per la mia creazione. Aprirlo al pubblico è come violare la mia intimità, come aprire le porte del mio sacrario. Ma sono sicuro che il contatto con il pubblico sarà molto nutritivo. non c'è opera d'arte senza comunicazione e io sono disponibile ad aprire la mia mente e la mia anima".