No debemos, no pagamos (Non dobbiamo, non paghiamo) è lo slogan scelto
dagli indignados per manifestare oggi a Madrid il loro rifiuto al
pagamento di un debito che non hanno contratto.
Sono scesi in strada ancora una volta in migliaia e stanno manifestando nel centro della capitale spagnola, movendosi tra i palazzi del potere. La sede dell’Unione Europea, nella plaza de Colón, la Banca di Spagna, alla Cibeles e il Congreso, nella Carrera de San Jerónimo. Sono questi i posti del potere in cui segnalare i veri colpevoli, quelli che hanno "trasformato tutto in merce con cui fare affari".
Le piattaforme che sostengono il movimento degli indignados iniziano a parlare di debito odioso. "Da decenni il debito è stato usato come meccanismo di colonizzazione. Se obblighi a un debito qualcuno che sai che non può pagarlo, e devi inoltre pagare alcuni interessi abusivi, mentre il creditore continua a guadagnare miliardi, quel debito è illegittimo" dice Sergi Cutillas di Plataforma Auditoria Ciudadana de Deuda. La prova di questa colonizzazione è che il pagamento degli interessi del debito è la voce del bilancio di Stato che più cresce in Spagna: quest’anno il Paese pagherà 38,5 miliardi di euro di interessi, il 105% in più che nel 2007.
Di qui le richieste del 15-M al Governo: la moratoria del pagamento fino a un referendum cittadino, la creazione di una banca pubblica e lo stop alle privatizzazioni e ai tagli sociali.
"Dobbiamo scendere in strada in tutto il mondo, con una cacerolada internazionale. Dato che non ci vogliono ascoltare, facciamo rumore, per dimostrare il nostro rifiuto alle disuguaglianze e all’oppressione di un sistema economico ingiusto, che mette il capitale davanti alle persone" dicono nel manifesto di questo 13-O.
Madrid, per quanto si vede, non smette di fare rumore.
Dalla Grecia il dirigente di Syriza Starvos Karagkounis invita gli spagnoli a ricordarsi dell’esperienza greca e ricorda loro che richiedere il rescate, il salvataggio, significa “andare verso il disastro”. In una drammatica intervista a eldiario.es, Karagkounis denuncia la diffusione della fame tra i bambini greci e l’impossibilità di curarsi dei più poveri. "La situazione attuale in Grecia sarà probabilmente la stessa che avrà la Spagna in pochi mesi dopo il rescate. Il sistema sanitario non funziona, lo Stato non paga niente, le scuole non possono funzionare perché non ci sono molti professori e il numero medio di alunni per classe è di 35… Allo stesso tempo continuiamo a soffrire molti tagli e per questo la gente scende in strada. Inoltre negli ultimi 3 anni in Grecia ci sono stati 3500 suicidi, il che suppone un grande aumento. Potrei parlare di molte più cose…".
Le foto della manifestazione di Madrid, da Twitter.
Sono scesi in strada ancora una volta in migliaia e stanno manifestando nel centro della capitale spagnola, movendosi tra i palazzi del potere. La sede dell’Unione Europea, nella plaza de Colón, la Banca di Spagna, alla Cibeles e il Congreso, nella Carrera de San Jerónimo. Sono questi i posti del potere in cui segnalare i veri colpevoli, quelli che hanno "trasformato tutto in merce con cui fare affari".
Le piattaforme che sostengono il movimento degli indignados iniziano a parlare di debito odioso. "Da decenni il debito è stato usato come meccanismo di colonizzazione. Se obblighi a un debito qualcuno che sai che non può pagarlo, e devi inoltre pagare alcuni interessi abusivi, mentre il creditore continua a guadagnare miliardi, quel debito è illegittimo" dice Sergi Cutillas di Plataforma Auditoria Ciudadana de Deuda. La prova di questa colonizzazione è che il pagamento degli interessi del debito è la voce del bilancio di Stato che più cresce in Spagna: quest’anno il Paese pagherà 38,5 miliardi di euro di interessi, il 105% in più che nel 2007.
Di qui le richieste del 15-M al Governo: la moratoria del pagamento fino a un referendum cittadino, la creazione di una banca pubblica e lo stop alle privatizzazioni e ai tagli sociali.
"Dobbiamo scendere in strada in tutto il mondo, con una cacerolada internazionale. Dato che non ci vogliono ascoltare, facciamo rumore, per dimostrare il nostro rifiuto alle disuguaglianze e all’oppressione di un sistema economico ingiusto, che mette il capitale davanti alle persone" dicono nel manifesto di questo 13-O.
Madrid, per quanto si vede, non smette di fare rumore.
Dalla Grecia il dirigente di Syriza Starvos Karagkounis invita gli spagnoli a ricordarsi dell’esperienza greca e ricorda loro che richiedere il rescate, il salvataggio, significa “andare verso il disastro”. In una drammatica intervista a eldiario.es, Karagkounis denuncia la diffusione della fame tra i bambini greci e l’impossibilità di curarsi dei più poveri. "La situazione attuale in Grecia sarà probabilmente la stessa che avrà la Spagna in pochi mesi dopo il rescate. Il sistema sanitario non funziona, lo Stato non paga niente, le scuole non possono funzionare perché non ci sono molti professori e il numero medio di alunni per classe è di 35… Allo stesso tempo continuiamo a soffrire molti tagli e per questo la gente scende in strada. Inoltre negli ultimi 3 anni in Grecia ci sono stati 3500 suicidi, il che suppone un grande aumento. Potrei parlare di molte più cose…".
Le foto della manifestazione di Madrid, da Twitter.