martedì 13 novembre 2012

Pérez Reverte su El tango de la guardia vieja: che sfida, descrivere il sesso

El tango de la guardia vieja, il nuovo, atteso libro di Arturo Pérez Reverte, uscirà il 21 novembre in Spagna e in buona parte dei Paesi di lingua spagnola (in Italia uscirà il prossimo anno per Marco Tropea Editore, non è ancora stata stabilita una data ufficiale).
Per lo scrittore di Cartagena è iniziata la lunga campagna di lancio del libro, che, in realtà, è partita sin dalla fase di scrittura, quando ha deciso di condividere con i suoi lettori i pensieri e i segreti della creazione nel blog novelaenconstruccion.com.
La prima intervista l'ha rilasciata a XLSemanal, la rivista domenicale allegata a vari quotidiani, per cui cura da anni una rubrica. Spiega cose già raccontate, tipo che ha pensato per la prima volta a questo libro una ventina di anni fa, ma non aveva l'età, e dunque esperienza e strumenti sufficienti per scriverlo. Ripete che la storia si svolge in tre periodi diversi, tra Buenos Aires, la Costa Azzurra e Sorrento e che è una storia d'amore, spionaggio e tradimenti, ma aggiunge il dettaglio che si tratta di "passioni torride".
La giornalista, Virginia Drake, gli chiede se è necessario, perché l'amore sia vero, che sia violento, torbido e sordido come quello che lui racconta nel libro e lui risponde: "E' che l'amore è tutto questo. 40 anni nella vita dei protagonisti permettono molte modalità diverse d'amore e in questa storia è descritto da due punti di vista: l'amore nella vecchiaia di due persone che si sono amate o che non sapevano che si amavano e che, guardando indietro, stanno comprendendo se stessi nel presente: qualunque persona di una certa età lo capisce perfettamente. E poi c'è l'altro lato dell'amore, il lato torbido, il lato oscuro, un terreno in cui amore e sesso di intorbidano in modo assolutamente legittimo, perché tutti abbiamo un lato oscuro".
Il lato oscuro che interessa Pérez Reverte è quello di Meche, "una donna istruita, con stabilità emozionale, che scopre che c'è una parte di sé che è da sviluppare e la esplora in modo non morboso, non patologico, ma sereno". E' il tipo di donna che interessa lo scrittore, secondo il quale "se non c'è una compagna capace di prendere il fucile se attaccano gli indiani, non vale la pena".
A Meche, signora bien (e non donna, perché "una signora può sussurrare audacie nel sesso e non per questo smette di essere una signora") si contrappone Max, il giovanotto di origini umili e arrivista che incontrerà in tre momenti decisivi della sua vita.
E sono gli incontri tra Meche e Max ad aver messo Arturo Pérez Reverte davanti alle prime descrizioni di sesso esplicito della sua carriera. Non vi preoccupate, niente di 50 sfumature di grigio perché "quella è pornografia di bassa lega"; per il sesso a volte violento e torbido che Meche sperimenta per esplorarsi, lo scrittore ha dovuto sfidare se stesso: "Era molto facile essere volgari e io non volevo questo. Volevo mantenere tutto in un involucro dignitoso per situazioni piuttosto torride, è stata una sfida tecnica, perché tutto nella vita è tecnica. Prima di scrivere mi immaginavo le situazioni, pensavo molto agli aggettivi, i verbi, gli avverbi. Era una pianificazione particolarmente importante, perché ci sono lettori che non posso scandalizzare né spaventare, ma allo stesso tempo ci sono lettori che non posso deludere e che non devono credere che li tratti come stupidi. Arrivare a quest'armonia accessibile a un pubblico molto diverso e, allo stesso tempo, rimanere io soddisfatto del mio lavoro è stata una sfida enorme "
Tra le numerose affermazioni del libro che hanno colpito la giornalista e di cui parla con Pérez Reverte segnalo "Fa che si senta pena per gli uomini che una donna non ha mai guardato così", perché dà vita a una bella conversazione e perché, in fondo, Pérez Reverte è un gran ritrattista di donne, mai subalterne, sempre capaci di gesti d'indipendenza e di prendere il fucile per sparare agli indiani; io sono innamorata sì di Macarena, la triste Duchessa di La pelle del tamburo (e della sua magnifica madre) e anche di Teresa Mendoza, la Regina del Sud e della maliziosa Angélica della saga di Alatriste, anche se ho nel cuore Olvido Ferrara de Il pittore di battaglie e, da qualche tempo, Lola, la silenziosa barista, a volte saggia e materna, a volte brusca e tagliente, al cui bancone Pérez Reverte si siede ogni domenica per bersi un bicchierino e scambiare quattro chiacchiere con gli amici di Twitter (è un personaggio fittizio, delineato sempre con pochi cenni, ma fa pensare che, con tutto quello che ha visto, se solo Lola parlasse avremmo un intero libro appassionante).
Ma sulla frase che la giornalista gli ha citato, Pérez Reverte dice: "Non è un'idea, è un assioma, una verità monolitica, lapidaria. La donna è il testimone, senza dubbio. La donna è giudice, avvocato, giuria, e boia. Uno sguardo ammirato di una donna superiore è il maggior premio che un uomo possa avere nella vita. E' quello a cui pi può aspirare. Ci sono uomini capaci di attraversare oceani, di uccidere, di morire, pur di essere guardati con ammirazione da una donna. Ci sono sguardi per i quali un uomo si farebbe uccidere subito ed è vero, è successo, è che storicamente è una verità. Non c'è maggior disprezzo di essere ignorato da una donna così"
E mette a posto chi lo accusa di machismo: "La donna è una macchina pensante molto più preparata dell'uomo. Ci sono donne che sono un premio; una donna superiore è il maggior bottino che ti possa dare la vita. La donna intelligente è di per sé incapace di avere questi limiti che l'uomo sì ha. L'uomo ha atteggiamenti irilmente idioti e chi crede che io sia machista non ha la minima idea, si nota che non mi ha letto. Dubito che esista qualcuno che abbia scritto in modo così ammirato e così attento come faccio io con le donne".
El tango de la guardia vieja può essere acquistato online su:
La Casa del Libro, in versione cartacea  e ebook
amazon.es, in versione cartacea e kindle